«Noi, negozianti di Bellinzona, di questo viale diciamo...»
A Bellinzona c'è una strada divisa in due. Anzi. Un viale: viale Stazione. La linea del confine non è immaginaria. È lì, tracciata a terra. Un cordolo di pietra (in granito?) a filo con i cubetti in porfido rosa, inclinata di 25 gradi–come un graffio felino, o un tratto della firma di Zorro messo a segno con la spada–rispetto alla perpendicolare dell'arteria che collega la fermata ferroviaria con il centro storico della capitale ticinese. Venticinque gradi che separano la parte 'alta', più vicina ai treni appunto, da quella 'bassa', che prosegue verso Piazza Collegiata. Una parte più 'nobile', curata, nuova di zecca e appena risistemata. Chiusa al traffico, con panchine, alberelli, una pavimentazione di prima classe. E la parte 'alta'? A sentire i titolari dei negozi, sembra che sia lontana anni luce, in termini di agio e presentazione al pubblico. «È molto trascurata». «C'è molto più movimento là, in basso». «Sì, siamo un po' ai margini, qui». «Le persone che vivono qui si lamentano, e hanno ragione». Sono solo alcune delle 'rimostranze' da parte dei commercianti che animano una delle strade più esclusive della zona, se non 'la' più esclusiva. Dovrebbe fare il verso alla 'Bahnhofstrasse' di Zurigo, con le debite proporzioni. Ma non è del tutto così: «Abbiamo un viale lungo e molto bello. Bisognerebbe poter sfruttare entrambe le parti, ma questo non viene fatto e l'amministrazione sembrerebbe preferire una sola parte», spiega Daniele Ravina, da una vita (30 anni) titolare del negozio di calzature San Giovanni.
«Tutto sommato, però, siamo sul viale più importante della città, non ci possiamo lamentare...», afferma Naik Fallet, 27.enne meccanico di biciclette da Godspeed. Anche Mohamed, dall'altra parte della strada, vede di buon occhio la posizione della sua attività come barbiere e parrucchiere. «Ci troviamo in una buona posizione, siamo a due passi dalla stazione e molte persone passano di qui. I posteggi nelle vicinanze, poi, ci aiutano a dare una certa comodità ai nostri clienti», dice il 29.enne, che ha aperto un paio di anni fa il salone Momo. Secondo Céline Lubello, responsabile dell'agenzia di soggiorni linguistici ESL, lo 'scarto' tra parte alta e parte bassa di Viale Stazione non è bianco o nero. «Noi non sentiamo così tanto la differenza. C'è parecchio via vai, anche grazie al fatto che ci troviamo vicino alla stazione e alla fermata degli autobus. Però è vero, la parte bassa è molto, molto più bella». La 29.enne, che vive a Bellinzona, percorre questo tratto quotidianamente. «Sarebbe molto bello se le stesse migliorìe fossero messe a punto anche da questa parte. Vedo che vicino al centro le persone si fermano sulle panchine e anche per i negozi è interessante, perché hanno molta più visibilità».
Raoul Andreazzi, titolare del negozio Teletronic Video HiFi, osserva che anche questa parte merita delle attenzioni: «Siamo tra la parte bella bassa del viale, molto pregiata, e la stazione, per la quale sono stati investiti svariati milioni allo scopo di ristrutturarla. Eppure quest'area resta problematica. A parte il fatto che tutti gli eventi si svolgono laggiù–il 55.enne indica con il braccio la direzione del centro storico–, questa parte è proprio lasciata andare. Basta guardare i marciapiedi, lo stato della strada... è una zona che, anche alla sera, è praticamente priva di illuminazione».
Andreazzi dice di aver proposto al municipio di 'allungare' il mercato, portando le bancarelle, ora concentrate nella parte bassa, fino alla parte alta della strada. «Un intervento molto semplice, secondo me. Non dico che si debba farlo sempre, ma almeno una volta al mese». Il negoziante sottolinea anche altri aspetti positivi. «Per esempio, il fatto di aver messo un senso unico. E di aver ricavato dei parcheggi sulla parte destra. Questo per noi è fondamentale. Le persone si possono fermare, andare in banca, in un negozio, dall'ottico... e in mezz'oretta si fa tutto».
