«Il disastro in Alta Vallemaggia ha sfidato la nostra comunità»
Laura Martini, residente a Bignasco, stava rientrando dalle vacanze insieme ai suoi genitori e alle sue tre figlie, ancora piccole. Suo marito era rimasto a casa, dato che doveva occuparsi di una serie di lavori di ristrutturazione. Era il 29 giugno e l’aereo era atterrato con tre ore di ritardo, alla una del mattino. «David, mio marito, aveva chiamato per dirmi che doveva partire in un intervento con i pompieri. “Laura, è pericoloso. Potrebbero esserci rami o alberi caduti lungo la strada, il tempo è davvero brutto. Resta a Minusio”», ricorda la 38.enne al Corriere del Ticino. Ben presto, però, si renderà conto che quello era solo l’inizio di un calvario che avrebbe sfidato l'intera comunità dell’Alta Vallemaggia, facendola tornare, tra l’altro, a lavorare in un ufficio «alla vecchia maniera», senza tecnologia né internet. Una devastante alluvione sulla Bavona e sulla Lavizzara, dal bilancio gravissimo: sette morti, mentre una persona risulta ad oggi ancora dispersa.
«Urlava di non salire in valle»
«Non avevo molta voglia di seguire il suo consiglio. Volevo tornare a casa, ma abbiamo deciso di non muoverci», spiega la nostra interlocutrice, tra l’altro responsabile dell’agenzia della banca Raiffeisen di Cevio, che ha sede nella piazza del paese. Oltre il famigerato ponte di Visletto, «simbolo» inconsapevole della disgrazia. Cerca di mettersi in contatto con il marito, senza successo. «Ma era uscito per l’intervento, sapevo che non poteva rispondere».
La telefonata arriva ore dopo, in mezzo a notizie frammentarie di conoscenti che iniziano a fare domande scrivendo messaggi. «Urlava, diceva di restare a casa, perché il ponte era crollato e le strade erano un disastro. “Restate lì, resta lì con le bambine, ci sentiamo domani, stai tranquilla”». Lunedì mattina, lasciando le piccole a Minusio, parte di buon mattino. «E finalmente riesco a riabbracciare mio marito David». Dopo un rientro dalle vacanze movimentato, ecco un’altra giornata: è una giornata «molto strana».
«Si torna alla carta carbone»
«Vado in un negozio per prendere un pensiero per mia suocera che nella notte era stata evacuata da Fontana, ma si può pagare solo in contanti. E non ne avevo». La donna torna indietro al ponte, unico punto dal quale è possibile telefonare. «Parlo con Cristiano, il mio direttore, e decidiamo di far consegnare qui a Cevio delle banconote di piccolo taglio, affinché i nostri clienti possano prelevare qualcosa per le commissioni».
Ma non solo. Senza computer, senza comunicazioni e senza internet, si deve tornare «alla vecchia maniera». E fare il pieno di fiducia: «A chi dimostrava di essere cliente Raiffeisen, consegnavamo 200 franchi». Le registrazioni avvengono con la carta carbone, scrivendo a mano sui fogli. Senza ulteriori verifiche. «È stata tosta. Non tanto per le operazioni finanziarie in sé, quanto per i giorni successivi. Chiunque arrivasse allo sportello, aveva la sua storia. Purtroppo molte negative e tristi».
«Iniziative di successo»
Tentando di scacciare i pensieri più cupi, Martini e un paio di amiche mettono in piedi una serie di iniziative. A cominciare da una giornata dedicata ai bambini. «Il direttore mi ha dato carta bianca, concedendomi anche la giornata di lavoro in ufficio per organizzare queste attività». Sempre la banca, tra l’altro, funge da sponsor principale. Il raccontastorie Francesco Mariotta porta al giovane pubblico (radunato con il passaparola dato che non era possibile fare altrimenti) uno spettacolo ben più lungo del solito. «Avevamo organizzato anche il pranzo, la merenda con le torte e così via. La cosa ancora più bella, però, è che ha partecipato tutta la popolazione, non solo le famiglie o i bambini».
«Un’estate strana, ma...»
Sull’onda di quel successo è arrivata anche la proiezione, nella sala multiuso del comune, della partita dei campioniati europei Svizzera-Inghilterra: «Abbiamo cercato degli sponsor, un negozio ha offerto prodotti alimentari, c’è stato chi ha offerto dei fusti di birra, o semplicemente degli artigiani che hanno anche donato 50 o 100 franchi». Anche in questo caso, l’incasso è stato donato a favore della raccolta fondi a sostegno dei comuni di Cevio e Lavizzara. «È stata un’estate molto strana, ma secondo me è stata comunque un’estate che ci ha unito come comunità e come popolazione», conclude la responsabile dell’agenzia della banca Raiffeisen di Cevio.
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
Il bilancio
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'Alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti. Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima, tre.