Il caso

Dopo la tragedia, il boom di ricerche online sui TheBorderline

In seguito al drammatico incidente di Roma, costato la vita a un bimbo, gli utenti hanno cercato di saperne di più: tra i più cliccati cannabis, Lamborghini, le scuse e i genitori degli youtuber – Ne parliamo con Ale Agostini, CEO di AvantGrade – Arresti domiciliari intanto per Matteo Di Pietro
© TikTok
Irene Solari
23.06.2023 13:00

Il tragico incidente avvenuto a Roma tra un SUV Lamborghini e una Smart, costato la vita a un bambino di cinque anni, ha scosso l'opinione pubblica e ha fatto parecchio discutere. Soprattutto perché lo scontro fatale è stato causato dai giovani youtuber del gruppo The Borderline mentre realizzavano una challenge, che prevedeva di restare per molte ore alla guida del bolide. Ragazzi famosi, che vantavano anche un certo successo e un buon seguito tra i coetanei sulle varie piattaforme social. Ed è proprio nel mondo online che, a seguito della tragedia, sono esplose le ricerche fatte sul loro conto. Un vero e proprio boom che non ha coinvolto solo l'Italia. Ma che cosa vogliono sapere gli utenti del web quando digitano sulle loro tastiere? Ne abbiamo parlato con Ale Agostini, CEO di AvantGrade, azienda attiva da oltre dodici anni nell’analisi dei dati online, che ha osservato tramite Google Trends le principali ricerche effettuate a tal proposito nell'ultima settimana.

Un grande interesse

Una notizia che – come prevedibile – ha catalizzato l’attenzione delle persone, anche alle nostre latitudini. Come spiega Agostini: «La Svizzera è stato il secondo Paese, dopo l’Italia, dove c'è stata la maggiore eco mediatica: è l'area dove c’è stato il rimbalzo più forte. C’è stata anche un’eco internazionale, nelle ricerche su Google». La notizia della tragedia, aggiunge il nostro interlocutore, è stata ripresa anche da diverse media internazionali, come Le Parisien, Euronews o il Guardian. «Quest’ultimo ha anche citato anche le eventuali azioni legislative in proposito delle quali si sta discutendo in Italia». Un’enfasi quantomeno europea, quindi. E un interesse del pubblico italiano e svizzero. «Questo ciò che emerge dai dati di Google. Soprattutto in termini temporali, si nota un grosso picco tra il 15 e il 16 giugno: è stato il momento di massimo interesse della ricerca «The Borderline»».

«Cannabinoidi» e «genitori» i più cercati

Ma che cosa hanno cercato, nello specifico, gli utenti? «Sono emersi diversi altri elementi correlati alla ricerca principale «The Borderline»», spiega Agostini. «Da una parte c’è stata una ricerca molto importante del termine «cannabinoidi». Probabilmente alcuni utenti non avevano ben capito di cosa si trattasse e quindi, incuriositi, sono andati a cercare cosa fossero. Poi, ovviamente, la ricerca di «The Borderline incidente», anche quella molto cliccata. Seguita da «The Borderline YouTube»», perché le persone volevano andare a vedere chi fossero questi ragazzi sul loro canale. «Un’altra cosa che ho trovato interessante e curiosa – prosegue il CEO di AvantGrade –, è la ricerca «genitori The Borderline», che ha visto un grosso incremento: utenti che che volevano scoprire chi fossero i genitori degli youtuber. E poi, sempre su Google, c’è stata un’impennata anche della ricerca Lamborghini». Ma di quest'altro aspetto parleremo meglio più avanti.

Curiosità morbosa

Molte persone, prosegue Agostini, sono anche andate a fare delle ricerche specifiche all'interno YouTube, come «The Borderline canale chiuso», piuttosto che «The Borderline scuse», o anche «Borderline incidente stradale». «Un po' come accade nella vita, anche qui abbiamo riscontrato una sorta di curiosità morbosa nell’andare a cercare il fatto tragico di cronaca. Forse alcune persone si aspettavano di vedere effettivamente quel momento ripreso e messo su YouTube». In generale, fa notare il nostro interlocutore, abbiamo delle ricerche molto specifiche su questa piattaforma. Tutte tendenze in forte aumento. E, sempre su YouTube, una delle combinazioni più cercate è stata «The Borderline Lamborghini». «Possiamo vedere che anche la macchina che ha causato l’incidente ha generato un certo scalpore».

