Stati Uniti

Aborto, che cosa succede con il voto del North Carolina?

Il punto sulla situazione legislativa degli Stati americani che, tra diatribe di repubblicani e democratici, sembrano seguire una scia sempre più antiabortista
© AP/Travis Long/The News Observer
Irene Solari
18.05.2023 06:00

Negli Stati Uniti continua a stringersi il giro di vite attorno all’aborto. Soprattutto ora che il divieto di abortire dopo 12 settimane di gravidanza diventerà legge in North Carolina. Così ha stabilito lo Stato, dopo che martedì sera l'Assemblea generale controllata dai repubblicani ha votato per l’annullamento del veto posto dal governatore democratico Roy Cooper. La possibilità per gli Stati americani di stabilire queste restrizioni è dovuta – lo ricordiamo – al ribaltamento da parte della Corte suprema, della storica sentenza del 1973 Roe v. Wade, avvenuta lo scorso giugno. Quella sentenza prevedeva, infatti, il diritto di ricorrere all’aborto a livello nazionale.

Tutti contro Cooper

Perché la nuova misura di annullamento potesse essere promulgata in legge, questa ha dovuto passare attraverso l’approvazione sia della Camera sia del Senato dello Stato. Per quest’ultimo si era già espressa martedì una maggioranza pari a circa tre quinti, quota necessaria per far passare il voto. Infine ha votato la Camera, confermando l’esito. Nonostante le proteste dei sostenitori al diritto dell’aborto, ora il North Carolina va ad allinearsi alla lista di Stati che hanno adottato una legislazione restrittiva sul tema. Una vittoria, questa, per i leader repubblicani che – come spiega Associated Press – hanno comunque avuto bisogno del sostegno di tutti i membri del Partito repubblicano per poter promulgare la legge e superare l’opposizione da parte del governatore della North Carolina, il democratico Roy Cooper. Era stato proprio Cooper, nel fine settimana, a porre il suo veto sul provvedimento dopo aver cercato di convincere i repubblicani a schierarsi con lui per mantenere questo veto. Inutilmente però.

I membri della Camera della Carolina del Nord guardano i tabelloni di voto dopo il dibattito di martedì 16 maggio a Raleigh, per decidere se annullare il veto del governatore democratico Roy Cooper. © AP/Chris Seward
I membri della Camera della Carolina del Nord guardano i tabelloni di voto dopo il dibattito di martedì 16 maggio a Raleigh, per decidere se annullare il veto del governatore democratico Roy Cooper. © AP/Chris Seward

Tra fischi ed esultanza

Contrastanti sono state le reazioni dopo l’esito del voto della Camera in North Carolina. Nella galleria erano presenti, infatti, i sostenitori del diritto all'aborto e i democratici che, appena saputo il risultato, hanno fischiato e gridato «vergogna!». Molti di loro sono anche stati scortati fuori dalla polizia. Naturalmente di segno opposto le reazioni dei sostenitori antiabortisti, soddisfatti dell’esito del voto. Come Tami Fitzgerald, direttrice esecutiva della Coalizione per i Valori dello Stato, che dichiarato: «Oggi inizia il primo vero passo della Carolina del Nord verso uno Stato pro-vita». Il governatore dem Cooper ha invece promesso che «continuerà a fare tutto il possibile per proteggere l'accesso all'aborto in North Carolina perché la vita delle donne dipende da questo». Gli ha fatto eco l'addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, dicendo chiaramente che questa legge «renderà ancora più difficile per le donne ottenere l'assistenza sanitaria riproduttiva di cui hanno bisogno».

Scia antiabortista

Anche se i repubblicani del North Carolina hanno presentato questa nuova misura come una modifica intermedia alla legge statale, spiega ancora Associated Press, in realtà con il nuovo divieto le regole cambiano e abbastanza drasticamente. Innanzitutto, passando dalle 20 settimane di gravidanza entro le quali era permesso ricorrere all’aborto, alle 12 settimane. Ammettendo però le eccezioni previste per i casi di violenze sessuali o incesto. Eccezioni che nello Stato non erano ammesse in precedenza, con il regime delle 20 settimane. Quanto al lasso di tempo, è stato quasi dimezzato in uno dei pochi Stati del Sud che manteneva ancora un accesso relativamente semplice alle interruzioni di gravidanza. Inoltre, questo cambiamento si va ad iscrivere nella scia antiabortista che sta già interessando diversi Stati americani. Come, ad esempio, la vicina South Carolina e il Nebraska che stanno valutando l’introduzione di nuovi limiti all’aborto. Nella North Carolina, i limiti all’aborto entreranno in vigore il 1. luglio e, come detto, includeranno le eccezioni previste per stupro e incesto e le eccezioni per anomalie fetali "life-limiting" durante le prime 24 settimane. Rimarrà anche in auge l'eccezione esistente per i casi in cui la vita della donna incinta è in pericolo.

Gli altri Stati

Prima di questo passo, anche lo Stato vicino del South Carolina aveva approvato un divieto in materia ben più stringente: limitando l’interruzione di gravidanza alle sei settimane. Un mese e mezzo, in sostanza. Periodo durante il quale la maggior parte delle donne non sa nemmeno di essere incinta. Stessa misura adottata anche in Georgia, dove l'aborto è proibito dal momento in cui è percettibile il battito cardiaco del feto. Tutto era partito, come detto, dal ribaltamento di Roe v. Wade. Da quel giorno sono stati quattordici gli Stati americani che si sono mossi per mettere dei limiti al diritto di interrompere la gravidanza. L'aborto è vietato o fortemente limitato in Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Oklahoma, Tennessee, Texas e West Virginia. Tra gli Stati americani che invece hanno le legislazione più permissiva in materia troviamo la Virginia e la Florida, dove il divieto di abortire è fissato alla 15.esima settimana. Ma anche Illinois, Kansas, New Mexico e Colorado. Sono queste le mete nelle quali, almeno per ora, si possono recare molte donne che desiderano interrompere la loro gravidanza in modo legale.

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