Locarno, il giorno dopo: «È stata una grandinata colossale»
La tempesta di ghiaccio che si è abbattuta su Locarno ieri sera, venerdì, ha lasciato il segno. Centinaia di cittadini sono scesi per strada per controllare le proprie automobili e i danni nei dintorni. Vetri rotti, carrozzerie ammaccate, fanali distrutti non si contano. Ma anche gli edifici hanno subito danni. Alcune facciate sono martoriate da fori che sembrano provocati da proiettili. L'intonaco è schizzato via, mentre finestre spaccate e tapparelle di metallo deformate sono all'ordine del giorno. Sì: Locarno, sabato mattina, si è svegliata colpita, in crisi. Tutto per una grandinata senza precedenti «Sembra la fine del mondo», esclama Antonio, a passeggio con la figlia nel Giardino Rusca, quello con il bronzo del «Toro» di Remo Rossi, donato alla città nel 1975 e dedicato al sindaco Rusca, appunto, che cinquant'anni prima—nel 1925—accolse i diplomatici europei in occasione della Conferenza del Patto di Locarno. Lui, il toro, è rimasto lì (nelle parole dello scultore, l'opera «esprime alla città l’augurio di una vita sempre foriera di fertilità e di progresso»), ma tutt'intorno è ormai una strage di alberi. Uno tra questi, gigante e dal diametro di oltre mezzo metro, è stato spezzato in due. «Almeno per una bella mezz'ora, ho continuato a sentire colpi fortissimi, ieri sera», aggiunge il 33.enne mentre si guarda in giro. «Non mi sarei mai aspettato un tempo così brutto. Vedere i danni, poi, mi ha lasciato senza parole. È stato un risveglio spaventoso». Sui social, filmati e scatti scorrono senza sosta. Gridi di sorpresa e spavento fanno il giro della rete: «Non uscite! Non uscite!», esorta una donna in uno di questi. Il fracasso dei chicchi di ghiaccio che cadono dal cielo è un rumore alieno, che resta nella testa. Soprattutto quando colpisce delle barriere metalliche. Il suono rimbomba per breve tempo come un campanaccio, prima di essere soffocato da un altro. Poi un altro ancora e così via.
«Cadevano pezzi belli grossi, da almeno tre centimetri», afferma Grazia. Il peggio è passato e si gusta un caffè in un bar a due passi dalla Rotonda di Piazza Castello. «Ero a spasso con il mio cane a Losone e avevo capito che si stava avvicinando il brutto tempo. Ma poi è arrivata la grandine, una cosa spaventosa. Ha cominciato a picchiare davvero forte. Anche il mio cane aveva molta paura. Quasi tutti sono usciti di casa appena era possibile per constatare i danni alle automobili. Devo dire che sono stata fortunata, alla mia si è rotto solo lo specchietto», spiega la 62.enne, ammettendo come ad altri sia andata peggio, molto peggio. «Quasi tutte quelle che ho visto nella fila di parcheggi erano davvero messe male».
Salendo nel quartiere Campagna, ecco Antonio, che scuote la testa di fronte alla sua auto parcheggiata in Via San Jorio. Il parabrezza è pieno di colpi, le cui fratture si espandono dal punto dell'impatto verso l'esterno, ricoprendo quasi tutta la superficie disponibile. Ma poteva anche andare peggio. «Mio figlio si è salvato per un pelo», racconta il pensionato 67.enne. «Era a piedi, per fortuna era a poca distanza da casa. È riuscito a rientrare subito, altrimenti rischiava di farsi davvero male». D'altronde, al pronto soccorso ci sono stati due ricoveri nella notte. Mentre i casi trattati dalla Carità sono stati una decina.
Anche Meri, operatrice sociosanitaria, è rimasta impressionata dalla potenza della natura: «Ho visto le tende dei vicini volare via. Non mi aspettavo che ci potessero essere danni di queste proporzioni e così estesi. All'inizio, infatti, pensavo che arrivasse solo la pioggia. Certo, magari un bel temporale con venti forti. Ma mai una devastazione del genere», aggiunge la 27.enne, sottolineando come lei non abbia subito danni. «Ma ne ho visti parecchi che devono far fronte a parecchi imprevisti, sia ieri sera sia questa mattina».
Le vetrine dello storico negozio di musica della città presentano qualche graffio. Leo Marti, titolare che ha da poco ripreso in mano l'attività insieme a Theo Rossi, è ancora emozionato dagli eventi. «Ho iniziato a sentire questi colpi molto forti e ho subito messo la macchina al coperto. Dopo qualche minuto ha iniziato a grandinare con grande potenza. Ero un po' preoccupato. Tutto il giorno era molto caldo e queste secchiate di ghiaccio hanno rinfrescato l'aria. Per il resto, però, era un disastro: sono partiti gli allarmi delle auto ovunque. Rumore di vetri che si spaccano, schegge che volano da tutte le parti», conclude il 25.enne di Solduno.