Sci

L'era Gut-Behrami si chiude senza acuto

La ticinese non riesce a conquistare una medaglia in gigante, ultima prova iridata della carriera – A Lara il bronzo sfugge per appena 6 centesimi - «E per chi non sale sul podio si finisce inevitabilmente a parlare di delusione: peccato, perché riuscirci è tutto fuorché scontato»
©KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Red. Sport
13.02.2025 18:00

Si è chiuso con un timido sorriso, ma senza la gioia per una medaglia. L’ennesima di una carriera straordinaria. Il viaggio Mondiale di Lara Gut-Behrami finisce dunque con sentimenti contrastanti e un sapore dolceamaro. Sì, perché a separare la ticinese da quello che sarebbe stato il decimo podio iridato in nove edizione disputate sono stati la miseria di 6 centesimi. Quinta.

Lara saluta Saalbaach-Hinterglemm 2025 con al collo lo speciale argento conquistato nella speciale combinata a squadre femminile (in coppia con Wendy Holdener), e però non i riconoscimenti più prestigiosi e ambiti in discesa, superG e gigante. Il sipario, oggi, è calato proprio tra le porte larghe, ultima prova a un Mondiale per la 33.enne di Comano. Ultimo capitolo, suggerivamo, di una storia comunque indimenticabile. Non è finita, no. All’orizzonte si stagliano il finale di stagione in Coppa del Mondo - con la generale e i globi di specialità a portata di mano - e, più in là, i Giochi di Cortina 2026. L’epilogo.

«Un cerchio che si chiude»

«Ritrovare la routine e la Coppa del Mondo può farmi anche bene e rappresentare una boccata d’ossigeno» ha affermato al proposito Gut-Behrami. Ai microfoni della RSI, Lara non ha nascosto un certo disappunto per le dinamiche venutesi a creare in Austria. «Il Mondiale, alla lunga, può diventare pesante, perché tutti puntano in alto ma solo tre - alla fine - riescono a portare a casa una medaglia. E per chi non ce la fa si finisce inevitabilmente a parlare di “delusione”, anche se la prestazione non è stata così male e salire sul podio è tutto fuorché scontato. Ebbene, sono tornata ad avvertire questa sensazione in settimana e a dirla tutta non ne avevo molto bisogno».

La ticinese ha ad ogni modo trovato il punto d’incontro tra il rammarico e il sollievo. «Ci sono cose che vanno oltre al risultato. Ad accompagnarmi al cancelletto è stata l’emozione. Da un lato poiché stavo per affrontare l’ultima gara a un Mondiale. Dall’altro considerato che a tracciare la pista era stato mio papà. È come se si fosse chiuso un cerchio, aperto proprio con mio padre che traccia e io bambina sugli sci».

Il balzo finale della «Tigre»

Anche Federica Brignone - già argento in superG - ha chiuso un cerchio. Vincendo il gigante grazie a due manche strepitose, le più veloci, l’italiana ha arricchito e completato la sua collana di medaglie iridate con il metallo più prezioso. Vero, due anni fa a Courchevel/Méribel era pure arrivato un oro, ma in combinata. Alle sue spalle si è classifica la neozelandese Alice Robinson, unica in grado d’insinuare il dubbio nella mente della «tigre» azzurra. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno esultato di nuovo grazie al 3. posto di Paula Moltzan. E le altre svizzere? Maluccio. Camille Rast ha chiuso 11., a oltre 4’’ dalla leader. Ancora più staccate Wendy Holdener e Michelle Gisin, solo 25. e 26. al traguardo. Per Rast e Holdener, tra le più attese nello slalom di domani, il Mondiale rimane ad ogni promessa. Lara, lei, saluta tutti con un timido sorriso, ma senza la gioia per un’ultima medaglia. L’ennesima di una carriera straordinaria.

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