«Noi, giovani della Vallemaggia, ci rialziamo con i nostri sogni dopo il disastro di quest'estate»
C’è Liza, 13.enne di Locarno, che la pista di ghiaccio della Lavizzara la conosceva molto bene, dato che vi si allenava con il gruppo di pattinaggio artistico. C’è Oliver, suo coetaneo di Aurigeno, rimasto colpito dalla distruzione del ponte di Visletto. E Giona, della stessa età ma di Gordevio, sorpreso della risposta dei Comuni all’appello «musicale» lanciato all’indomani del disastro scatenatosi in Alta Vallemaggia a fine giugno, un nubifragio costato la vita a sette persone (mentre una risulta ancora dispersa) spazzando via case, automobili e intere aziende agricole. Rivoluzionando il loro mondo, mettendo alla prova i sogni della fascia più giovane nella regione. I tre sono in collegamento con il Corriere del Ticino dal Centro Pro Juventute «Giovani E20» di Cevio - sul territorio dal 1997 -, animato dal responsabile, Joshi Pina, organizzatore di questo incontro.
Non tutti hanno ancora risposto
Proprio il 42.enne racconta dell’iniziativa avviata per raccogliere fondi: «Hanno scritto una lettera indirizzata ai Municipi ticinesi, esclusi quelli della valle, chiedendo una donazione per sostenere chi mette in campo idee rivolte in maniera mirata a ragazze e ragazzi. Siamo contenti delle risposte positive ricevute, alcuni non hanno fatto sapere nulla, ma c’è ancora tempo. Non sarà una cifra esorbitante, in tutto siamo arrivati a poco più di 1.500 franchi, tuttavia lo scopo era mostrare come pure i più piccoli siano considerati dal mondo delle istituzioni. Una sorta di “esercizio civico”».
E così, da Minusio e Orselina sono arrivati 200 franchi ciascuno, da Ascona, Brissago e Gordola 100 a testa, fino ai 1.000 della Società Stangon de Carabieta. «Ma quelli sono riservati alla trasferta», precisa il nostro interlocutore, riferendosi all’invito del complesso svizzero «77 Bombay Street». «Abbiamo cantato e registrato una loro canzone per promuovere il progetto. Alla fine, è arrivata alle orecchie dei musicisti autori, che ci hanno proposto di assistere al “dietro le quinte” del prossimo concerto, a Davos».
Una «fiaba invernale»
La data della due giorni fuori cantone è già fissata, si parte il 15 dicembre e saranno una dozzina, monitori inclusi, a parteciparvi. «È un evento inaspettato», esclama entusiasta Pina. Gli altri tre veri protagonisti non sono da meno. «Sono incredibilmente felice, non vedo l’ora di vivere questa fiaba invernale bellissima», sottolinea Liza.
«Un’esperienza indimenticabile» e «un premio per tutto l’impegno profuso per concretizzare la nostra proposta», le fanno eco Giona e Oliver. «Non penso capiti a chiunque un’occasione del genere. Siamo curiosi di conoscere questi artisti da noi tanto apprezzati e le emozioni che potrà portare una circostanza del genere».
Scelte da compiere
All’orizzonte, per il gruppetto, si prospetta quindi un’avventura dal sapore indimenticabile. Al rientro e dopo le feste, però, arriverà il bello: «Inizieremo a discutere a chi destinare e quanto dell’importo raggiunto tramite le donazioni», precisa il monitore. «È importante che siano essi stessi a compiere tali scelte, dato che saranno i beneficiari delle attività finanziate. Come detto, l’operazione si concluderà a fine 2024 e all’inizio del 2025 decideremo insieme ai ragazzi come distribuire i fondi raccolti».
Una parte – circa 400 franchi – era già stata devoluta, con l’accordo dei novelli promotori, alla pista di pattinaggio di Prato Sornico, distrutta dalla furia degli elementi e della quale, domani, c’è l’inaugurazione di una sua versione ridotta e provvisoria. «Il rimanente potrà essere impiegato per favorire piccole iniziative». Un gesto simbolico che però ha comunque la sua forza e il suo significato, perché nella notte tra il 29 e il 30 giugno tutto è stato stravolto. Tra le vittime, il futuro dei più piccoli.
Un giorno in più
«Proprio per questo, per sostenerli, abbiamo aggiunto un giorno di apertura. Una decisione presa per permettere a chiunque, e di qualsiasi fascia d’età, di partecipare ai nostri momenti educativi e ricreativi. Ora siamo aperti mercoledì, venerdì e sabato, offrendo così più opportunità di aggregazione», conclude l’animatore, il quale evidenzia come uno degli appuntamenti più gettonati sia quello della colonia estiva ad Aquila, in valle di Blenio. Ed era avvenuto proprio là il risveglio dopo la tragica alluvione.
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
Il bilancio del disastro
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'Alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana, due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia. Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti. Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima, tre.