Il fatto

Da Locarno un abbraccio e un applauso all’atleta Claire Ghiringhelli

È stata ricevuta a Palazzo Marcacci l’unica ticinese che ha partecipato ai Giochi paralimpici estivi di Parigi - «Il mio messaggio ai giovani? La vita a volte è dura, ma è bellissima e ricordate: il primo ostacolo siamo sempre noi stessi»
Il Municipio al completo accoglie Claire Ghiringhelli, in visita da Parigi alla sua amata città d’origine da parte di madre. © CdT/Chiara Zocchetti
Jona Mantovan
15.12.2024 21:30

È un sabato carico di emozioni, a Palazzo Marcacci. Una mattinata di abbracci e di applausi. L’atleta Claire Ghiringhelli, unica ticinese ad aver partecipato ai Giochi paralimpici di quest’estate a Parigi - dai quali ha portato a casa un ottavo posto assoluto nella sua categoria, ottenendo un diploma olimpico -, è ricevuta dal Municipio di Locarno. L’iniziativa è della locale società canottieri, alla quale la donna è tesserata già da quando aveva iniziato a praticare la disciplina sei anni fa. 

All’epoca era ancora in ospedale, iniziando a fare i conti con una paralisi dalla vita in giù dopo l’operazione per rimuovere un tumore toracico al midollo spinale. Ingegnera esperta in materiali aeronautici e madre di tre figli, non ha mollato: «La stabilità della mia vita è possibile grazie a “quattro gambe”, come quelle di un tavolo. Il lavoro, la famiglia, lo sport e l’attenzione a me, alla mia salute. Ai giovani dico che la vita a volte è dura, ma è bellissima. E ricordate: il primo ostacolo siamo sempre noi stessi», afferma sorridente la 46.enne al Corriere del Ticino al termine della cerimonia.

«Un vanto per il Comune»

Una storia di sacrifici, determinazione e forza di volontà, quella di Claire. Raccontata, tra l’altro, nelle immagini del documentario ancora in lavorazione di Edoardo Nerboni («Tenere, tenere, tenere fino alla fine»), del quale un estratto è proiettato in anteprima.

Non esistono sogni troppo piccoli oppure progetti insignificanti, dovete raggiungere tutti i vostri obiettivi
Claire Ghiringhelli, atleta paralimpica nel canottaggio, 46 anni

«Non esistono sogni troppo piccoli o progetti insignificanti. Dobbiamo darci tutte le possibilità per raggiungere i nostri obiettivi, inclusi quelli che possono sembrare banali. Dobbiamo sempre cercare di essere felici, evitando di lasciar perdere ciò che ci sta a cuore», riprende la nostra interlocutrice, per poi congedarsi dando spazio ai numerosi sostenitori in sala, tra i quali a sorpresa pure il consigliere di Stato Norman Gobbi («Una specialità poco adatta a me, al contrario di mio nonno», rivela nell’intervento) oltre al vicepresidente della federazione Swiss Rowing, Martin Singenberger. «Ho iniziato a remare tre anni fa e ho conosciuto Claire l’anno scorso», spiega Tea, 17.enne di Minusio e socia - come molti presenti - della realtà fondata nel 1929. «È stata con noi in varie occasioni, dandoci consigli alle gare. Avere qualcuno con più esperienza che ti aiuta a dare il meglio di te è fantastico. Ed è un vanto che il nostro Comune l’abbia invitata qui, oggi».

«Non è molto diffusa, ma...»

Insieme a lei c’è Siria, 20 anni, «ai remi» dalla seconda media. «Non è un’attività molto diffuso, ma quando ci entri ti senti parte di una grande famiglia che si sostiene a vicenda e ci sono pure molte ragazze. Ho conosciuto Claire grazie alla Canottieri e ci ha seguito molto. È sempre molto bello parlarle e siamo felici del riconoscimento consegnato oggi dalle istituzioni. Spero continui così, riuscendo a fare bene nelle regate paralimpiche del 2028 a Los Angeles», esclama entusiasta.

È poi il sindaco della città, Nicola Pini, a motivare il premio assegnato alla campionessa cresciuta sulle sponde del Verbano.

«Facciamo il tifo per lei»

«È un’ispirazione grazie alla sua tenacia, forza, resilienza e capacità di lottare e andare avanti. Trovo meraviglioso vedere come da Locarno si possa arrivare sul tetto del mondo e le auguro di raggiungere ulteriori e fantastici traguardi negli anni a venire. Noi saremo qui e faremo il tifo per lei», dice il 40.enne, sottolineando come sia stato un onore aver conosciuto di persona la protagonista della mattinata.

Gli fa eco il vicesindaco, Claudio Franscella, che ricorda l’attività commerciale aperta dai nonni in Città Vecchia. «Certo, il padre è francese, ma la madre è locarnese e la nostra eroina è molto legata a queste zone, dove si allena di frequente. Ho sentito alcune interviste rilasciate dopo i suoi risultati ed è bello sentirla parlare del lago di Locarno, il Lago Maggiore, come un’oasi di serenità. Si capisce che per lei è sempre positivo poter ritornare nei luoghi d’origine».

«Siamo molto fieri di lei», conclude il vicepresidente dell’associazione che ha riportato in Ticino la festeggiata, il 63.enne Pierluigi Gennarini.

In 150 sopra le onde

«La nostra struttura è divisa in due “anime”, amatoriale e competitiva. In quest’ultima abbiamo una presenza femminile preponderante, mentre nell’altra siamo a un “cinquanta-cinquanta” tra ragazze e ragazzi». In tutto, sotto la bandiera del leone rampante incorniciato da un motivo che ricorda le onde, sono in 150 a vogare. L’esperto fa poi il punto sul numero di allenamenti: «Da tre fino a sette, anche nove volte alla settimana. Ma per diventare fuoriclasse il numero sale a sette o nove, se non addirittura 14».

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