«Con gli alberi è bello, ma...»
«Prima ero di fronte alla stazione, ma 14 anni fa mi sono spostato qui, dove sono ora. Però mi sono reso conto che se avessi trovato un posto 300 metri più in giù... sarebbe stata un'altra cosa, dal punto di vista commerciale». C'è poi la questione degli alberi. Andreazzi sostiene la mozione del PLR che chiede il rifacimento della parte alta di Viale Stazione, anche a discapito degli alberi attuali. Una mozione che è stata respinta per due voti dal consiglio comunale di Bellinzona lo scorso 8 maggio. Il municipio, infatti, ha dichiarato che per ristrutturare il viale bisognerebbe abbattere i 107 alberi secolari e sostituirli con nuove piante.
«Certo, il viale alberato è bello. Ma messo così... non tanto», dice. «A me piacciono», sottolinea Lubello. «Sarebbe un peccato se venissero tagliati. Mi sembrano tenuti bene e vedo che la pulizia avviene in modo costante». Non è dello stesso avviso Rundik Battal, titolare del negozio di abbigliamento J.B. Men's Clothing: «Le strade sono pulite tra le tre e le tre e mezza del pomeriggio, quando per noi la giornata è finita. Inoltre non ci sono portacenere o cestini e, quindi, sono in molti a buttare cose per strada. La mattina trovo quotidianamente bottiglie davanti al negozio». Anche Battal trova che sia necessaria una vasta opera di rinnovo. «I marciapiedi hanno delle buche e vedo spesso persone anziane cadere, anche di fronte alla mia attività».
«E davvero triste, lavorare in queste condizioni. La strada non è curata bene. A fine stagione, quando gli alberi iniziano a perdere le foglie, siamo noi negozianti a dover pulire di fronte ai negozi. Certo, sono belli perché danno ombra, però non sono curati. Passano forse una volta o due volte all'anno, mi sembra davvero poco», esclama la 23.enne.
«Trattati male»
Anche Mohamed non vorrebbe togliere gli alberi, ma solo curarli di più. «Sono caratteristici di questo posto. Non riesco a immaginare Viale Stazione diversamente, senza questi alberi. Spesso vedo turisti che scattano delle foto». Anche lui, però, dice di aver visto qualcuno cadere: «Questo pavimento diventa scivoloso quando cadono le foglie in autunno. Sì, ho visto diversi voli parecchio notevoli». «Speriamo che restino, per un bene verde della città, dato che non ce n'è più tanto», gli fa eco Fallet. Carlo Renda, poi, si spinge anche oltre: «Sono per il bello, che è la natura e la sua arte, gli alberi. Nelle città creano i polmoni verdi, non li annullano con il cemento. Non dico che non debbano costruire o rinnovarsi, ma occorre riflettere su questo. Molte persone anziane, poi, vorrebbero anche delle panchine dove fermarsi, riposare e trascorrere più tempo all'esterno», dice il titolare del Dorian opportunity fashion store.
«Tutte le persone che vivono in questa via si sentono trattate male da Bellinzona», afferma il 52.enne. «Sembra il Bronx più brutto, quello dei vecchi tempi, questo. Non so che dire. C'è trascuratezza e questo va a discapito della città. I marciapiedi sarebbero da rifare. Molta gente cade per terra, perché inciampa... Questo è un grande specchio... Bellinzona con i Castelli, non so se mi spiego. Qui è tutto da rispolverare e rimettere in gioco. Sento molte persone di una certa età che ricordano Bellinzona come un grande salotto».
«C'è un filo di disagio», dice ancora Ravina. «Anche nelle feste è molto buio, a differenza del centro che può vantare tutte le luminarie possibili... qui è un po' trascurato e lasciato andare. Ho sentito che il Comune intendeva rifare i marciapiedi e sistemare anche l'illuminazione... Speriamo che questo si faccia davvero», conclude.