Il caso

Matteo Pronzini è stato prosciolto: «Sono contento»

Il deputato dell'MPS è comparso in aula questa mattina in Pretura penale di Bellinzona, a suo carico l'ipotesi di reati contro l'onore per una frase pronunciata nel settembre 2021 durante una seduta di Consiglio comunale contro il Municipio – L'accusa: «Municipali lesi nel loro onore» – La difesa: «Non si è oltrepassato il limite del dibattito politico»
© Ti-Press/Alessandro Crinari
Irene Solari
17.10.2024 17:27

«Pare evidente che l’intervento di Matteo Pronzini è stato fatto a caldo in un contesto squisitamente politico, durante un dibattito acceso e su un tema delicato». Con queste parole la presidente della Pretura penale di Bellinzona Elettra Orsetta Bernasconi Matti ha motivato il proscioglimento nei confronti del consigliere comunale, nonché granconsigliere dell’MPS, dai reati di lesione dell’onore (alternativamente diffamazione, calunnia e ingiuria) ipotizzati nel decreto d’accusa del procuratore pubblico Roberto Ruggeri. Al centro del dibattimento, tenutosi nella giornata di oggi, una frase pronunciata nel settembre 2021 durante una seduta del Legislativo cittadino. Pronzini aveva preso posizione sui ricorsi presentati dal Municipio cittadino all’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva prima e al Tribunale federale poi, riguardo due servizi della RSI incentrati sulle morti per la pandemia da coronavirus alla casa anziani di Sementina. Per esemplificare l’atteggiamento dell’Esecutivo, Pronzini aveva affermato che «il Municipio usa in modo abusivo i soldi pubblici per azioni temerarie di intimidazione di stampo mafioso». Nel corso del dibattimento l’accusa ha chiesto la condanna al pagamento di 20 aliquote giornaliere da 200 franchi (pena sospesa condizionalmente per 2 anni), più una multa di 200 franchi; mentre la difesa il proscioglimento. Da noi contattato il sindaco di Bellinzona Mario Branda ha preferito non rilasciare alcun commento sulla questione. L’Esecutivo dovrà valutare nei prossimi giorni se interporre un ricorso alla Corte di appello e di revisione penale.

L’importanza del contesto

In un contesto prettamente politico, ha proseguito la giudice della Pretura penale, «la lesione dell’onore è da ritenersi con riserva e l’espressione dell’imputato è da giudicarsi nel suo contesto comunicativo». «Certo, il paragone fatto è stato infelice con una connotazione iperbolica rispetto all’effetto intimidatorio del ricorso inoltrato al Tribunale federale dal Municipio. Tuttavia non si vede come i sette municipali possano essersi sentiti offesi come persone, semmai come politici». A mente della presidente, infatti, il consigliere comunale «non voleva ledere l’onore de municipali ma unicamente criticare la scelta politica fatta dall’Esecutivo». Rivolgendosi poi al deputato, Bernasconi Matti l’ha esortato in futuro a ponderare meglio le parole in futuro. «Ciò che ho detto riguardava solo una questione politica. Non toccava assolutamente i singoli individui e non era mia intenzione offendere nessuno. Se l’ho fatto mi dispiace sinceramente», ha dichiarato Pronzini nel dibattimento.

Le reazioni

«Sono contento, non me lo aspettavo». Il consigliere comunale dell’MPS appare sorridente, commosso e sollevato all’uscita dell’aula penale. «Quando si viene giudicati non si può mai sapere come va a finire. Ero convinto però che quello che avevo fatto era un intervento politico in un contesto molto teso: si parlava purtroppo di oltre 20 decessi alla casa anziani di Sementina». «Sono contento per la sentenza, è stata importante per la libertà di stampa e spero anche che sia uno stimolo per i giornalisti ad essere critici nei confronti dei poteri forti». Il pensiero di Pronzini è andato a tutte le vittime decedute in casa anziani e ai loro cari. Anche l’MPS, in una nota, ha espresso soddisfazione per la sentenza, aggiungendo: «Questa denuncia aveva un obiettivo squisitamente politico. Una sorta di tentativo di vendetta da parte del Municipio».

«Superata la sottile linea»

«Le affermazioni di Pronzini sono state ritenute lesive dell’onore da tutti i membri dell’Esecutivo che hanno subito sporto querela in modo coeso», ha detto il procuratore pubblico Roberto Ruggeri nella sua requisitoria. Parole che, oltretutto, «arrivano da un politico esperto, famoso sì per la sua verve e per il suo sensazionalismo, ma che nei suoi interventi usa termini mirati e chirurgici e mai casuali. Non poteva non conoscerne il tenore lesivo. Cercava la frase ad effetto, ma ha superato la sottile linea tra legalità e illegalità, intaccando onestà, rettitudine e correttezza dei municipali». Certo, nel dibattito politico può capitare di usare espressioni un po’ più forti del solito, ha aggiunto il magistrato inquirente: «È un contesto dove vige un eloquio più colorito e permissivo ma non c’è giustificazione a un simile intervento. I mafiosi delinquono usando violenza, corruzione e uccidono. Mentre il Municipio non ha fatto nulla di illegale se non cercare di tutelare la propria immagine e quella del Comune». Sulla medesima lunghezza d’onda l’avvocato Andrea Bersani, rappresentante legale dello stesso Esecutivo di cui è stato vicesindaco dal 2017 al 2021: «Comprendo che nel dibattito politico si possano alzare un po’ i toni, ma quella sera si è andati oltre. C’è infatti una bella differenza tra un dialogo muscoloso e un attacco personale o un’offesa. Bisogna saper dare un peso alle proprie parole e con ‘mafia’ si indica forzatamente qualcosa che denota una natura criminosa».

«Frasi dette con foga»

Di parere opposto l’avvocato Luca Allidi, difensore del consigliere comunale dell’MPS: «L’esternazione fatta dal mio assistito non è penalmente rilevante poiché il giudizio di valore rientra nei limiti di ciò che è sostenibile in un contesto di dibattito politico dai toni accesi. Ha espresso una critica feroce, vero, ma per l’ascoltatore medio presente alla seduta di Consiglio comunale le considerazioni sono rimaste all’interno del perimetro politico e non sono andate oltre. Anche perché in un dibattito del genere si sa benissimo che le frasi dette con foga non vanno prese alla lettera». In sostanza, per il legale, «non si tratta di un’offesa che mette in discussione l’onorabilità di ogni singolo municipale. Ma è una critica politica rivolta all’Esecutivo come autorità politica in relazione a un fatto di evidente interesse pubblico». Inoltre, ha aggiunto Allidi, il «paragone, perché solo di paragone si tratta, con la mafia attiene unicamente allo scopo e non di certo alle modalità: nessuno ha pensato a metodi violenti».

In questo articolo:
Correlati
«Non volevo offendere nessuno»
Matteo Pronzini è comparso in aula questa mattina in Pretura penale di Bellinzona, a carico del consigliere comunale e deputato dell'MPS l'ipotesi di reati contro l'onore per una frase pronunciata nel settembre 2021 durante una seduta di Consiglio comunale contro il Municipio – L'accusa: «Municipali lesi nel loro onore» – La difesa: «Non si è oltrepassato il limite del dibattito politico»
Matteo Pronzini a processo
Bellinzona, il deputato e consigliere comunale comparirà di fronte alla Pretura penale il 17 ottobre – Deve rispondere di ingiuria per una frase pronunciata durante una seduta di Legislativo – Lanciato un appello per difendere la libertà d'espressione e di stampa