«Con due o tre bus a Berna: andiamo a chiedere più aiuti»
La sindaca di Cevio Wanda Dadò, da noi interpellata negli scorsi giorni aveva invitato il Consiglio federale a recarsi in Bavona e in Lavizzara per rendersi conto dei devastanti danni dell’alluvione del 29 e 30 giugno scorsi. Da un suo concittadino giunge una proposta inversa. «Organizziamo due o tre bus e andiamo tutti a Palazzo federale per chiedere più aiuti per la ricostruzione», ha tuonato l’abitante del Comune dell’Alta Vallemaggia durante la serata pubblica andata in scena giovedì e durante la quale il Municipio ha illustrato quanto fatto finora, ma soprattutto quanto rimane da fare per rimarginare le ferite inferte al territorio dal nubifragio scatenatosi in sei ore in quella tragica notte di inizio estate. «La decisione del Consiglio federale di versare solo 7 milioni di franchi in favore della ricostruzione di Bavona e Lavizzara da Berna è scellerata. Per noi solo briciole. Abbiamo bisogno di ben altro», ha aggiunto il cittadino di Cevio riferendosi alla decisione del Consiglio federale di non concedere un credito straordinario per i due Comuni così duramente toccati.
Bombardamento di messaggi
Prima di recarsi a Berna per far sentire la propria, ha dal canto suo suggerito il presidente del Patriziato di Peccia Fausto Rotanzi, «bombardiamo la casella di posta elettronica della cancelleria federale con un messaggio forte e chiaro: “La Vallemaggia è Svizzera”». Un messaggio, ha aggiunto Rotanzi, da inviare all’indirizzo [email protected], con copia a [email protected]. «Facciamolo tutti, dobbiamo essere capaci di indignarci e di farlo sapere. Se riceveranno 100, 1.000 o 10.000 e-mail magari qualcosa faranno. Se non esprimiamo la nostra rabbia non otterremo nulla». E se non dovesse pensarci la Confederazione, allora che provveda il Cantone, ha aggiunto il presidente del Patriziato di Peccia, le cui parole sono state salutate con un applauso scrosciante. «Fa piacere sentire dalla sindaca che l’indignazione per il no di Berna alla concessione di aiuti straordinari la esprimono non solo le nostre autorità, la nostra popolazione, ma anche molti confederati», ha rilevato un altro valmaggese presente alla serata pubblica. «Per salvare Swissair o Credit Suisse il Consiglio federale in un battibaleno ha stanziato miliardi. È chiaro che Berna usa sempre due pesi e due misure».
Bellinzona non molla
Il sentimento di essere dimenticati da Berna, ha rammentato il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri, è una costante in Ticino. «Si sono tentate alcune strade per ottenere un credito straordinario. Ma Berna ha sempre fatto orecchie da mercante. Per questo il Consiglio di Stato ha chiesto un incontro con il Consiglio federale. L’auspicio è che la riunione possa tenersi nei primi mesi del prossimo anno, magari già a gennaio». Coduri non ha nascosto che le possibilità per concedere qualcosa in più all’Alta Vallemaggia rispetto a quanto promesso finora ci sono. «Perché la Confederazione partecipa ai costi nella misura del 35%, tranne in Vallese dove questa quota raggiunge eccezionalmente il 55%?», si è chiesto il cancelliere. A suo avviso, comunque, da Berna arriveranno degli aiuti straordinari: se finora il Consiglio federale è rimasto fermo sulle sue posizioni, ha affermato, è perché le Camere erano impegnate nella discussione sul preventivo della Confederazione. Ora che il budget per il 2025 è stato definito, è probabile che qualcosa in favore di Bavona e Lavizzara possa muoversi. Intanto il Cantone sta facendo la sua parte: il Consiglio di Stato ha già investito 30 milioni di franchi nei primi interventi di ripristino e ricostruzione in alta Vallemaggia.
Già decisi i primi indennizzi
Coduri, che è anche il presidente della commissione per il coordinamento delle donazioni raccolte dopo il nubifragio, ha poi invitato i cittadini che ne avessero necessità a farsi avanti per ottenere i contributi raccolti dalla Catena della solidarietà. «Abbiamo già inoltrato nove richieste che la Catena della solidarietà ha accolto versando gli importi richiesti negli scorsi giorni. Un’altra decina di domande è nel frattempo pronta per essere esaminata».
Sguardo rivolto al futuro
Il primo incontro con la popolazione svoltosi giovedì sera nell’aula magna delle Scuola Media, ha consentito al Municipio di Cevio di fare il punto sugli interventi già eseguiti per ripristinare i servizi essenziali. Ma anche e soprattutto per gettare lo sguardo avanti e presentare le opere di ricostruzione. Se puntualmente si sono già potuti aprire alcuni cantieri ed altri lo saranno all’inizio del prossimo anno, per il grosso dei lavori di ricucitura del paesaggio lacerato dalla forza degli elementi, in particolare di quello della Valle Bavona, si dovranno attendere gli esiti dell’aggiornamento delle zone di pericolo. Esiti che dovrebbero giungere entro la prossima estate. Si è comunque già deciso il metodo della ricostruzione che prevede una direzione di progetto composta da Wanda Dadò, dalla sua collega di Municipio Dusca Schindler, dal presidente della Fondazione Valle Bavona Lorenzo Dalessi, da Paolo Poggiati e dal granconsigliere Fiorenzo Dadò. Direzione di progetto che avrà come coordinatori Matthias Neuenschwander ed Alma Sartoris. Punto cardine della progettazione, che inizierà comunque già all’inizio del 2025 ormai alle porte, sarà la promozione di un processo partecipativo che coinvolgerà la popolazione e dei vari partner interessati per quanto attiene alle opere di ricostruzione.
Parallelamente, il Municipio di Cevio intende portare avanti i progetti già sul tavolo e che l’alluvione ha temporaneamente «congelato»: dalla zona industriale nel comparto Riveo-Visletto al centro ricreativo-turistico di Bignasco, senza dimenticare il nuovo edificio delle scuole elementari. «Con l’aiuto di tutti - ha ribadito la sindaca Wanda Dadò - sapremo risollevarci».