Il caso

«Ogni materiale inquinato andrà controllato e smaltito»

Futuro quartiere alle Ferriere Cattaneo di Giubiasco: ecco le chiare raccomandazioni da seguire durante il cantiere - Per le varie demolizioni dovrà essere elaborata una perizia: «Lo smantellamento costituisce una fase estremamente delicata»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
18.01.2025 06:00

«L’attuazione dell’edificazione dovrà tener conto di alcune particolarità e specialmente della presenza di siti inquinati e della vicinanza della ferrovia. I lavori di scavo dovranno essere accompagnati da uno specialista ambientale che caratterizzi opportunamente il materiale e definisca le corrette vie di riuso e smaltimento». È subito lì, nero su bianco, nella premessa. Il rapporto d’impatto ambientale elaborato dalla CSD Ingegneri SA di Lugano sottolinea in modo chiaro a cosa bisognerà prestare attenzione nell’importante cantiere per la riconversione delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco. Da zona industriale ad un quartiere dai vari contenuti, come vi abbiamo riferito il 1. ottobre e giovedì scorso, la cui variante di Piano regolatore passerà al vaglio del Consiglio comunale di Bellinzona lunedì 3 febbraio.

Occhio alla qualità dell’aria

Un’area di tutto rispetto, di quasi 47 mila metri quadrati, tra la ferrovia ed il viale 1814, che dopo un secolo abbandonerà il proprio aspetto per lasciar spazio a residenze, un polo congressuale, scuole, alberghi, uffici, commerci e così via. Due distinte zone che andranno a plasmare un comparto che si auspica attrattivo e sostenibile e che avrà poco da invidiare a quello che si svilupperà a tappe al posto delle Officine FFS nel cuore della capitale. «Lo smantellamento dell’impianto industriale costituisce una fase estremamente delicata. Ogni domanda di demolizione dovrà contenere una perizia aggiornata che attesti l’eventuale presenza di materiali pericolosi, conformemente alla legislazione allora vigente, e un piano operativo di bonifica e smantellamento, che garantisca la tutela della qualità dell’aria durante le operazioni. Ai progetti di costruzione verrà attribuito un opportuno gruppo di provvedimenti secondo la “Direttiva aria cantieri” e dovranno essere messi in atto dei provvedimenti specifici per la riduzione delle emissioni sui cantieri (...). È fortemente raccomandato l’utilizzo della rete ferroviaria per l’allontanamento di rifiuti e materiali di scavo», scrivono i tecnici.

La questione è finita sotto la lente anche della maggioranza della Commissione della Gestione che ha specificato che i costi per il risanamento saranno «interamente a carico» del proprietario dell’azienda specializzata nella costruzione di locomotive, vagoni e carri, ossia Aleardo Cattaneo.

Dall’officina meccanica ai rifiuti

Eccoci. Parte del sedime è classificata come sito inquinato, che - sulla base delle indagini preliminari eseguite - non deve essere né sorvegliato né risanato. Da un lato c’è l’officina meccanica in attività dal 1936 e, dall’altro, i 5 mila metri cubi di rifiuti edili e speciali accatastati dal 1965 al 1975: «Si presuppone che la trasformazione del sedime comporti la bonifica di tutte le aree interessate, dunque, allo stato futuro, la tematica non sarà rilevante e il sedime non dovrà rimanere iscritto al Catasto cantonale dei siti inquinati». Nelle fasi di cantiere, in ogni modo, dovrà essere controllato e smaltito ogni materiale che verrà scavato dalle aree potenzialmente inquinate.

Nel rapporto d’impatto ambientale è stato naturalmente considerato anche il traffico ferroviario e quello stradale, focalizzandosi sulle emissioni foniche. Nel primo caso si tratta di 293 treni al giorno e di 78 la notte, ai quali si aggiungono, rispettivamente, 52 e 35 convogli merci che trasporteranno pure sostanze pericolose come benzina, propano e cloro. «Per la situazione futura abbiamo prudenzialmente ipotizzato un incremento del traffico ferroviario del 30% - si rileva -, che equivale ad un aumento delle emissioni foniche di circa 1,1 dB(A)». Oggi si registrano 72,9 dBA (cioè decibel pesato A, vale a dire la variazione di livello dell’intensità sonora che tiene conto della maggiore sensibilità dell’orecchio umano alle basse frequenze) nel giorno e 72,4 la notte.

Immissioni nella norma

Nel secondo caso «il rumore originato dal traffico stradale è dovuto principalmente a via Bellinzona e al viale 1814 e alle attività presenti o pianificate limitrofe (...). L’area di progetto presenta immissioni attualmente inferiori ai 60dBA», rientrando dunque nei parametri previsti dalla legge. Il nascituro quartiere, una volta ultimato, genererà un traffico di circa 2.420 movimenti giornalieri: «Il calcolo è stato fatto considerando i parcheggi necessari dati i vari lotti abitativi, commerciali e l’hotel. Proseguendo nelle fasi di costruzione delle strutture aumenterà anche il fabbisogno di posteggi e di conseguenza il traffico indotto». Stando agli ingegneri, tuttavia, grazie ai viali alberati e agli spazi verdi si potrà «minimizzare l’impatto fonico stradale e ferroviario, creando delle cortine di separazione che migliorano la qualità del vivere. Il rumore stradale non costituisce una criticità».

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