«In Bavona pronti a rialzarci appena arriva la primavera»
Con la primavera arriverà... la normalità. Questo, perlomeno, è quanto spera il Municipio di Cevio per la sua Valle Bavona, epicentro (a Fontana, per la precisione) del disastro che si è abbattuto in Alta Vallemaggia nella notte tra il 29 e il 30 giugno causando sette morti accertati, mentre una persona risulta sempre dispersa. Da allora, l’accesso alla strada oltre Bignasco, al contrario della Val Lavizzara, è sbarrato. Oltre i cartelli di divieto totale di accesso, è tutto un cantiere e si sta lavorando a pieno ritmo per ripristinare il passaggio. «Lo faremo a tappe», spiega al Corriere del Ticino Dusca Schindler, capodicastero approvvigionamento idrico e edilizia del Comune di Cevio.
«Chiesto il lavoro ridotto»
«Già adesso, a orari e condizioni ben precise nei fine settimana, rilasciamo permessi speciali per i proprietari di seconde case. A novembre vorremmo estenderli, sempre ai soli residenti, ma il nostro obiettivo è la riapertura completa, anche al turismo, per la primavera». Una boccata d’ossigeno «per gli esercizi pubblici che hanno patito tanto quest’anno», evidenzia ancora la 48.enne. Com’è capitato a Martino Giovanettina, proprietario e gerente dell’osteria alpina La Froda a Foroglio, fondata nel 1928.
Il 63.enne, che è anche editore indipendente e scrittore, lamenta un enorme buco economico proprio a causa della strada inagibile: «Siamo stati costretti a chiudere subito dopo l’inaugurazione della mostra collettiva di nove artisti, con installazioni e sculture. Il nostro non è soltanto un ristorante, è un vero e proprio punto di ritrovo, un centro culturale. Certo, i dipendenti hanno beneficiato dell’indennità di lavoro ridotto, ma noi titolari non abbiamo ricevuto alcun supporto economico. Nemmeno sul fronte dell’assicurazione per la perdita di guadagno, poiché lo stabile, di per sé, è rimasto integro». Il nostro interlocutore ribadisce come quest’anno sia ormai passato senza entrate. La comunità attorno all’osteria ha contribuito con versamenti spontanei per alleviare il dissesto. «Ci ha fatto molto piacere, anche se purtroppo non saranno sufficienti a coprire le perdite».
«Calo dell’80%»
Meglio, ma non troppo, è andata a Marco Callera, da cinque anni gerente dell’albergo Robiei, di proprietà delle Officine idroelettriche della Maggia.
«Abbiamo subìto un calo dell’80%, anche se abbiamo comunque ospitato qualche escursionista esperto arrivato dalla capanna Cristallina o dalla val Formazza, più alcuni operai al lavoro sui cantieri nei dintorni». Anche il 40.enne, al pari del collega di Foroglio, ha richiesto la possibilità di sfruttare il lavoro ridotto per i dipendenti. «Di solito siamo in nove, ma vista la situazione siamo rimasti solo in due».
«Il pozzo per l’emergenza»
Un altro notevole grattacapo è stato quello relativo ai collegamenti idrici. La sorgente di Fontana, o sorgente «del Chiall» è stata spazzata via e invasa dal fiume, mentre le condotte che portavano l’acqua nel Comune sono state divelte. «Fortunatamente, a Cevio c’era un vecchio pozzo di captazione, che ci ha permesso di essere serviti fin da una settimana dopo l’alluvione», dice ancora Schindler.
«Si tratta di una situazione d’emergenza, perché il pozzo ha settant’anni ed è dimensionato per le poche centinaia di persone dell’odierno quartiere di Cevio, ma in questo momento ne serve oltre mille. Abbiamo chiesto un uso parsimonioso dell’acqua e mi rallegro di come la popolazione abbia dato seguito alla nostra richiesta, dimostrando grande sensibilità e maturità».
Nel frattempo, sono proseguite le analisi sulla sorgente. «Di acqua sorgiva ce n’è ancora tanta e di alta qualità. Proprio per questo siamo partiti subito con la progettazione del collegamento per ripristinare il collegamento dal Chiall al Comune».
«Definitivo per il 2025»
«A fine mese e salvo imprevisti, dovremo completare un allacciamento provvisorio con la sorgente. Poi partirà il progetto definitivo e prevediamo di ristabilire la normalità per il 2025», conclude Schindler, sottolineando come la struttura - inizialmente dedicata al quartiere di Bignasco e poi anche a quello di Cevio, inclusa la zona industriale di Riveo e Visletto - fosse sin dall’inizio dimensionata in maniera corretta per l’approvvigionamento dell’intero comparto.
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui