Muralto

«Il nostro “Urbania” rispetta tutte le norme edilizie»

La Renzetti Properties ribatte alla Società ticinese per l'arte e la natura, autrice del ricorso contro la licenza rilasciata dal Municipio per il progetto di riqualifica del comparto di fronte alla stazione di Locarno, sul quale si affaccia il Grand Hotel - «I portici da demolire saranno ricostruiti e anche valorizzati»
Come potrebbe essere in futuro © MAD
Red. Locarno
24.09.2024 23:43

«Vogliamo andare avanti. La nostra visione lo merita, perché riqualifica un’area degradata. E rispetta tutte le norme edilizie». La Renzetti Properties, promotrice del progetto «Urbania», così reagisce al ricorso della Società ticinese per l’arte e la natura (STAN), preoccupata per la demolizione dei portici, che però saranno poi ricostruiti nell’ambito del progetto di riqualifica del comparto di fronte alla stazione di Locarno. Un investimento di 30 milioni, fra l’altro legato anche al rilancio del Grand Hotel di Locarno.

«Il ricorso della STAN, sebbene fondato su preoccupazioni legittime, non tiene conto dell’equilibrata ponderazione degli interessi operata dalle autorità e del quadro normativo approvato», si legge in un comunicato. «La rivalorizzazione di un comparto degradato, attraverso un intervento qualificato, non porterà solo benefici sotto l’aspetto architettonico e urbanistico, ma anche a livello sociale e turistico per tutta la regione. Contribuirà a migliorare la qualità della vita, rendendo l’area più attrattiva per i residenti e i visitatori».

Una mossa «contradditoria»

Il comunicato riavvolge il nastro del tempo fino al 2011: «L’associazione che oggi si oppone in realtà era stata coinvolta in questo progetto sin dall’inizio. Nella lettera spedita al Municipio di Muralto nel 2011, infatti, non esprimeva alcuna obiezione né osservazione. Il ricorso di oggi contraddice il giudizio positivo espresso in precedenza, in fase di consultazione».

Un investimento di 30 milioni che mira a restituire dignità a un’area che oggi risulta «degradata»

Il nodo della questione sta nell’obiettivo di salvaguardia massimo del comparto Ramogna Grand Hotel, nella definizione dell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS). Secondo la STAN, vista la premessa, «le autorità hanno di dovere ponderare gli interessi in gioco, soppesando gli aspetti urbanistici, architettonici e storici».

Su questo punto, la nota dello studio Renzetti osserva come l’ISOS fornisca «indicazioni di carattere conoscitivo, ma non impone vincoli giuridici alla conservazione di edifici, come ribadito in varie sentenze del Tribunale federale. Inoltre, il progetto prevede sì la demolizione di edifici esistenti, tra cui alcuni dotati di portici, ma anche la costruzione di nuovi stabili, sempre dotati di portici. L’intervento è parte di un più ampio piano di riqualificazione che mira a valorizzare l’area urbana in coerenza con il Piano particolareggiato del Grand Hotel, approvato dal Consiglio di Stato nel 2011».

«Privo di natura speculativa»

Il Piano particolareggiato, fra l’altro, non registra le raccomandazioni riportate in proposito nell’ISOS, rilevano ancora i promotori del progetto Urbania. Ma non è tutto. Oltre a rispettare il piano, il progetto «non ha una natura speculativa: per garantire un’integrazione migliore, non sfrutta la volumetria permessa. Stiamo parlando di quasi un migliaio di metri quadrati in meno, con l’obiettivo di integrarsi in maniera armoniosa con il paesaggio cittadino».

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