Pablo Bentancur e la lite: gesto «con forza» o «carezza»?

Non ci sono solamente le vicissitudini dell’Associazione calcio Bellinzona (ACB) - legate sia alle scarse prestazioni sul campo sia relative all’ottenimento della licenza per la prossima stagione, come abbiamo riferito il 12 marzo - ad occupare la mente del patron granata e consulente sportivo Pablo Bentancur. Nelle prossime settimane, stando a nostre informazioni, dovrà presentarsi al Palazzo di giustizia a Lugano per un’udienza di conciliazione (come previsto dal Codice di procedura penale) nell’ambito del caso emerso la scorsa estate. Ossia la querela sporta da un dipendente della Città nei suoi confronti per i reati di lesioni semplici, vie di fatto, diffamazione, calunnia e ingiuria.
Accuse e repliche
La presunta vittima accusa il manager sudamericano di averla afferrata violentemente al volto nonché di aver proferito frasi poco eleganti nei suoi confronti durante una discussione avvenuta il 30 luglio 2024 al campo C, durante l’allenamento della prima squadra. Un comportamento biasimato pure dal Municipio della Turrita attraverso una lettera inviata direttamente a Bentancur, il quale per contro respinge ogni addebito.
Gli interrogatori di polizia
Trattandosi di un caso «bagatella», la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha dato mandato alla Polizia cantonale di condurre gli interrogatori. Le parti e le persone informate sui fatti sono effettivamente state sentite dalla Gendarmeria di Lugano negli scorsi mesi, come risulta al Corriere del Ticino. Il collaboratore del Comune ha confermato di fronte agli inquirenti quanto contenuto nella denuncia sporta una ventina di giorni dopo l’accaduto.
Alla luce del presunto comportamento di Pablo Bentancur, ha affermato di non aver reagito, limitandosi soltanto a dire al patron dell’ACB di moderare i toni. Dal canto suo il consulente sportivo e da tre decenni procuratore di numerosi calciatori si è avvalso della facoltà di non rispondere fino a quando non avrebbe avuto accesso agli atti.

La versione del presidente
Quale persona informata sui fatti è stato interrogato anche il presidente della prima squadra Brenno Martignoni Polti. L’ex sindaco della capitale ed avvocato e notaio di professione aveva organizzato l’incontro per discutere dell’utilizzo del campo C per gli allenamenti. E a quel summit era presente, assistendo pertanto a quanto secondo il querelante sarebbe successo. Anzi, il timoniere dei granata è anche intervenuto per invitare il dipendente della Città e Pablo Bentancur ad allontanarsi. Da un lato per calmare gli animi e, dall’altro, perché aveva capito che non se ne sarebbe arrivata ad una.
Una o più frasi?
Brenno Martignoni Polti ha negato che il patron dell’ACB abbia afferrato con violenza il volto della presunta vittima. Quella sembrava semmai una specie di carezza sul viso, un gesto di distensione, ha spiegato, non ricordandosi tuttavia se effettivamente il procuratore sudamericano si era avvicinato al collaboratore della Città per dargliela. Ha ricordato invece una frase (e non più di una, come sostiene il querelante) fuori contesto di Bentancur. La conciliazione convocata dalla pp Valentina Tuoni è vista di buon occhio da quest’ultimo e meno dal denunciante.
Il manto erboso e le polemiche
La questione dell’utilizzo dei campi si trascina da anni. Le ultime polemiche sono recenti. E hanno riguardato sia le condizioni del manto erboso dello stadio Comunale (il giorno prima degli ottavi di Coppa contro il Losanna del 25 febbraio) sia il campo B in sintetico. Per gli allenamenti resta sempre aperta l’ipotesi dell’infrastruttura di Gorduno.