«Che emozione! Il nostro “corto” proiettato al Palacinema»
Alla fine, la proiezione c’è stata. A sorpresa, nella sala principale del Palacinema, di fronte a centinaia di coetanei da tutte le scuole di Locarno. Erano riuniti in una giornata organizzata da Winterland - il villaggio natalizio di Piazza Grande e dintorni con pista di ghiaccio e numerosi eventi gratuiti fino al 6 gennaio - per ringraziarli della partecipazione a «Winty Scuola». Il programma è iniziato con i lungometraggio «Il Grinch». Ma poi, dopo i titoli di coda principali, ecco che sul grande schermo appare il lavoro della quarta B dei Saleggi: «Valérie». Qualche bambino riconosce Anastasia (10 anni), la protagonista, già dai primi fotogrammi: «Ehi, ma quella sei tu?!». «È stata una bella emozione e una volta riaccese le luci in sala è partito l’applauso», afferma al Corriere del Ticino il docente Carlo Mina. «Ora, però, stiamo organizzando una visione insieme ai genitori dei nostri novelli cineasti», osserva il 33.enne, che precisa come la piccola opera sarà inviata alla Schweizer Jugendfilmtage di Zurigo. Se tutto andrà bene, entrerà nella selezione della rassegna in calendario dal 12 al 16 marzo. E, perché no?, magari vincerà anche un premio.
Una specialista in classe
Nei dieci minuti del filmato di finzione si sviluppa la storia di una bambina arrivata in città «da un Paese in guerra», come si legge nei cartelli iniziali. «La trama tratta di valori profondi come l’accoglienza, l’integrazione e la tolleranza», spiega Mara Manzolini, regista e responsabile della concretizzazione del progetto, tra ottobre e novembre.
L’esperta è una sorta di «inviata» della manifestazione svizzerotedesca, la quale mette ogni anno in palio due giornate seguite da professionisti per realizzare una pellicola. «È tutta farina del loro sacco. Non solo hanno sviluppato il racconto, ma hanno deciso insieme a chi assegnare i vari ruoli», aggiunge la 30.enne, che alterna il suo tempo professionale a vari progetti del genere, come pure al Film Festival.
«All’inizio la nostra “eroina” non voleva esporsi, ma per gli altri era importante che in prima fila ci fosse proprio lei. Infine ha accettato. Quando succedono cose del genere è come una magia. Mi è piaciuto il fatto di aver girato le scene, nel corso di un’intera giornata, in vari luoghi chiave della zona».
Luoghi e personaggi
E così, dalla stazione al Parco Robinson, passando per le aule o i momenti insieme nel pulmino decorato con lo stemma del leone rampante, si incontrano il bullo, l’antagonista interpretato da Sammy (10 anni), la docente e il gruppo di compagni. La piccola trascorre il tempo in solitaria, seduta su una panchina. Ma poi arriva una conclusione inaspettata, grazie alla sua abilità nel disegnare espressa nelle pagine del quadernetto che porta sempre con sé.
Mille ispirazioni
«All’inizio c’era chi voleva realizzare qualcosa con i robot, altri preferivano un cartone animato o saghe fantascientifiche... Con l’aiuto di Mara, abbiamo circoscritto le proposte, discusso, votato e infine scelto il soggetto su cui lavorare, imparando le basi della struttura e della scrittura cinematografica», riprende ancora Mina.
«Erano usciti temi interessanti, legati allo sport o al bullismo. Abbiamo creato quattro gruppetti e ognuno ha scritto il suo copione. Poi, abbiamo preso il meglio da tutti e costruito la storia definitiva». I lavori preparatori, dice il nostro interlocutore, hanno coinvolto diverse discipline: «Soprattutto italiano, per argomentare le proprie tesi, scrivere la sceneggiatura e descrivere i personaggi, più attività di disegno per il materiale utilizzato nelle riprese. Il processo ha favorito una serie di qualità trasversali come la collaborazione, il confronto tra compagni e la discussione delle idee, aiutando a trovare accordi».
L’evoluzione del gruppo
La ventina di produttori «in erba» è stata scelta su trecento proposte ricevute dagli organizzatori delle giornate del cinema giovane sulle rive della Limmat, insieme ad altri 14 gruppi, conferma Manzolini: «Erano tutti entusiasti e curiosi di partecipare a un impegno svoltosi sull’arco di più settimane. Ho notato una bella evoluzione nella dinamica del gruppo, anche perché hanno potuto sperimentare un compito che aveva un traguardo molto concreto», conclude la giovane.