Mosca

L’ombrello USA su Kiev: «L'ISIS-K unico responsabile»

La vice presidente Kamala Harris e il Consiglio per la sicurezza nazionale americana insistono nell'escludere che Kiev sia in qualche modo coinvolta nella strage al Crocus City Hall, come invece continua a sostenere il Cremlino – Due sospetti accusati di terrorismo in tribunale
© KEYSTONE (EPA/MAXIM SHIPENKOV)
Ats
24.03.2024 20:34

«Non c'è nessuna prova che dietro l'attacco a Mosca ci sia l'Ucraina». Attraverso le parole della vice presidente Kamala Harris e del Consiglio per la sicurezza nazionale americana gli Stati Uniti insistono nell'escludere che Kiev sia in qualche modo coinvolta nella strage al Crocus City Hall, come invece continua a sostenere il Cremlino. Allo stesso tempo, nonostante gli allarmi anti-terrorismo ignorati da Vladimir Putin, la Casa Bianca ha teso una mano alla Russia nella lotta contro il terrorismo jihadista, «nemico comune».

«Quello che sappiamo per certo è che l'unico responsabile dell'attentato è l'ISIS-K», ha affermato la numero due di Biden in un'intervista a ABC News ribadendo il concetto espresso poche ore prima dalla portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Adrienne Watson. «L'ISIS è l'unico responsabile di questo attacco, non c'è stato alcun coinvolgimento dell'Ucraina. In nessun modo», ha dichiarato la funzionaria della Casa Bianca in un post su X. Subito dopo la strage, un altro portavoce del consiglio, John Kirby, si era affrettato a escludere che l'Ucraina avesse avuto un qualche ruolo nel massacro al concerto e a sottolineare che Washington «non ha mai incoraggiato» le forze di Volodymyr Zelensky a colpire in territorio russo «né le ha mai aiutate a farlo».

Il Consiglio per la sicurezza nazionale americana ha anche ribadito che Washington aveva avvertito il Cremlino di un rischio imminente. «All'inizio di questo mese, il governo degli Stati Uniti aveva informazioni su un piano per un attentato terroristico a Mosca, potenzialmente mirato contro grandi raduni, come i concerti». Questo, ha ricordato Watson, «ha spinto il Dipartimento di Stato a emettere un'allerta rivolta agli americani in Russia e condividere queste informazioni con le autorità russe in conformità con la nostra politica di lunga data del «dovere di avvisare»». Su questo punto il botta e risposta tra le due super potenze non è destinato a scemare, nonostante il ramoscello d'olivo offerto dall'amministrazione americana che ha sottolineato come la collaborazione nella lotta al terrorismo islamico, «che deve essere sconfitto ovunque nel mondo», non viene meno a prescindere dagli altri scenari.

L'ambasciatore russo a Washington ha, infatti, seccamente smentito di aver ricevuto una comunicazione dall'amministrazione Biden su un possibile attacco. «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica o messaggio in anticipo», ha dichiarato Anatoly Antonov all'agenzia russa Ria Novosti aggiungendo di «non aver avuto contatti né con la Casa Bianca né con il Dipartimento di Stato su questo tema». Non solo, l'ambasciatore ha accusato il presidente americano di aver interrotto la collaborazione con la Russia nella guerra contro i terroristi nonostante dopo l'11 settembre del 2001 «Vladimir Putin sia stato il primo a tendere la mano agli americani e a dichiararsi pronto a fornire aiuto. I contatti tra Stati Uniti e Federazione Russa nella lotta al terrorismo sono stati distrutti non per colpa di Mosca».

Il presidente russo Vladimir Putin ha acceso oggi una candela in memoria delle persone uccise nell'attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca in una chiesa situata nell'area della residenza presidenziale a Novo-Ogaryovo situata nell'oblast della capitale. Lo ha reso noto il portavoce di Putin Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Un video diffuso dal servizio stampa del Cremlino mostra il presidente che accende una candela davanti al crocifisso e si fa il segno della croce tre volte.

Due sospetti accusati di terrorismo in tribunale

La commissione investigativa ha accusato di terrorismo due presunti partecipanti all'attacco alla sala concerti Crocus City Hall. Lo ha riferito il servizio stampa del tribunale di Basmanny all'agenzia Tass, che riporta i nomi degli accusati. «Rachabalizoda Saidakrami Murodali e Mirzoev Dalerjon Barotovich sono accusati ai sensi dell'articolo 205, parte 3, paragrafo b (attacco terroristico da parte di un gruppo di persone che ha provocato la morte di un individuo)», ha affermato il servizio stampa. I due rischiano l'ergastolo.

Il tribunale Basmanny di Mosca ha ordinato la detenzione provvisoria fino al 22 maggio, in attesa del processo per «terrorismo», anche per la seconda persona accusata dell'attacco terroristico a Crocus, Saidakrami Rachabalizoda, ha ammesso la sua colpevolezza, ha detto la Corte. Lo riporta Ria Novosti. L'imputato è un cittadino del Tagikistan. In precedenza, il tribunale aveva arrestato anche un altro imputato, Dalerdjon Mirzoyev, anche lui fino al 22 maggio.

Il tribunale Basmanny di Mosca esamina a porte chiuse Shamsidin Fariduni, la terza persona coinvolta nell'attacco terroristico a Crocus. Lo riferisce Ria Novosti, precisando che si è deciso di procedere in questo modo per la necessità di proteggere la segretezza dell'indagine e le informazioni sui partecipanti al processo. Il quarto imputato è stato portato all'interno dell'aula del tribunale su una sedia a rotelle ed era accompagnato anche da un medico, riferisce l'agenzia russa.

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