Ma la difesa del Lugano non sarà troppo acerba?
La massima appartiene a John Gregory, ex calciatore e allenatore inglese dalla carriera discreta. «Gli attaccanti vincono le partite. Le difese i campionati». Mattia Croci-Torti, che al titolo crede per davvero, deve averla già sentita. E, anzi, proprio al concetto in questione sta riflettendo da qualche giorno. L’allenatore del Lugano, d’altronde, si appresta ad affrontare la nuova stagione con la retroguardia più giovane di tutta la Super League. Una strategia coraggiosa. Intrigante, anche. Ma - oggettivamente - non scevra di rischi e controindicazioni. A oggi, elementi e rispettive carte d’identità non mentono: Hayman El Wafi 19 anni, Martim Marques 19 anni, Albian Hajdari 20 anni, Lukas Mai 23 anni, Allan Arigoni, Milton Valenzuela, Kreshnik Hajrizi e John Espinoza, tutti 24 anni. L’età media dei difensori bianconeri è così di 22,1 anni. Aggiungiamoci i 23 anni di Saipi.
La saggezza perduta
In Svizzera, suggerivamo, nessuno osa tanto. La media del massimo campionato è di 24,47 anni - oltre due in più rispetto a quella bianconera - e a caratterizzarla sono progetti sportivi molto differenti fra loro. Detto del Lugano, dal quale non si distanzia molto la difesa del Basilea (22,7), spiccano i 25,2 anni dei campioni svizzeri in carica dello Young Boys o i 27,3 - dato più elevato - della neopromossa Losanna. In questo senso, bastano ovviamente uno o due giocatori d’esperienza - persi, acquistati o nel mirino - per definire nuovi equilibri. E a Cornaredo, va da sé, pesano come un macigno le partenze di Fabio Daprelà e Ousmane Doumbia. Al 32.enne e al 31.enne, passati rispettivamente allo Zurigo e ai Chicago Fire, il Crus si è affidato puntualmente. La ruvidità del primo è stata una costante dell’ultima stagione, mentre l’ivoriano ha giganteggiato in retrovia solo in primavera, quando il tecnico ha deciso di abbassarlo di qualche metro. I due, in ogni caso, hanno rappresentato una bussola - affidabilissima - per i diversi compagni che si sono avvicendati al loro fianco: su tutti Mai, Hajdari e Hajrizi.
Le incognite
In attesa di conoscere il potenziale e il grado di adattabilità di El Wafi - fresco campione d’Africa con il Marocco U23 e ancora a secco di allenamenti a Cornaredo -, l’asse centrale della difesa bianconera poggia sulle spalle di Hajrizi e Hajdari. Due profili promettenti, con ampi margini di crescita, ma che insieme - senza dunque appoggiarsi alla saggezza di Daprelà e Doumbia - hanno disputato solo il turno conclusivo della scorsa stagione. Eppure, in questo momento, Croci-Torti non dispone di alternative in vista del debutto contro loStade Losanna, il 26 luglio. Il recupero di Mai - che, ribadiamo, ha solo 23 anni - prosegue. Ad avvolgerlo, però, è altresì un alone d’incertezza. La condizione fisica del diretto interessato, dopo l’operazione al tendine, sarà valutata a fine mese. Considerata la struttura atletica del tedesco, e la necessità di ritrovare il giusto feeling con la competizione, non sarebbe tuttavia sorprendente rivederlo al top solo a settembre. Ahia.
Nessuno sconto in Europa
Di qui le riflessioni e - forse - le preoccupazioni di Croci-Torti. La sensazione è che il mister bianconero accoglierebbe a braccia aperte un elemento meno acerbo. E di giocatori suggestivi, pure all’estero, non ne mancano. Il club non sembra però intenzionato a intervenire sul mercato. Non ancora, perlomeno. Le prime uscite ufficiali del Lugano e un Mai a mezzo servizio potrebbero favorire un intervento in extremis. A fine agosto, non dimentichiamolo, Sabbatini e compagni si giocheranno l’accesso alla fase a gironi di Europa League. Ed è proprio sul palcoscenico continentale, in autunno, che l’inesperienza potrebbe venire pagata a caro prezzo. Nell’ultimo test pre-campionato contro il Paradiso, intanto, il Crus ha optato per la difesa a tre: Arigoni-Hajrizi-Hajdari.
C’è un problema Celar?
Chi non ha giocato ancora, mercoledì a Sementina, è invece Zan Celar. Un caso? No, ma non potrebbe mancare molto. Il bomber sloveno, complice anche il rientro posticipato a seguito degli impegni in nazionale, ha saltato tutte le amichevoli. E, non è un mistero, gradirebbe essere ceduto in un campionato più importante della Super League. Di offerte concrete, nonostante le 16 reti dell’ultimo torneo, il ds Carlos Da Silva non ne ha però ricevute. Il problema? Beh, da un lato Croci-Torti non è nelle condizioni di poter puntare sul centravanti per l’esordio alla Pontaise. Dall’altro la società - che sarebbe prontissima a farlo - non può affidare le chiavi dell’attacco a un altro uomo.