Calcio

Spalletti è sicuro: «Possiamo gestire la Svizzera»

Il ct dell'Italia ha preso la parola prima dell'ottavo di finale di Berlino: «I precedenti che ci costarono il Mondiale? Non basta menzionarli per suscitare una reazione»
Il ct azzurro. ©Epa/Petr David Josek
Massimo Solari
28.06.2024 20:00

Svizzera-Italia è iniziata con le parole di Luciano Spalletti. Il commissario tecnico azzurro è stato il primo a parlare nella pancia dell'Olympiastadion, alla vigilia dell'ottavo di finale di Euro 2024 contro la Svizzera. La tensione è tangibile. L'attesa sta diventando spasmodica. E sul fronte avversario, dopo qualificazione strappata a un passo dall'abisso, c'è voglia di lasciarsi alle spalle controprestazioni e pure qualche veleno. Spalletti, al proposito, non era stato capace di trattenersi a margine del pareggio salvifico contro la Croazia. Le emozioni e la rabbia di Lipsia, tuttavia, hanno fatto spazio alla ragione. E alla consueta e articolata retorica del mister toscano.

«La qualificazione agli ottavi - ha sottolineato - era molto sentita, a maggior ragione alla luce di un girone complicato. E, sì, sia i giocatori, sia il sottoscritto, abbiamo subito questo aspetto. Ora, proprio per questa ragione, credo che i ragazzi possano scendere in campo più sciolti. Oltretutto è un match da dentro o fuori. Non c'è spazio per troppi pensieri, bisogna per forza agire». E, certo, pure progredire a fronte delle difficoltà emerse sin qui. Spalletti ne è cosciente. Annuisce. «Bisogna fare di più, è evidente. Ritengo comunque che, a tratti, l'Italia si sia espressa al giusto livello. Il problema è che non siamo riusciti a mantenerlo lungo tutta la partita. Ripeto: la qualificazione, all'ultimo secondo ma meritata, deve servirci come monito. Non possiamo permetterci altri cali di tensione. Ci troviamo nel cuore della competizione e mi attendo che emerga anche la personalità dei singoli».

A emergere potrebbe essere pure il passato, e in particolare i precedenti che avevano spinto i rossocrociati ai Mondiali in Qatar e - al contrario - costretto gli italiani a casa per la seconda edizione consecutiva. Sul tema si è marciato parecchio nelle ultime ore. Ma per Spalletti può essere un fattore in vista del match di Berlino? Si può, detto altrimenti, fare leva sul sentimento di rivalsa dello spogliatoio? «Beh, per una partita di questa importanza si vanno a prendere tutti gli spunti possibili. Tutti gli stimoli. Dallo stadio, che nel 2006 ci permise di vivere delle emozioni verso le quali dovremo mostrarci responsabili e all'altezza: in questi giorni, per dire, Gigi Buffon ci ha raccontato tante cose al proposito. Poi c'è il mucchio umano che ha seguito la rete di Zaccagni con la Croazia, una liberazione. Insomma, si tratta di capire se nel quadro della partita reale quei precedenti e questi elementi verranno fuori. Ma non basta menzionarli per suscitare una reazione. Alla base deve esserci un livello di impegno costante, un lavoro credibile, la capacità di toccare il cuore dei calciatori, chiamati a riconoscersi in qualcosa che ritengono giusto. Poi il gruppo farà la differenza. Poi vedremo se è giunto il momento di raccogliere tutto quanto seminato».

La Svizzera cercherà di impedire il raccolto azzurro. «È una squadra che sta bene in campo, grazie alla bravura del mio collega» ha sottolineato Spalletti, rispondendo a un solo, vero quesito sui rossocrociati. «Sappiamo, per quanto visto, di fronteggiare una formazione di qualità. Che può contare su elementi di spessore come Xhaka. Ma parliamo di un livello che possiamo gestire grazie ai nostri punti di forza». E a proposito di formazione. Oltre allo squalificato Calafiori (sostituito da Mancini), non ci sarà Dimarco. A sinistra, per altro in una difesa destinata a ritornare a quattro, dovrebbe quindi giostrare Darmian. Da valutare anche Bastoni, alle prese con alcune linee di febbre. In fase offensiva potrebbe invece essere arrivato il momento di El Shaarawy, largo a sinistra e quindi potenziale avversario diretto del nostro Stergiou.

Tra i pali naturalmente ci sarà Gigio Donnarumma, top player azzurro. Il numero uno del PSG ha commentato la sfida nella sfida con Yann Sommer. «È un ottimo portiere, reduce da un gran campionato. Io più forte? Non mi piace fare paragoni. Spero possa tradire proprio contro di noi» (ride, ndr). Mancano poche ore al match con la Svizzera: «La palla va gestita in modo differente rispetto alle ultime partite, gli errori vanno limitati al massimo e guai a dare fiducia alla Svizzera, che è anche una squadra molto fisica. Ci siamo preparati per questo e saremo pronti». E se dovesse finire ai rigori? Sommer, in questo esercizio, è bravo quanto Donnarumma. «Non a caso ho fatto segnare i miei compagni« scherza Gigio. «Certo, li abbiamo provati. Perché è uno scenario che non va escluso. Personalmente, va da sé, ho studiato l'avversario».

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