Politica

Emanuele Berger e il nodo da sciogliere

Duro attacco dei liberali radicali al direttore della Divisione della scuola - «Il Consiglio di Stato e la direzione del DECS hanno ancora fiducia nella sua conduzione?» - Speziali: «Non si risolve tutto con la sostituzione di una sola persona, però, qualcosa va fatto»
©Francesca Agosta
Francesco Pellegrinelli
23.03.2025 20:00

Dal singolo episodio (il recente e discusso caso dell’abilitazione dei docenti presso il DFA) a una riflessione di carattere «ben più ampio» che riguarda l’intera conduzione della Divisione della scuola. A proporla sono i vertici del PLR attraverso un’interpellanza dal titolo quanto meno esplicito: «La conduzione della Divisione della scuola merita ancora fiducia?». Il timbro, insomma, è quello dell’attacco frontale, rivolto in primo luogo al suo direttore, Emanuele Berger, e in seconda battuta a chi ne ha avallato le scelte politiche di gestione, ossia la direttrice del DECS, Marina Carobbio.

A firmare il duro atto parlamentare sono i vertici del partito liberale radicale, il presidente Alessandro Speziali, il capogruppo Matteo Quadranti e la vicepresidente Natalia Ferrara. I quali, in maniera piuttosto inedita rispetto al tenore delle uscite che hanno caratterizzato la precedente conduzione Speziali, sembrano aver interpretato alla lettera la volontà del presidente di essere maggiormente incisivi sulla scena dell’attualità politica, come indicato dallo stesso Speziali durante il suo intervento in occasione della conferma del secondo mandato.

Il cahiers de doléances

Ecco fatto. Il PLR quindi va all’attacco. Lo fa mettendo in fila gli episodi definiti «problematici» che negli ultimi anni «hanno provocato disfunzioni, accese discussioni e malumori, non solo con la politica, ma all’interno del mondo scolastico stesso». In ordine cronologico, l’interpellanza ricorda – solo per citarne alcuni – «le modalità di conduzione e presentazione della Scuola che verrà; la difficoltà a stabilire un dialogo e un coinvolgimento vero sui progetti proposti dalla scorsa direzione del DECS; le valutazioni molti opinabili delle sperimentazioni o dei sondaggi promossi; la costante difficoltà a concepire visioni e approcci pedagogici ed educativi diversi da quelli perorati dalle direzioni del DECS, ecc».

La goccia e il vaso

La lista – secondo i tre firmatari – è lunga, anche se la goccia (o le gocce) che hanno fatto traboccare il vaso sono almeno due. Oltre al già citato caso dei 13 aspiranti docenti di italiano rimasti a piedi, nella lista degli episodi ritenuti «problematici» spicca «l’incapacità di garantire assunzioni (...) all’altezza delle competenze richieste». Chiaro il riferimento alla sentenza con cui un mese fa i giudici del Tribunale cantonale amministrativo hanno annullato la nomina di Mattia Pini e Désirée Mallè alla direzione congiunta della Sezione dell’insegnamento medio superiore, poiché - stando al verdetto - il Governo non avrebbe verificato se i due fossero in possesso dei requisiti indicati nel bando di concorso. Di qui, appunto, la lunga serie di domande rivolte al Consiglio di Stato e al DECS, a cominciare dalla prima: «La conduzione di Emanuele Berger gode ancora della fiducia del Governo e del Dipartimento competente?». Il PLR chiede inoltre «come giudica il crescente malumore, che prende forma anche attraverso prese di posizione all’indirizzo del Dipartimento?». E ancora: «Come giudica la recente presa d’atto degli errori commessi nell’elaborazione delle stime del fabbisogno di docenti e conseguentemente nell’ambito dell’abilitazione?». Domande, che vanno dritto al punto, e che preparano, per così dire, il terreno per l’ultimo quesito: «Il Governo non ritiene doveroso commissionare un’analisi del funzionamento della Divisione della scuola?».

Il nodo da sciogliere

Il PLR, quindi, va all’arrembaggio di un Dipartimento su cui strategicamente ha messo gli occhi in previsione futura? «La scuola è sempre stata una priorità della mia conduzione, senza alcun ragionamento a tavolino», ha commentato al CdT Speziali. «Piuttosto, nel dipartimento si è imposto un paradigma che da troppo tempo genera malumori, fuori e dentro. Qualcosa deve cambiare». Berger? «Non so quali siano le misure più adatte che la consigliera di Stato vorrà prendere. Constatiamo però che anno dopo anno, la situazione appare sempre meno condivisibile. Non tutto si risolve con la sostituzione di una sola persona, di certo, però, è un nodo importante da sciogliere».

L’assemblea VPOD

Intanto, accanto all’interpellanza PLR (l’ultimo atto parlamentare di una lunga serie) si è mosso pure il sindacato VPOD che ha indetto per mercoledì (ore 20) un’assemblea per i docenti neoabilitati e abilitandi al DFA alla Casa del Popolo di Bellinzona. «Sarà un importante momento per discutere dei problemi della categoria e, soprattutto, delle soluzioni concrete e dei prossimi passi sindacali».

Correlati
I docenti senza impiego? «Quel caso è la punta dell’iceberg»
Un gruppo di 62 docenti prende posizione sui giovani neoabilitati insegnanti di italiano che non avranno ore di insegnamento, spiegando che il problema è più generalizzato – La direttrice Marina Carobbio-Guscetti: «Al via un monitoraggio per capire come siamo giunti a questa situazione»
Abilitazione dei docenti, la questione ora è politica
Tredici aspiranti docenti di italiano in formazione al DFA non avranno il posto di lavoro in Ticino il prossimo anno scolastico – Il Partito socialista chiede al Governo quali calcoli sono stati fatti quando è stato aperto il corso – Molto critico l'MPS, che vorrebbe invece rivedere l'intero sistema