Ecco perché Putin voleva a tutti i costi che fosse liberato Vadim Krasikov

Dopo molti sforzi e intense trattative, il Cremlino è infine riuscito a far liberare il killer Vadim Krasikov, condannato all'ergastolo da un tribunale tedesco nel 2021 per l'uccisione, nel 2019, di Zelimkhan «Tornike» Khangoshvili, un ceceno di etnia georgiana. L'assassinio avvenne in un parco di Berlino, in pieno giorno. Sulle motivazioni politiche di quell'uccisione, beh, non ci sono dubbi. Putin, lo scorso febbraio, durante l'arcinota intervista con Tucker Carlson aveva parlato di quell'assassinio come di un servizio pubblico reso da Krasikov, «un uomo che, per motivi patriottici, ha eliminato un bandito». «Bandito» poiché Khangoshvili aveva combattuto Mosca durante le guerre cecene ed era ricercato in Russia con l’accusa di terrorismo. «Che l'abbia fatto di sua iniziativa o no, beh, è un altro discorso» aveva aggiunto, in maniera sibillina, il presidente.
Ma perché il presidente russo voleva così fortemente la liberazione di Krasikov? A provare a rispondere alla domanda è stato il Blick che ha messo sul tavolo diverse ipotesi. Innanzitutto è importante sottolineare come, per ora, Vladimir Putin non abbia illustrato pubblicamente la ragione per la quale aveva così a cuore il rilascio del killer. Il presidente russo e Krasikov non sono comunque dei perfetti sconosciuti, basti pensare che giovedì sera, al suo rientro in Russia, il killer si è visto abbracciare da Putin il quale gli ha detto: «Che bello». I due, in effetti, si conoscerebbero da diversi decenni ormai. Secondo Spiegel, Krasikov avrebbe apparentemente aiutato Putin quando quest'ultimo era vicesindaco di San Pietroburgo negli anni Novanta. Non sono però chiare le circostanze esatte della loro collaborazione; è possibile che Krasikov lavorasse come guardia del corpo dell'attuale presidente russo.
Un'altra ipotesi che spiegherebbe l'interesse del Cremlino nei confronti del killer di Berlino è che quest'ultimo sia a conoscenza di segreti che Putin non vuole che vengano rivelati. In questo senso, la Bild parla di una possibile implicazione nella morte misteriosa di una personalità politica. Che Krasikov sapesse troppo e il presidente russo non volesse correre il rischio che potesse rivelare importanti segreti alle autorità occidentali? Già nel 2023, la politologa specializzata in Russia Vera Grantseva aveva dichiarato su TF1 : «Vadim Krasikov ha resistito fino alla fine (dell’interrogatorio), ciò significa che ha dei segreti che potrebbe rivelare ai servizi segreti tedeschi e questo, secondo me, è ciò che il Cremlino vuole nascondere».
Intanto, venerdì scorso il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato che Krasikov era un agente dei servizi segreti russi (FSB). «Vadim Krasikov è un membro dell'FSB», ha detto. L'ipotesi è che facesse parte dell'unità d'élite «Alpha». «Ha lavorato con numerosi (attuali) impiegati per il servizio di sicurezza del presidente» ha chiarito Peskov. In precedenza, tuttavia, la Russia aveva negato qualsiasi collegamento con Krasikov. Putin stesso lo aveva semplicemente descritto come un patriota che ha eliminato un nemico pubblico a Berlino. Tuttavia i servizi d'intelligence turca, che hanno giocato un ruolo determinante nello scambio di prigionieri, avevano a loro volta affermato che Krasikov ricopriva un ruolo ufficiale all'interno dell'apparato statale russo. Del resto anche le autorità tedesche non hanno mai dubitato che il killer di Berlino lavorasse per Putin.