L'emergenza

«I lavori dureranno almeno un mese»: A2 a rischio paralisi

Si inizierà domani, lunedì, con la messa in sicurezza del fiume Moesa che ha causato il crollo del tratto di A13 – Fioroni (USTRA): «Le tempistiche saranno condizionate dal meteo» – A preoccupare le autorità federali è la viabilità al Gottardo – Cassis: «Informeremo i Paesi vicini»
©MICHAEL BUHOLZER
Francesco Pellegrinelli
23.06.2024 20:32

I lavori di ripristino dell’A13 collassata venerdì sera in zona Boffalora per un tratto di oltre 150 metri dureranno alcune settimane, probabilmente un mese. Marco Fioroni, direttore della filiale ticinese dell’Ufficio federale delle strade (USTRA), è comunque cauto: «Stabilire una tempistica esatta per la ricostruzione della strada è difficile. Sicuramente non è un affare di pochi giorni».

Dopo l’ultimo sopralluogo effettuato sabato mattina con l’ausilio di tecnici e geologi sembra comunque confermata l’ipotesi di una chiusura prolungata. «Prima di un mese, non se ne parla», chiosa Fioroni.

Un contraccolpo non da poco per la viabilità lungo l’asse nord-sud, in un periodo, quello estivo, già particolarmente sensibile. Al momento e fino alla fine dei lavori, la viabilità lungo l’asse alpino verrà infatti garantita deviando il traffico attraverso il San Gottardo. «Non possiamo non essere preoccupati», avverte Fioroni. Con l’inizio dei tradizionali esodi vacanzieri, il rischio di una paralisi dell’A2 è più che concreto. «Sarà fondamentale informare i turisti, innanzitutto della chiusura dell’A13; ma anche che i tempi di percorrenza sul Gottardo rischiano di essere ancora più lunghi del solito».

Nei prossimi giorni, USTRA e DATEC definiranno la strategia da adottare, ha fatto sapere dal canto suo il consigliere federale Ignazio Cassis, presente a Roveredo per la conferenza stampa. «Albert Rösti, a capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), si confronterà con l’USTRA per capire come agire nelle prossime ore e nelle prossime settimane», ha detto Cassis. «La comunicazione andrà decisa anche con le Polizie degli Stati limitrofi», ha aggiunto dal canto suo Fioroni. In generale, l’idea è di informare i turisti del Nord Europa sui rischi legati alle code al Gottardo, proponendo, già ai confini nazionali, strade alternative, per esempio attraverso il Brennero. Allo stesso tempo, prosegue Fioroni, si dovrà cercare di sfruttare al meglio il Gottardo, «per esempio aprendo tutti i giorni (non solo il sabato e la domenica, ndr.) la Cupra». Un espediente per cercare di smaltire sul passo una parte delle code che verosimilmente si creeranno al portale sud del San Gottardo.

Un’eventualità quasi certa visti i carichi giornalieri lungo gli assi alpini: «Grossomodo dal San Bernardino in estate transitano fino a 15 mila veicoli al giorno. Se si calcola che dal Gottardo ne passano 25 mila, si intuisce la gravità della situazione». Potenzialmente, una situazione esplosiva. Da vera paralisi.

Tempistiche e strategia

Nel frattempo è stata anche chiarita la dinamica del crollo avvenuto venerdì attorno alle 20.30. «Le intense piogge hanno causato la fuoriuscita di un riale laterale all’A13 che ha completamente ostruito il letto della Moesa. Fiume che, a sua volta, ha cercato sfogo fuori dai margini, erodendo il terreno e facendo crollare circa 150 metri di autostrada», spiega Fioroni.

I lavori di ricostruzione inizieranno quindi proprio dalla messa in sicurezza della Moesa e, in un secondo tempo, si passerà al rifacimento della strada. «Al momento, abbiamo organizzato le imprese e i progettisti», spiega ancora Fioroni. «Se domani mattina il livello della Moesa si sarà abbassato, inizieremo a liberare il letto del fiume».

Con la Moesa ostruita, infatti, il rischio di nuovi danni è altissimo, osserva ancora il direttore di USTRA. «Questo lavoro ci occuperà una settimana, sempre che le condizioni meteo ce lo permetteranno». A dettare le tempistiche della ricostruzione dell’A13 saranno infatti anche le perturbazioni attese nelle prossime settimane, ciò che rallenterebbe ulteriormente le operazioni. «Saremo confrontati ancora per diversi giorni con questa instabilità latente. Se tutto procede senza intoppi, a inizio luglio inizieremo con i lavori di ricostruzione dell’autostrada che potrebbero durare due - tre settimane». L’idea è di aprire, in via provvisoria, una corsia per direzione, in modo da alleggerire il Gottardo. La data del ripristino completo, invece, non è ancora stata stabilita. Del tipo: prima l’emergenza, poi il resto. «I tempi comunque sono questi e, come detto, dipendono molto anche dal meteo», conclude Fioroni.

La preoccupazione del TCS

«Chiaramente c’è preoccupazione per la situazione viaria venutasi a creare», ha commentato al CdT il portavoce del TCS Massimo Gonnella. «Il tragico evento è capitato nel momento peggiore, ossia alla vigilia delle vacanze quando il traffico sull’A2 si intensifica e la tratta è notoriamente sotto pressione». Con il San Bernardino interrotto, viene infatti a mancare lo sfogo naturale verso questa arteria, osserva ancora Gonnella. «Le alternative, tuttavia, esistono e come TCS le consigliamo caldamente, vista la situazione. Per chi viene da nord ovest del Paese è possibile optare per il Lötschberg. Una volta giunti in Vallese occorre però superare il Sempione (passo o navetta). C’è anche la possibilità di transitare dalla Novena per chi vuole andare in Ticino, oppure dal Gran San Bernardo per chi è diretto in Italia». Infine, Gonnella ricorda i numerosi colli tra il Grigioni e l’Italia. 

La situazione sulla cantonale

Ma la furia del maltempo non ha compromesso unicamente la viabilità autostradale. Detriti e colate di fango hanno ostruito anche la strada cantonale in diversi punti tra Mesocco e Lostallo. A fare il punto in conferenza stampa è stato William Kloter, responsabile delle operazioni della Polizia cantonale grigionese. «Da Bellinzona a Cama la situazione è stabile, pertanto la strada cantonale è in uso e la gente può andare e venire come desidera». Stando all’ultima comunicazione della polizia retica , la strada cantonale tra Lostallo e Mesocco è stata aperta, in entrambe le direzioni, questa sera a partire dalle 22.00. Per motivi di sicurezza, invece, il tratto tra Mesocco e Lostallo sarà completamente chiusa al traffico di transito e turistico in entrambe le direzioni per almeno una settimana per consentire i lavori di sgombero. «Saranno consentiti solo i servizi di collegamento per i residenti», si legge sulla nota. «L’Ufficio tecnico lavora con tanta dedizione e sappiamo che la gente vuole usare la strada cantonale, ma ci sono molti rischi», ha concluso Kloter.

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