Nuova pensilina alla stazione di Locarno, il referendum è lanciato
Giorni e giorni di discussioni, incontri riunioni. Alla fine, però il comitato «Salva viale Cattori», è arrivato a una conclusione: contro il cosiddetto «nodo intermodale» (una nuova pensilina e un nuovo percorso per gli autobus) alla stazione di Locarno, si farà referendum. La raccolta firme a livello cantonale contro il via libera del Gran Consiglio al contributo di oltre 7 milioni è quindi ai cancelli di partenza. Una sfida importante, che richiederà 7.000 sottoscrizioni. Forti del totale di 4.000 («raccolte in poche settimane», avevano riferito al Corriere del Ticino) per opporsi al nuovo tracciato che avrebbe «distrutto il fascino boulevard di quartiere» degli ottanta metri di strada in porfido rosso che dal Lungolago salgono alla stazione ferroviaria. Se la missione dovesse riuscire (c'è tempo fino al 18 novembre), si prospetterà una votazione che chiamerà tutto il Ticino alle urne.
In un comunicato diffuso nel corso della mattinata di giovedì, il comitato parla di uno «scempio urbanistico da fermare: la soluzione imposta dal Cantone è penalizzante e degradante per il vivace comparto, affacciato sul Lungolago, che gravita attorno a Viale Cattori». Il comitato ritiene inoltre che i quasi 17 milioni stanziati «in gran velocità» dal Gran Consiglio «possano essere spesi in modo migliore e non buttati via, soprattutto in questo momento di difficoltà per le finanze cantonali, per un progetto del tutto avventato e osteggiato dalla cittadinanza. Occorre prendersi il tempo necessario per elaborare soluzioni più lungimiranti, capaci di raccogliere il consenso popolare e, soprattutto, comprensive anche della realizzazione immediata di un sottopasso pedonale, un’opera assolutamente imprescindibile alla stazione di Locarno per garantire la sicurezza dell’utenza e una viabilità stradale scorrevole».
Il comitato referendario si dice comunque conscio dell’importanza di realizzare il cosiddetto «nodo intermodale»: un intervento di valenza regionale che permetterà di «riqualificare l’intera area, ma non a discapito di una pregiata porzione del territorio urbano a ridosso del Lungolago locarnese». E, ancora: «Il progetto è nato già monco, dato che manca il sottopassaggio, e creerà uno sfregio urbanistico dettato dalla sola fretta di realizzare per non perdere il contributo federale previsto nell’ambito del PaLoc». A proposito di questo punto, «un parere legale fatto elaborare dal comitato demolisce questi timori».
Infine, l'appello: «La palla è nelle mani di tutte le cittadine e i cittadini aventi diritto di voto nel Cantone, che sono poi anche i contribuenti che saranno chiamati a finanziare la prevista spesa milionaria, al fine di dotare la stazione di Locarno di un nodo intermodale degno di questo nome e non un costoso, caotico e frettoloso pasticciaccio che avrà inevitabili ripercussioni negative sui decenni a venire».