Il reportage

«Noi, negozianti alla stazione di Locarno, aspettiamo una riqualifica»

Il comparto nei dintorni della ferrovia, a Muralto, nei prossimi anni cambierà volto: dal Grand Hotel al nuovo assetto viario - Chi opera in questa zona non vede l’ora di una svolta: «Si spera arrivi presto, ma temiamo per i parcheggi eliminati»
In futuro, l’edificio che ospita Avec e Kiosk farà spazio alla pensilina con cinque corsie per autobus più una per i taxi; in primo piano, Scilla Rodriguez, che dopo cinque anni ha rilevato il negozio in cui lavorava, «Les Griffes»
Jona Mantovan
17.06.2024 06:00

Quello della stazione di Locarno è un comparto che nei prossimi anni cambierà faccia. E tanto. Le visioni sulla «porta d’ingresso» della Città non si contano. Dal GrandHotel, che l’imprenditore Stefano Artioli intende riaprire in grande stile dopo decenni trascorsi in stato di abbandono, al nuovo assetto viario, in particolare con gli autobus che passeranno attraverso viale Cattori. Un progetto contestato, quest’ultimo, perché - a detta del comitato autoproclamatosi «salvatore» di quel tratto di strada collegato al lungolago - mette in pericolo «lo charme di una delle zone più pregiate del Locarnese». Per non parlare dei parcheggi, che spariranno. Un punto che preoccupa buona parte di esercenti e negozianti che qui, ogni giorno, sollevano la saracinesca. Anche se la maggior parte non vede l’ora del futuro. «Sarebbe ora di una bella rinfrescata», sembrano quasi voler rispondere in coro.

«Beneficio a tutti»

«È una bella zona, tranquilla. Turistica, centrale», premette Roberto Natali, titolare della farmacia Del Lago. Una realtà che conosce bene, dato ci lavora da 11 anni. «Molte strutture hanno una certa età e benvenga il fatto che siano rimesse a nuovo. Sono solo un po’ titubante sull’abolizione dei parcheggi, perché molti clienti arrivano in auto e magari non hanno una mobilità elevata», il 52.enne, però, è ottimista sull’apertura del rinnovato Grand Hotel: «Porterà beneficio a tutti».

La situazione è difficile e il tempo piovoso non ha aiutato. Spiace, poi, che molti locarnesi non visitino la loro Città
Scilla Rodriguez, nuova titolare della boutique «Les Griffes», 44 anni

Sull’altro lato della strada, sotto i portici «moderni», nella boutique Les Griffes sta avvenendo un passaggio di consegne. Ora il negozio ha una nuova proprietaria, Scilla Rodriguez. Che però parte con alle spalle già cinque anni di esperienza proprio nel posto stesso. Emozionata, sorridente, ammette che qui c’è un bel movimento «rispetto a tante altre zone di Locarno. Ma la situazione per i commerci è difficile. E nemmeno il meteo ha aiutato in questi mesi. Spero che tutti questi nuovi progetti portino più turismo. Penso soprattutto alla riapertura del “Grande Albergo”. Mi spiace, però, che molti locarnesi non escano di casa per apprezzare la propria città», spiega la 44.enne.

Uno stimolo che potrebbe arrivare anche dalla concretizzazione del progetto «Nouvelle Belle Epoque», un investimento di 20 milioni del Comune per dare una soluzione definitiva a un’ampia area del centro, da piazza Remo Rossi (dove c’è il Palacinema) fino a Largo Zorzi.

«Che finiscano presto»

La visione dei progettisti favorisce il verde e la mobilità lenta, voltando le spalle al traffico motorizzato su quattro ruote. Tony Carnovale, titolare da anni dell’omonimo salone da parrucchiere, proprio lungo viale Cattori, immagina un collegamento che rilancerà il turismo pure con il progetto delle Corti («ex Globus»), sempre di Artioli. «Non vedo l’ora che inizino. O, meglio, che finiscano», esclama il 50.enne.

«Situazione caotica»

«Porteranno di sicuro turisti che adesso ci sono, ma soprattutto “in transito”. E il nuovo salotto del centro spero contribuisca a farci avere qualche cliente in più nel periodo invernale, quando la situazione è meno movimentata».

Uno scorcio di quanto prevede il nuovo progetto del cosiddetto «nodo intermodale» attorno alla stazione di Locarno
Uno scorcio di quanto prevede il nuovo progetto del cosiddetto «nodo intermodale» attorno alla stazione di Locarno

Qualche metro più in là, in discesa verso il lago, ecco la coetanea Samantha Oggier. Tredici anni fa, con il marito ha rilevato la storica gioielleria Hepp. «Certo, oggi la situazione a volte è caotica: un viavai di camerieri, terrazze, parcheggi, auto che passano... ci sarà più ordine in futuro? La situazione sarà più fluida? Non dimentichiamo la grande incognita dei parcheggi lungo il nostro viale. Spero non spariscano tutti, perché la nostra clientela è, diciamo... un po’ in là con l’età. Temo che alcuni potranno decidere di non lasciare l’auto dietro la stazione per poi arrivare a piedi sin qui».

Come potrebbe essere un domani
Come potrebbe essere un domani

Una sfumatura diversa per Giada Vazza, titolare con il marito - oltre che gerente - del bar Pax, incastonato nell’omonimo palazzone bianco, attraversando il lungo passaggio pedonale in direzione di Muralto.

«Potrebbe essere meglio»

«Lo abbiamo rilevato da pochi mesi, siamo nuovi e ci stiamo ancora ambientando», dice la 32.enne. Secondo la giovane, questa zona deve ancora esprimere il suo potenziale. Potrebbe essere meglio, insomma. «Ci aspettiamo un grande cambiamento che spinga a vivere i dintorni della stazione con più interesse. In particolare, sono curiosa di vedere l’albergo storico tornare ai suoi fasti, ho sentito numerosi racconti di chi l’ha vissuto», conclude entusiasta.

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