Il reportage

Per la gioia di grandi e piccoli, trenini da oltre mezzo secolo

Viaggio nel mondo della miniferrovia di Mappo, a Minusio, unica in Ticino e fiore all’occhiello della regione di Locarno - «Questi convogli non sono giocattoli, pesano varie tonnellate e anche la loro meccanica è identica a quella in scala reale»
Anche i macchinisti adorano condurre capolavori di ferromodellismo; in primo piano, Anna, 40 anni, turista in visita dal canton Argovia con la famiglia
Jona Mantovan
02.08.2024 06:00

Appaiono del tutto simili a quelle nella realtà. Ricche di dettagli. Dalle ruote ai fari, dalla forma dei camini (o fumaioli che dir si voglia) ai pantografi. Persino le scritte sulle fiancate sono riprodotte in maniera minuziosa. Che siano in scala 1:6, 1:8 o 1:12, una cosa è certa. Le locomotive della miniferrovia di Mappo (comune di Minusio, zona vicino a Tenero, ndr) sono il fiore all’occhiello della regione di Locarno. Decine di bambine e bambini si divertono a viaggiare a cavalcioni dei vagoni. Anche i macchinisti assaporano l’aria fresca della sera, dopo una giornata di canicola. L’emozione è la stessa di oltre mezzo secolo fa, quando un gruppo di appassionati decise di fondare, nel 1970, l’Associazione locarnese amici della ferrovia, oggi «Ataf», unica nel suo genere in Ticino.

Un carico di carbone

All’epoca, le attività si tenevano in un locale messo a disposizione dalle Ferrovie autolinee regionali ticinesi nel deposito della stazione di Sant’Antonio, a Locarno appunto. Ma sarà solo nella domenica di Pasqua del 2000 che avverrà la circolazione nella sede definitiva. «Attenzione, però. Non ci si deve far ingannare dalle apparenze», dice al Corriere del Ticino l’attuale presidente, Bruno Pini. «Questi convogli non sono giocattoli, pesano varie tonnellate e anche la loro meccanica è identica a quella nella scala reale».

Dietro di lui, un macchinista provetto sta rifornendo una locomotrice a vapore con il carburante adatto al mezzo: carbone, appunto. Non uno qualsiasi, ma quello detto «antracite» che, con un tenore di carbonio attorno al 95%, risulta uno dei tipi più puri.

I visitatori abituali non mancano: «Siamo del canton Argovia e conosciamo da anni questa realtà»
Anna, 40 anni, turista in visita con la famiglia

Attraverso un parco

«Ci sono vari club come questo in Svizzera. Spesso noi andiamo in visita da loro, portandoci le nostre riproduzioni per poterle condurre sul posto, e viceversa. Ma riceviamo sempre molti complimenti. Ci dicono che in uno spazio così ristretto siamo riusciti a concentrare una varietà di situazioni. Dagli scambi al tracciato che si snoda ricco di curve tra le collinette», aggiunge fiero l’ultrasessantenne, guardandosi in giro. In effetti, i piccoli binari - da 127 millimetri (5 pollici) «sovrapposti» a quelli da 184 (7 pollici e un quarto) - attraversano un parco vero e proprio, con le sue attrazioni: altalene, reti di corda, castelli e bilici.

«Sei giri per dieci franchi»

La serata è decisamente da pienone. D’altronde, tra luglio e agosto c’è il «picco» delle attività. Molte famiglie sono della Svizzera tedesca. Come quella di Anna, 40.enne proveniente dal canton Argovia: «Ai bambini piace tanto, conosciamo bene questo posto, da almeno tre o quattro anni», esclama con un sorriso.

«Siamo qui in vacanza e controlliamo le date del calendario qui fuori per sapere quando miniferrovia è operativa. Di solito prendiamo il biglietto multicorse, sei giri per dieci franchi».

Dietro le quinte

«Questa è la parte che il pubblico conosce, ma abbiamo anche una raccolta di cimeli legati al mondo della ferrovia», dice Pini mentre varca l’ingresso dell’edificio. Nel grande locale, con una cucina in fondo, sottovetro sono esposti una serie di cappelli da capotreno, vari modelli di treni in differenti scale, alcuni anche molto antichi. Sull’altro lato, alla parete, mensole con le classiche lanterne da ferroviere e decine di cartelli di segnaletica, di ogni età, colore e formato. C’è pure una vecchia biglietteria, con decine di titoli di trasporto stampati su cartoncini colorati.

Le «piccole scale»

Ma c’è di più. Al primo piano, ecco il segretario dell’associazione, fra l’altro per parecchi anni presidente, Pietro Mariotta, il quale sta armeggiando con una serie di cavi posti al di sotto di un plastico enorme, un modellino dettagliatissimo con montagne, automobili, ponti. Tra le piccole persone, si distinguono vari postini, operai in tuta arancione e persino dei pescatori.

«Qui abbiamo le cosiddette ‘piccole scale’», annuncia il 77.enne. «Un’attività rimasta sospesa per anni, ma che ora stiamo recuperando. Merito anche di un architetto, il quale ci ha donato questo suo plastico che abbiamo rimontato qui nella nostra sede. Abbiamo appena concluso un nuovo tipo di cablaggio», conclude il nostro, sottolineando come il paesaggio del diorama sia ispirato a quelli reali del canton Grigioni. «E infatti, qui conduciamo i trenini della Ferrovia Retica».

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