Ticino

La tassa di collegamento light «grazia» i centri commerciali

Il Governo propone un controprogetto esentando dal balzello la grande distribuzione
©Gabriele Putzu
Martina Salvini
12.07.2024 17:19

Il Consiglio di Stato tenta il tutto per tutto per cercare di salvare la tassa di collegamento, proponendo una versione «light» del balzello sui posteggi. Nell’ultima seduta prima della pausa estiva l’Esecutivo ha licenziato il controprogetto all’iniziativa popolare che chiede l’abolizione della tassa. In particolare, scrive il Governo, «limitandone il campo di applicazione ai soli pendolari e altri utenti che si spostano in modo sistematico». Di fatto, quindi, come anticipavamo qualche settimana fa, sgravando dalla tassa i parcheggi dei centri commerciali destinati ai clienti. E questo perché rispetto al 2016, anno del sì alla tassa di collegamento da parte del popolo, «l’impatto che la tassazione dei parcheggi destinati ai visitatori e ai clienti dei negozi avrebbe sulla popolazione e le famiglie è cambiato». Infatti, viene fatto notare, «si è assistito a un aumento generale del costo della vita, accentuatosi nel corso degli ultimi anni». In questo contesto, profondamente mutato, «la tassazione dei posteggi per clienti e visitatori dei negozi rischierebbe di incentivare i cittadini a compiere acquisti all’estero, mettendo ulteriormente in difficoltà il commercio indigeno e generando, per paradosso, un incremento indesiderato degli spostamenti con l’automobile». Al contrario, secondo il Governo, il balzello deve essere invece mantenuto per le aziende con più di 50 parcheggi. L’obiettivo primario rimane infatti quello di orientare la domanda di mobilità «verso forme diverse dall’automobile», specialmente se occupata da una sola persona.

«Il suo scopo rimane»

Negli ultimi anni, viene fatto notare nel messaggio, la domanda di mobilità in Ticino «è fortemente aumentata» e le vie di comunicazione «sono al limite della capacità», in particolare negli orari di punta. Per tentare di arginare il problema, il Dipartimento del territorio ha agito su diversi fronti: dal potenziamento del trasporto pubblico, all’eliminazione dei posteggi gratuiti e a tempo indeterminato nelle zone centrali e dei posteggi abusivi, fino alle misure di mobilità aziendale. Con queste misure - osserva il Governo - «la crescita del traffico veicolare è stata arginata». E a confermarlo, scrive, sono dati oggettivi: «Rispetto al 2010, l’utenza del trasporto pubblico su treni, nel 2023, segna un aumento del 148%, quella sugli autobus del 50%. Nello stesso periodo, il traffico veicolare è generalmente aumentato fino al 2017 per poi rimanere costante». Ma le alternative all’auto, da sole, non bastano. «Le scelte individuali sono fortemente influenzate dall’abitudine, dal possesso dell’automobile e dalla disponibilità del parcheggio a destinazione», sostiene il Governo. Il quale, per disincentivare gli spostamenti individuali con i mezzi privati, ritiene «necessario intervenire anche sulla disponibilità e la gestione dei posteggi destinati ai lavoratori pendolari, rendendo così meno attrattivo l’uso dell’autovettura privata, soprattutto con un basso tasso d’occupazione». Proprio con questo obiettivo, viene ricordato, era stata proposta la tassa di collegamento nel 2015. E, malgrado non sia mai entrata in vigore, «non per questo è venuto meno il suo scopo e l’esigenza di una simile misura per riorientare le forme di mobilità individuale».

Insomma, i motivi per applicarla restano validi. Seppur con qualche distinguo. Il Governo dice infatti di essere cosciente «della situazione di difficoltà con cui il settore del commercio è confrontato, a causa dei rincari dovuti alla destabilizzazione della situazione internazionale, del rafforzamento del franco svizzero sull’euro, come pure del progressivo aumento della quota di mercato del commercio online». Di qui, come detto, la decisione di esentare i centri commerciali dalla tassa. Anche perché, viene fatto notare, «gli spostamenti per acquisti si concentrano principalmente nelle ore di morbida», in particolare tra le 10 e le 11, e tra le 14 e le 16. «Periodi durante i quali si registrano minori congestionamenti sulle arterie stradali».

Gli introiti

In soldoni, la scelta di non assoggettare al balzello i posteggi dei centri commerciali si tradurrebbe in un mancato incasso per il Cantone di 5 milioni. Al contrario, l’introito proveniente da chi resterebbe assoggettato alla tassa - ossia le aziende - sarebbe di 15 milioni. Nel caso in cui l’iniziativa per l’abolizione della tassa venisse bocciata e invece venisse accolto il controprogetto, quest’ultimo entrerà in vigore il 1. gennaio 2025. «Ciò permetterà - scrive il Governo - nella nota difficile situazione delle finanze cantonali, di considerare già nel Preventivo 2025 il predetto prospettato introito annuo di 15 milioni di franchi vincolato alla copertura delle spese per il trasporto pubblico». La strada, tuttavia, è tutt’altro che in discesa. Come già scrivevamo, infatti, si pongono ora tre scenari. Il primo: se l’iniziativa che chiede l’abrogazione viene respinta dal Parlamento e, allo stesso tempo, viene approvato il controprogetto, si andrebbe al voto popolare con entrambe le proposte. Secondo scenario: se il Parlamento respinge sia l’iniziativa sia il controprogetto, il popolo voterebbe solo sull’iniziativa per abrogare la tassa. Terzo scenario: se il Parlamento accoglie l’iniziativa e respinge il controprogetto, la tassa di collegamento viene abrogata per direttissima senza passare dal popolo.

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