Anche per i rapaci di Locarno una bella primavera è nell’aria

Ci sono Diana, Lemon, Sara, Pluto. Ma anche Muppy, Jack e Benni. Sono solo alcuni dei «rappresentanti» della quarantina di specie di uccelli - poco più o poco meno, tra gufi, cicogne, aquile e tanti altri - ospiti della Falconeria Locarno (orari e programmi su www.falconeria.ch). L’ultimo nome dell’elenco è di un caracara femmina, a suo agio appollaiata sul guanto di Francesca Palamara, 30.enne ma esperta nell’antica arte nata attraverso pratiche venatorie. «Hai capito, ti hanno dato della giovincella», esclama la falconiera con una genuina risata rivolgendosi all’animale. «Sì, lei è da parecchio che si esibisce nei nostri spettacoli, da 14 anni. Gira i cestini, sale sui berretti del pubblico, una cosa che piace tantissimo ai più piccoli. Ormai sente l’aria della primavera e sa che si ricomincia, vero?», aggiunge accarezzandole il petto con l’indice, proprio nella parte in cui, con una trama a righe alternate, il colore del piumaggio - che appare lucido e in perfette condizioni - passa dal marrone al bianco, caratteristico del collo di questi animali. In effetti, non sembra per nulla un esemplare tanto longevo.
A pieno ritmo dal 1. aprile
«Abbiamo ripreso il 19 marzo, anche se andremo a pieno ritmo dal 1. aprile», dice una voce oltre il verde: è quella di Pio Nesa, che spunta lungo il sentiero. È stato lui, quasi due decenni fa, a gettare le fondamenta del parco oggi famoso pure oltre i confini cantonali e nazionali. «Succede ogni primavera, ma è sempre emozionante allo stesso modo», afferma il 43.enne.
«Ci sono tante piccole cose che vogliamo sistemare per bene, moltissimi dettagli da curare. Ognuno si sta preparando al meglio: gli allenamenti con i nostri protagonisti per le presentazioni, la manutenzione». «E non dimentichiamo la cucina, con la pasta fresca fatta in casa», interviene ancora la nostra prima interlocutrice, che dell’azienda cura pure l’aspetto grafico, dando tra l’altro alle stampe il volume «Pagine alate», con centinaia di foto a colori degli amati pennuti della struttura, accompagnati da scheda tecnica e nome di battesimo.


Un polmone verde
«Tra qualche settimana tutto fiorirà e sarà davvero magico. D’altronde, come in un bosco, cambia con le stagioni. Dal verde dell’estate alle sfumature rosso-arancioni dell’autunno, non è mai uguale». La superficie di questo polmone verde in centro città è di tutto rispetto: 7.000 metri quadrati. Oltre alle voliere, visitabili al di fuori degli orari delle dimostrazioni - in italiano e tedesco, di circa un’ora -, la zona abbonda di piante, percorsi e vari laghetti e ruscelli. «È come un’oasi di oro blu», sottolinea al Corriere del Ticino Fabrizio Gianoni, tecnico del paesaggio.
Il pozzo a falda per l’acqua
«Per rendere possibile la creazione di cinque specchi più un tempio - e ognuno di questi con vari tipi di pesci, di piante, di rocce -abbiamo realizzato un pozzo a falda per ottenere il quantitativo necessario», aggiunge il 56.enne, che da oltre tre lustri collabora con Nesa. L’uomo si deve congedare: un collaboratore lo cerca per alcune questioni sull’impianto.
Nuovo ingresso fiorito
Una delle novità è rappresentata da un ingresso diretto dall’area dei parcheggi. «Non si deve più passare dalla strada e la visita inizia appena si scende dal mezzo», racconta il giardiniere paesaggista Lucien Toschini, 52.enne profondo conoscitore della struttura, al pari dello specialista precedente. «Ai lati di questo passaggio sboccerà il gelsomino, bianco e profumato. Sopra, invece, abbiamo una pergola di quattro-cinque varietà di glicine, dal bianco al rosa, fino al viola scuro», precisa rilevando come i progetti qui siano tanti e «spontanei, stabiliti insieme a Pio giorno per giorno».
Entra in scena «Fortunato»
Tuttavia, si è fatta l’ora di seguire il lavoro di un suo dipendente, all’opera dall’altra parte della superficie. «Speriamo che sia la volta buona anche con il meteo», rammenta in conclusione il «cicerone», guardando un cielo sgombro. «L’anno scorso, il tempo non era stato proprio a nostro favore». E chissà che il ritrovamento di un’aquila reale, andato a buon fine a inizio anno, non sia di buon auspicio. Non può essere altrimenti, dato che il suo nome ora è Fortunato. Era stato recuperato a Tenero. Non riusciva più a volare. «Era fradicio, fermo sul molo. L’abbiamo recuperato e portato qui. Aveva mangiato tantissimo. Era in salute e, dopo qualche giorno, l’abbiamo liberato».