«Siamo in linea con gli anni migliori»: e a Locarno il mondo del turismo sorride
Sconquasso nelle prenotazioni? Una stagione tra le peggori della storia? Calo drastico dei turisti? Macché, nulla di tutto questo, anzi. La stagione (ben lungi dall’essere finita, tra l’altro) è in linea con gli anni migliori. Lo conferma l’ente turistico Ascona-Locarno. Il direttore, Fabio Bonetti, si presenta sorridente al Corriere del Ticino. Certo, le cose non erano partite nel migliore dei modi, con un tempo meteorologico relativamente freddo e piovoso. Per non parlare del tragico nubifragio che ha colpito l’Alta Vallemaggia a fine giugno. E, una settimana prima, altri morti in Mesolcina. Due devastanti alluvioni, i cui detriti si sono poi riversati inevitabilmente nel Lago Maggiore, causando disagi e qualche grattacapo al consorzio incaricato della pulizia delle acque.
Un risultato sorprendente
Sotto il profilo prettamente turistico, però, «rispetto all’anno scorso, rileviamo un calo del 6%, fino a luglio. Tuttavia se confrontiamo i dati con il 2019, considerato il miglior anno prepandemia, si osserva un incremento del 3%. Segno di una ripresa robusta e promettente». Un risultato sorprendente. «E la stagione non è ancora finita. Complice il cambiamento climatico, si estende sempre di più verso l’autunno». Il dato riguarda il numero di pernottamenti in alberghi e campeggi combinati. Lo stesso confronto con il 2019 sul fronte dei soli campeggi porta a un +11% e a un -6.5% rispetto al 2023. Ma Bonetti rilancia. Nella regione, infatti, rispetto al 2019 il numero di appartamenti messi in affitto a turisti è passato da 1.200 (pre Covid) a 3.500 «e questi generano centinaia di migliaia di pernottamenti. Nel 2019 erano a quota 400.000, mentre lo scorso anno sono saliti a 640.000. Credo che quest’anno saremo su un livello simile. C’è stato un leggero spostamento dall’albergheria verso questo tipo di alloggio, una tendenza sentita pure da noi, ma che si manifesta comunque a livello globale».
Case secondarie
Il 57.enne mostra un grafico con l’andamento del numero di case secondarie e dei relativi letti negli ultimi anni nella regione di Locarno: «Dopo il Covid, il numero di residenze secondarie è salito in modo marcato. Il fenomeno conferma l’attrattiva turistica della regione».
Il nostro interlocutore evidenzia il numero più recente. «Abbiamo 17.000 residenze secondarie. Non figurano nelle statistiche ufficiali, ma offrono 61.000 posti letto. I proprietari non affittano queste case, le utilizzano per loro. E da uno studio risulta che, in media, rimangono tra i 60 e i 65 giorni all’anno, un dato positivo per la nostra regione, specialmente fuori stagione». Un fenomeno, quello delle residenze secondarie, che secondo l’esperto risulta troppo spesso sottovalutato e poco citato dai media, in particolare quando si parla di turismo in Ticino.
A proposito di occupazione degli alberghi, impossibile non ricordare l’affermazione del presidente degli albergatori della regione (HotellerieSuisse sezione Sopraceneri) Massimo Perucchi, secondo la quale durante il Locarno Film Festival le strutture «viaggiavano» all’85% della loro capacità.
Progetti in vista
Una cifra notevole, probabilmente alla base di un certo fermento alberghiero: «La volontà di rilanciare il Grand Hotel di Locarno (promossa dall’imprenditore Stefano Artioli, ndr) ha dato il via a molti progetti nella nostra regione. Di recente, ha aperto una struttura di una catena internazionale, mentre nel quartiere di Locarno-Riazzino sta per esserne inaugurata un’altra di una catena tedesca. C’è poi il progetto delle Corti, più il futuro albergo diffuso nel Gambarogno (un progetto di Elia Frapolli, ndr), senza contare una proposta ancora più lontana nel futuro vicino al Lido».
Domanda e offerta
Una «ventata» di costruzioni che non spaventa il direttore dell’ente: «No, non temo un sovradimensionamento dell’offerta. Nelle nostre strategie di promozione turistica e sviluppo del prodotto, gli eventi giocano un ruolo cruciale e generano flussi significativi. Anche il settore congressuale, di grande interesse per noi, richiede spazi adeguati e disponibilità alberghiera. Per supportare questi eventi, è essenziale avere una capacità alberghiera adeguata. Le nuove strutture sono necessarie, la domanda e l’offerta vanno di pari passo in maniera armoniosa».