Lamborghini e il danno di immagine

Da qui parte il discorso relativo al marchio Lamborghini e al possibile danno di immagine subito dopo il tragico incidente. «Se si cerca su Google.it oggi la parola Lamborghini, senza aggiungere altro, solo il nome della marca, notiamo una presenza molto forte nella parte alta della pagina dei risultati, delle notizie relative allo scontro», spiega Agostini. Che aggiunge: «Anche se cerchiamo la parola «Lamborghini» su YouTube dall’Italia, si vedono tutta una serie di video brevi, i cosiddetti «shorts», che parlano dell’incidente in una proporzione di 3 su 5, una percentuale importante. Sicuramente l’immagine della Lamborghini è rimasta toccata da questo fatto», rileva Agostini. Che fa un esempio: «Se fossi un potenziale utente in Italia che vuole andare a comprare una Lamborghini senza sapere niente di questa tragedia, mettendomi a cercare su Google mi troverei davanti a questi risultati. Una reputazione, quella di Lamborghini, che sta venendo danneggiata in modo collaterale dall’incidente». «Da questo punto di vista – prosegue il CEO di AvantGrade –, sarebbe interessante sapere se la società Lamborghini e il loro settore marketing stanno mettendo in campo delle azioni per rispondere a questo impatto mediatico che non sta facendo loro molto onore».

La logica dell'algoritmo

Le informazioni correlate alla tragedia, da un punto di vista della memoria di Google – se l’azienda Lamborghini non interviene –, potrebbero galleggiare nelle prime posizioni dei risultati di ricerca anche per diverse settimane o anche per più tempo, avverte Agostini. E questo, rispetto alla logica degli algoritmi: «Adesso Google vede una grande e importante fetta di contenuti associati a Lamborghini e all'incidente dei Borderline e quindi, automaticamente, dà spazio a questi risultati». In questo caso, l'azienda toccata nella sua immagine potrebbe mettere in campo delle misure per correre ai ripari, come spiega il CEO di AvantGrade. «Ci sono delle società specializzate nella gestione della reputazione online, come la nostra in Ticino, che vanno ad aiutare le aziende per mitigare gli effetti di danni reputazionali tipo questo». Ovvero a far scendere un po’ nell’ordine dei risultati questo genere di notizie. «Anche perché in una ricerca su Google, il 90% dei click degli utenti si ferma nei primi cinque o massimo dieci risultati», aggiunge Agostini.

Le piattaforme e la responsabilità

Un problema, quello dell'immagine, che però non sembra toccare allo stesso modo YouTube, come spiega il nostro interlocutore: «Curioso invece il fatto che se io cerco su Google YouTube, la piattaforma che girava attorno a questo incidente, non c’è il corrispettivo nel risultato relativo all’incidente». Questo anche perché, effettivamente, legata alla ricerca della parola YouTube troviamo tantissimi risultati. Un po' meno per Lamborghini. «Questa ricerca è di una magnitudine molto più alta rispetto al marchio della macchina: su YouTube, se uno non sa dell’incidente, non si nota praticamente nulla. Lamborghini ne esce più penalizzata». Agostini si concentra poi sull'azienda Alphabet, che possiede Google. «Non ha rilasciato nessuna dichiarazione in merito a questi fatti ed è una cosa un po' triste se si considera la tragicità estrema dell'incidente. È vero che alla base c’è un errore umano, ma questo comunque si è registrato all’interno di una piattaforma importante che dalle visualizzazioni trae delle monetizzazioni». E conclude: «Se qualcuno va a vedersi un video relativo a questo incidente su YouTube, la piattaforma piazza dentro della pubblicità che garantisce dei ricavi. Questo anche se il canale ufficiale dei TheBorderline è stato demonetizzato. Tutto ciò che viene cercato relativamente a questi fatti, e c'è stato un notevole aumento di interesse, crea entrate per YouTube. Quindi, mi sarei aspettato qualcosa, una presa di posizione anche sul ruolo dei social e il loro utilizzo da parte dei giovani, i quali magari non si rendono conto dei danni che possono provocare con queste sfide».

Arresti domiciliari per Matteo Di Pietro

Arresti domiciliari, intanto, per Matteo Di Pietro, lo youtuber indagato per omicidio stradale in relazione all'incidente. Ne dà notizia l'ANSA. Su quanto avvenuto a Casal Palocco la procura di Roma ha disposto una serie di consulenze: la ricostruzione della dinamica dell'incidente, con la verifica della velocità a cui viaggiava il SUV e l'analisi dei cellulari delle cinque persone che erano a bordo. Su quest'ultimo punto l'obiettivo degli inquirenti è verificare l'esistenza di video, foto o comunicazioni utili alle indagini, soprattutto in relazione all'ipotesi della «sfida» da postare sui social che il gruppo di youtuber stava effettuando.
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