L'incontro

«Tutta la magia delle acque di Locarno nel mio mondo in immersione»

Elisabetta Maggini, esperta sub per passione, racconta la bellezza di fiumi e laghi «locali» sotto le onde - «Nuotare nei fondali limpidi tra le rocce e accanto alle trote è una meraviglia che chiunque dovrebbe sperimentare»
Un ambiente ricco di atmosfere da sogno e di fondali composti da rocce levigate dalla furia delle correnti; in primo piano, l'esperta di immersioni Elisabetta Maggini
Jona Mantovan
30.07.2024 06:00

Ci sono le onde, le correnti, le cascate. Ma cosa succede, una volta che ci si tuffa al di sotto della superficie? «Il nostro lago, a Locarno ad esempio, visto dall’alto potrebbe far pensare che si presenti buio, nero, scuro. In realtà, quando ci si immerge, si apre un mondo stupendo. All’improvviso, ci si muove nel regno dei lucci, dei pesci persici, dei cavedani. La magia delle acque del fiume Verzasca, poi, è impareggiabile. I fondali costituiti da rocce liscissime, levigate dalle correnti. E gli scenari sono davvero suggestivi. Capita di avere la fortuna di nuotare pure a fianco delle trote, un’esperienza affascinante che auguro di provare a chiunque». L’incanto di questo straordinario «mondo sotto lo specchio» lo racconta così, Elisabetta Maggini, esperta subacquea (per passione) da una quindicina d’anni.

Tutto merito del collega

Si definisce una persona «acquatica» da sempre - «nuotare nei fiumi o nei laghi è una cosa che faccio da quando ero molto piccola», dice al Corriere del Ticino la 47.enne -, anche se svolge un’attività di soccorritrice sia nel Club alpino svizzero di Locarno sia nel Servizio Ambulanza Locarnese e Valli.

È proprio merito di un collega, soccorritore volontario nel servizio di ambulanza, che l’ha invitata alla Cavedano sub, una società tutt’ora esistente. «Mi son detta ‘Perché no? Proviamoci’. Dopo le prime immersioni mi era piaciuto e ho iniziato un percorso ottenendo i vari brevetti, fino al tre stelle “CMAS” (sigla in francese di “Confédération mondiale des activités subaquatiques”, riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale, ndr) e, novità dell’anno scorso, sono diventata istruttrice. Cosa che mi permette di formare nuovi nuovi talenti che vogliono avvicinarsi a questa disciplina meravigliosa. Inoltre, sono nel Club della sub Verzasca». Maggini spiega al Corriere del Ticino di partecipare ai picchetti estivi per il soccorso in Verzasca, intervenendo in vari incidenti, dalle punture di insetti ai principi di annegamento.

Ogni mercoledì è fisso nel mio calendario per indossare la muta e le bombole: mi tuffo 360 giorni all’anno
Elisabetta Maggini, esperta di immersioni in acqua nel tempo libero, 47 anni

Rispetto e verifiche

La nostra interlocutrice illustra l’importanza di avere un buon istruttore. «Alla fine, l’attività di immersione diventa un po’ come andare in bicicletta. Ci sono manovre che per un novizio possono sembrare complicate, ma poi diventano familiari, di routine».

C’è poi la questione del rispetto. «Fondamentale. Rispetto per l’acqua, per sé stessi e per le proprie sensazioni. Siamo in in un ambiente che non è il nostro, quindi dobbiamo controllare sia il materiale sia “noi stessi”, per essere sicuri di non incappare brutte situazioni». Detto questo, sembra non esserci un limite al numero di immersioni o alla stagione in cui si pratica quest’attività. Lo conferma la nostra esperta, infatti. «Ogni mercoledì, per 360 giorni all’anno, lo dedico all’immersione. Nel lago, sono frequenti tutto l’anno, mentre nel fiume sono più comuni da luglio a dicembre, come pure in inverno».

Il periodo della primavera si cerca di evitarlo perché si tratta di quello più rischioso «perché c’è troppa acqua, che rende le immersioni pericolose, mentre in inverno la portata dell’acqua diminuisce».

E spuntano le anguille

«Al lago, invece, ci immergiamo in estate, in inverno e persino quando nevica, senza problemi. Ovviamente, durante il periodo invernale andiamo con una muta stagna adatta, che ci evita di prendere freddo. Si tratta del momento migliore dell’anno, per esplorare il lago, con un’acqua limpidissima. E magari, se abbiamo fortuna a volte potrebbe spuntare anche qualche anguilla. Sott’acqua possiamo incontrare molte specie di pesci. Certo, è vero che la fauna dei mari tropicali sarà colorata e stupenda, ma le bellezze esistono pure qui», esclama con un sorriso.

Ma non è «Baywatch»

A proposito di Verzasca, la subacquea (nel tempo libero, dato che nella vita è podologa) si sofferma sull’attività dei picchetti della Sub Verzasca nei fine settimana estivi. «La sede è a 50 metri dal ponte dei Salti, ma nel corso della giornata “pattugliamo”, dalle 10 alle 17, circa un chilometro e mezzo, dalle pozze di Aquino fino alle pozze delle Posse. Per farlo, completiamo una formazione annuale sulle tecniche di recupero e sui primi soccorsi». Che non vuol dire buttarsi in acqua alla Baywatch, la popolare serie tv anni Novanta dedicata ai bagnini di Los Angeles. «Eh no, dobbiamo valutare i pericoli, spesso lanciamo all’infortunato una corda. Spesso risulta molto più sicuro ed efficace», conclude Maggini.

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