«Creiamo un gruppo di esperti per dare un futuro a Fontana»
Fontana, in Valle Bavona, è la frazione di Cevio che ha subìto più danni a seguito del disastro scatenatosi in Alta Vallemaggia a fine giugno. Un potente nubifragio, nella notte tra il 29 e il 30, ha spazzato via abitazioni, vetture, macchinari e intere aziende agricole pure nel vicino Comune di Lavizzara.
L’alluvione, oltre alla distruzione, ha provocato la morte di sette persone, mentre una risulta tuttora dispersa. Sono trascorsi 150 giorni da quel tragico evento, ma continuano a succedersi numerose iniziative a sostegno delle zone colpite tra aiuti, raccolte fondi e appelli a donare. Proprio l’altroieri, poi, si è tenuto un primo incontro della Commissione incaricata di gestire le donazioni raccolte dalla Catena della Solidarietà per valutare le varie richieste, evidenzia la sindaca Wanda Dadò al Corriere del Ticino. La quale, a proposito di Fontana, ricorda come sia «un’area preziosa, la porta d’entrata di una zona dall’altissimo valore storico e antropologico, un valore da rispettare e proteggere», aggiunge la 63.enne. Tanto da voler creare, ora, un gruppo di esperti ai quali sarà affidato il compito di studiare e progettare i lavori di ripristino principalmente nella zona di Fontana.
Ritorno alla normalità
«Purtroppo, la strada della Val Bavona è ancora chiusa. Il divieto di accesso è sempre in vigore, tuttavia rilasciamo delle autorizzazioni speciali alle aziende che devono recarvisi per motivi di lavoro o ai proprietari di abitazioni. Al momento, sono in cantiere le varie opere inserite in una prima fase d’urgenza stilata dal Cantone che prevediamo di concludere prima dell’inverno». Una lenta ripresa verso la normalità, oltre che con l’installazione del ponte provvisorio a opera dell’esercito verso la fine di luglio - in sostituzione di quello andato distrutto -, è stata raggiunta con la messa in funzione dell’acquedotto provvisorio.
«Siamo molto soddisfatti, perché dal 15 novembre abbiamo un approvvigionamento idrico dalla sorgente di Fontana. Ora procederemo subito con la progettazione del collegamento definitivo, che potrà essere realizzato nel 2025. Dopo l’inverno, riprenderemo i lavori con l’obiettivo di completarlo entro la fine dell’anno prossimo».
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
«Ci impegnerà per anni»
La nostra interlocutrice entra nei dettagli della squadra che prenderà in mano il rilancio di Fontana: «Stiamo collaborando con la Fondazione Valle Bavona per creare una struttura che gestisca la progettazione dei lavori di ripristino. Stiamo creando un organigramma con un coordinatore e speriamo di completarlo nelle prossime settimane, così da avviare i lavori che dovranno sanare questa grande ferita». Persone competenti, insomma, che daranno supporto al Municipio, il quale si vedrebbe committente dell’opera. «Sarà un lavoro che ci impegnerà per diversi anni», dice Dadò.
«Ci preoccuperemo anche di una serie di punti con danni secondari, per i quali potremmo incaricare singoli progettisti, in collaborazione con l’ufficio tecnico. Ma Fontana è davvero la porta d’ingresso della Valle Bavona. Ci vorranno competenze e molto tempo per fare un lavoro eccellente per il nostro territorio». I prossimi passi vedrebbero il coinvolgimento di attori che già si occupano del territorio, «come rappresentanti della Valle Bavona e del nostro Municipio, oltre a tecnici e professionisti esterni che saranno di supporto per coordinare qualsiasi opera, inclusa la messa in sicurezza, in linea con le esigenze del territorio». Una mossa, questa, indispensabile per la sindaca. «Altrimenti, rischiamo di dover rifare i lavori».
L’idea della «supercommissione Fontana» è ancora in fase embrionale, ecco perché l’appuntamento è rinnovato «a metà dicembre o giù di lì. Intendiamo organizzare una serata aperta alla popolazione durante la quale forniremo tutti i dettagli. Lo scopo finale è procedere anche con le fasi di messa in sicurezza a breve, non solo della strada ma anche delle terre della Bavona, seguendo un criterio paesaggistico che venga ben integrato».
Niente ulteriori raccolte fondi
Un po’ a sorpresa, qualche giorno fa il Comune di Lavizzara aveva annunciato l’avvio di quattro ulteriori raccolte fondi: per il centro sportivo, per gli acquedotti, per la caserma dei pompieri e per gli interventi di premunizione. «Al momento, non intendiamo seguire il loro esempio anche se sono in corso delle riflessioni. D’altronde, la raccolta fondi congiunta continua e valuteremo la situazione. Ma prima aspettiamo con ansia il responso del Cantone e della Confederazione sugli aiuti che riceveremo. Dobbiamo capire quale sarà l’importo a carico di Cevio e quanto potremo coprire con la raccolta fondi unita». Complessivamente, i danni causati dall’alluvione ammontano a 35 milioni di franchi.
Da sapere
Le nuove condotte per la depurazione delle acque sono ora in funzione
Il Consorzio depurazione acque del Verbano comunica di aver completato gli interventi di ripristino delle condotte nei comparti di Cevio e Aurigeno, danneggiate dal maltempo di fine giugno. Le nuove strutture - costate 850.000 franchi, posate su altre già esistenti e che rimarranno in funzione fino alla realizzazione di quelle definitive nel corso dei prossimi anni - sono ora operative. Il presidente della delegazione consortile, Carlo Carata, ha espresso soddisfazione per il rispetto dei tempi e dei costi previsti, sottolineando l’importanza di abbandonare le soluzioni di emergenza per proteggere l’ambiente.
Il bilancio
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'Alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana, due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia. Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti. Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima, tre.