«Per arrivare primi bisogna essere i più bravi in ogni settore»

Il 2024 bianconero è lanciato. Come è oramai consuetudine, i vertici dell'FC Lugano hanno voluto fare il punto della situazione a pochi giorni dalla ripresa del campionato. Nel guardare ai prossimi mesi, sul piano sportivo e aziendale, il CEO Martin Blaser ha però voluto fare un passo indietro. Tornando all'intervista rilasciata al Corriere del Ticino al tramonto dello scorso anno. «Sono ambizioso. E a 56 anni non posso cambiare questa componente del mio carattere» ha affermato, proiettando sugli schermi della sala multiuso del LAC una personale citazione. «Come CEO, e mi riferisco all’operato di ogni componente della società, devo vedere uno sviluppo. Sempre e dappertutto». Una frase con cui interpretare il motto societario per il nuovo anno: «Cultura e mentalità». Ma anche una frase che aveva fatto anche discutere, a margine dei risultati ottenuti dalla squadra di Mattia Croci-Torti. «Non era però un messaggio diretto a qualcuno in particolare» ha tenuto a precisare Blaser, alludendo - senza citarle - alle fragili speculazioni circa la posizione dell'allenatore e il rendimento del suo gruppo. «Il discorso abbracciava il lavoro complessivo, dallo stagista su su sino al sottoscritto».
Blaser ha quindi sottolineato gli ambiti interni per i quali, appunto, cercare di progredire. «È una questione di cultura e mentalità. Senza con questo voler fare l'insegnante». Il CEO bianconero ha parlato ad esempio di «coraggio nel riconoscere e comunicare gli errori commessi». E della centralità «della comunicazione, la cosa più importante». Il massimo dirigente dell'FC Lugano ha toccato il capitolo sponsor, organigramma, abbonamenti (oggi ne sono stati venduti 1.524, un anno 1.363), arrivando infine agli obiettivi da qui a giugno: dai contratti e le trattative per la realizzazione della futura arena (con HRS, Città e AIL), ai perfezionamenti in seno alla prima squadra (campi d'allenamento e gestione delle trasferte). «Per arrivare al primo posto bisogna essere più bravi degli altri in ogni settore» ha sintetizzato, indicando come la vittoria del campionato non significa ancora essere a questo punto.
E a proposito del campo. Il direttore sportivo Carlos Da Silva ha chiarito la situazione a livello di mercato. A maggior ragione alla luce del trasferimento di Allan Arigoni a Chicago. «Una volta giunta l'offerta dei Fire, abbiamo subito analizzato le possibili alternative. Non c'è alcun obbligo di procedere a uno scambio interno, con Souquet. Di certo intendiamo offrire un sostituto a Croci-Torti sull'out di destra». Croci-Torti ha parlato di una perdita pesante: «Ci mancherà. Ma le soluzioni anche interne non mancano, e penso a Jhon Espinoza. Souquet lo conosco alla perfezione, come gli altri di Chicago. Porterebbe esperienza. Vagliamo comunque altri profili». Da Silva ha in ogni caso escluso rischi circa eventuali problemi d'inserimento di un neoacquisto a girone di ritorno iniziato. «Ci vuole poco ad adattarsi e, certo, in un mondo ideale avremmo avuto il giocatore già durante il ritiro invernale a Benidorm. Ma siamo pronti a chiudere. Con Souquet o un altro candidato». Le discussioni con Mattia Bottani e Jonathan Sabbatini, i cui contratti sono in scadenza, sono invece in procinto di decollare. Eppure, anche qui, riprendere il campionato con due giocatori-simbolo incerti del futuro potrebbe costituire un'arma a doppio taglio. «No, non siamo preoccupati« ha replicato Da Silva: «Le due situazioni sono differenti. Entrambi, basta osservare gli allenamenti, non stanno mollando un centimetro. In spogliatoio, insomma, non c'è il rischio che inizi a regnare una certa negatività individuale e, di riflesso, del gruppo».