Il caso

«Sito inquinato? I costi saranno a carico dei proprietari»

Bellinzona, la maggioranza della Gestione favorevole alla variante di PR per la riconversione da 200 milioni delle Ferriere Cattaneo – Il futuro quartiere avrà contenuti misti e verranno creati oltre 300 posti di lavoro
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
15.01.2025 11:02

«Questa iniziativa contribuirà a migliorare la qualità di vita del quartiere e a rafforzare il tessuto urbano in modo sostenibile». Non ha dubbi la maggioranza della Commissione della Gestione: la rivalorizzazione da 200 milioni di franchi delle Ferriere Cattaneo di Giubiasco è un’occasione da non perdere per favorire lo sviluppo socioeconomico della Città. Il rapporto relativo alla variante pianificatoria è stato firmato da tutti i membri ad eccezione di Lorenza Röhrenbach (Verdi-FA-Indipendenti) e Brenno Martignoni Polti (Avanti con Ticino&Lavoro-Più Donne-Il Noce) in vista della seduta di Legislativo in agenda lunedì 3 febbraio, durante la quale verrà discusso anche il preventivo 2025 (disavanzo di 13,8 milioni). Il futuro comparto, che sorgerà su parte dei sedimi che verranno lasciati liberi dalla centenaria azienda (per complessivi 46.620 metri quadrati), accoglierà contenuti misti: accanto alla sala multiuso da mille posti ci sarà spazio per scuole, appartamenti, uffici, negozi e ristoranti. Oltre 300 i posti di lavoro che verranno creati e quasi 400 i nuovi abitanti.

Gli spazi ad uso collettivo

Una mini-rivoluzione per il Borgo, insomma, e un’opportunità per la Bellinzona di domani e la regione in generale. Che non perderà le Ferriere (specializzate nella costruzione di locomotive, vagoni e carri e che contano una trentina di collaboratori), le quali manterranno le attività amministrative e legate all’engineering. Per quanto riguarda la parte industriale si stanno invece cercando delle alternative nel comprensorio. La sinergia fra pubblico e privato consentirà di cambiare volto all’area dando vita a due specifiche zone: artigianale e commerciale la prima, per appartamenti la seconda. «Non sono previsti investimenti diretti da parte del Comune per opere pubbliche, poiché l’intera superficie rientra nella proprietà privata. Tuttavia, per quanto riguarda gli spazi destinati all’uso collettivo - rileva il rapporto, di cui il capogruppo de Il Centro Pietro Ghisletta è relatore -, come piazze, parchi e viali, la loro realizzazione e gestione potrà essere regolata attraverso convenzioni con il Comune. Che verranno valutate di volta in volta, tenendo conto del beneficio pubblico derivante dall’accessibilità e dall’uso condiviso di questi spazi».

«Nessun dezonamento»

Verso la ferrovia si svilupperà la Zona artigianale e commerciale, destinata ad attività artigianali, contenuti alberghieri e della ristorazione nonché congressuali (ridando lustro alla vecchia forgia di 2.000 metri quadri, risalente all’inizio del 1900, tutelata quale bene culturale d’interesse locale), formativi, amministrativi, commerciali di vendita e di servizi, attività industriali e per il tempo libero. L’altra, verso il viale 1814, che sarà impreziosita dai percorsi alberati, sarà la Zona residenziale intensiva del quartiere (caratterizzata da tre aree edificabili distinte) destinata all’insediamento di abitazioni, attività alberghiere, della ristorazione come pure attività amministrative, commerciali, formative e piccole attività artigianali. «La pianificazione mira a garantire uno sviluppo armonioso del comparto, in linea con gli obiettivi urbanistici e ambientali del Comune e nel rispetto delle esigenze del territorio (...). Il progetto non comporterà alcun dezonamento o compensazione di terreni edificatori», precisa la Gestione.

Il sito, l’abbiamo riferito il 1. ottobre scorso, è parzialmente inquinato. Ma non va risanato, dicono gli esperti. A questo proposito la maggioranza della Gestione conferma che i «costi relativi alle opere di urbanizzazione e al risanamento di eventuali siti inquinati saranno interamente a carico del proprietario del fondo».

Occhio alla zona archeologica

Un altro aspetto che dovrà essere attentamente considerato è la presenza della zona archeologica, nella quale l’area interessata rientra: «Questo è particolarmente importante poiché Giubiasco ospita una necropoli preistorica di grande valore, che si estende su un periodo che va dal XII secolo avanti Cristo al II secolo dopo Cristo. Eventuali interventi dovranno quindi essere coordinati con le autorità e gli enti preposti alla tutela del patrimonio archeologico, per garantire che le opere siano compatibili con la conservazione di questo sito di rilevanza culturale». Dal passato emergerà qualche sorpresa?

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