Le reazioni

«Stiamo soffocando nella nostra democrazia»

Dal 5 febbraio sarà finalmente l'ora del semisvincolo di Bellinzona, ma ci sono voluti tempi biblici - Da più parti, Claudio Zali in primis, si invoca un adeguamento legislativo, per non mettere a rischio altri progetti
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
30.01.2025 17:56

Stavolta dobbiamo proprio dire che quel gran genio di Michelangelo in parte si sbagliava quando affermava che l’attesa è il futuro che si presenta a mani vuote. Il semisvincolo di Bellinzona si è fatto aspettare mezzo secolo (dai primi ballon d’essai all’intricato iter iniziato a fine anni Novanta), ma ora è tempo di vivere appieno questo momento storico per la viabilità della regione. All’apertura parziale, il 26 settembre scorso, dopo due anni e mezzo di lavori, dell’entrata in autostrada verso sud, seguirà mercoledì 5 febbraio (quando è in programma anche la prova delle sirene: non spaventatevi…) l’uscita dell’A2 da sud. Questi primi quattro mesi sono stati incoraggianti e attentamente monitorati dall’Ufficio federale delle strade (USTRA). Ciò che avverrà sino alla fine dell’anno, analizzando i flussi di traffico fino a quando si saranno, per così dire, stabilizzati. Agli automobilisti si chiede pazienza, in quanto si è consapevoli che ci vorrà un normale periodo di adattamento all’opera da almeno 65 milioni di franchi.

Bando ai trionfalismi

«Stiamo soffocando nella nostra democrazia». Quando era stato dato il primo colpo di piccone, nel marzo 2022, aveva utilizzato un’altra frase ad effetto («un’esperienza estenuante, che ti porta allo sfinimento»). Tre anni più tardi, di nuovo di fronte alla stampa, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha rincarato la dose riferendosi alle lungaggini per la realizzazione dell’infrastruttura che rivoluzionerà in parte le abitudini di chi si mette al volante. «Non sto qui a fare grandi trionfalismi. È da 35 anni che sento parlare del semisvincolo. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti che il sistema stradale di Bellinzona è sottodimensionato. Basta un piccolo cantiere per mandarlo in tilt. Ce ne siamo accorti in questi giorni. Ben venga, dunque, questa opera», ha puntualizzato il consigliere di Stato. Il quale, in modo lungimirante, ha già gettato lo sguardo al futuro. Che sarà a «tinte fosche» dopo la bocciatura popolare, il 24 novembre scorso, del potenziamento della rete autostradale svizzera. «Se è vero che la felicità sta nelle piccole cose, allora spero nella realizzazione dello svincolo di Sigirino», ha osservato Zali. Vi sono state tre opposizioni, ma vedrà la luce. In un paio d’anni l’USTRA mira ad andare in cantiere.

Quella storia infinita

Si è invece affidato al cinema il presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB). Per Simone Gianini quella del semisvincolo è stata una «storia infinita» che «per fortuna» giunge a buon fine. Dobbiamo risalire addirittura agli anni Settanta, quando si pensava di utilizzare l’A2 quale circonvallazione al posto della strada espresso Arbedo-Giubiasco. Una proposta che non fece l’unanimità e che finì nel cassetto per due lustri o poco più. Ne uscì a metà anni Ottanta, nell’ambito della revisione del Piano regolatore cittadino. Addirittura si ipotizzavano due semisvincoli: alla Birreria e all’ex Caserma. Il Municipio disse sì. Venne lanciata una petizione e l’idea fu «congelata» fino al 1995. La neonata CRTB si schierò a fianco dell’Esecutivo. Ma anche in quel caso non mancarono i contrari. Fu lanciata un’iniziativa alla quale fu contrapposto un controprogetto. Furono bocciati entrambi alle urne, nel marzo 1997. Si trovò un compromesso l’anno seguente; alla fine si optò per un unico allacciamento. Poi il resto lo sapete. Fra referendum cantonale, ricorsi, sentenze dei tribunali. Il progetto è ora completo.

Che funga da esempio

«Tempi biblici. Noi tutti, come Claudio Zali, abbiamo avuto una perseveranza esemplare. La realizzazione di grandi opere, in Ticino e nel resto della Svizzera, diventa molto difficile. Il quadro legislativo va adeguato», ha spiegato il consigliere nazionale ed ex vicesindaco della Turrita. Nella fattispecie, ha aggiunto Simone Gianini, gli ostacoli sono stati superati grazie all’unità di intenti fra Confederazione, Cantone e Città: «Il semisvincolo è un messaggio di speranza e allo stesso tempo un esempio da seguire per altri cantieri ancora fermi al palo, anche a Bellinzona». Perché non uno svincolo completo?, è la domanda che in tanti ci siamo posti negli ultimi decenni. «È frutto del compromesso del 1998. Con il traffico attuale, inoltre, non sarebbe possibile un’apertura anche verso nord. In futuro chissà. Basterebbe aggiungere due bretelle...», la risposta del presidente della CRTB.

Unità d'intenti

Nel suo intervento il vicedirettore dell’USTRA Guido Biaggio ha dal canto suo sottolineato che i primi dati raccolti da fine settembre «hanno dimostrato una buona accoglienza e predisposizione all’utilizzo dell’opera, portando già a una riduzione dei transiti negli abitati a sud di Bellinzona, così come la solidità dei modelli di traffico che ne stanno alla base». In parole povere: è successo quello che i tecnici si aspettavano. Ciò fa ovviamente ben sperare per quanto accadrà dal 5 febbraio. Il semisvincolo porterà ad una riduzione dei mezzi del 35% lungo la strada cantonale tra Bellinzona sud e Giubiasco, verso nord e pure in alcune vie, mentre il traffico è destinato ad aumentare del 60% sull’asse autostradale. E pertanto sono da prevedere più immissioni foniche. Non a caso si è proceduto, dopo cinquant’anni, al risanamento del tratto dell’A2 fra Bellinzona sud e nord con un investimento di 170 milioni; i lavori si concluderanno entro l’estate. «Da metà 2025 non vi sarà più nessun cantiere. Il semisvincolo incarna perfettamente la visione dell’USTRA: gestione fluida del traffico, maggiore sicurezza, più vivibilità e, infine, i quartieri a sud (quindi soprattutto Giubiasco, Monte Carasso e Sementina; n.d.r.) verranno sgravati dal traffico parassitario. Attenzione perché, alla luce del no alle urne di fine novembre, un progetto simile avrebbe potuto essere seriamente a rischio», ha affermato Biaggio.

Coprire l'A2? Forse, dipende...

Il quale a nostra precisa domanda, in riferimento al prospettato incremento di veicoli, ha rilevato che l’autostrada è pronta a sopportare il carico. Un’altra questione riguarda l’ipotesi di coprire (o interrare) l’A2 che taglia in due la Turrita e che è percorsa quotidianamente da oltre 50.000 fra vetture e mezzi pesanti. Nel Programma d’agglomerato di quinta generazione, come abbiamo riferito il 20 agosto, si indica che in primo luogo dovrà essere elaborato uno studio di fattibilità preliminare promosso dalla Città (entro il 2027). Le fasi seguenti del progetto e gli eventuali approfondimenti verrebbero concretizzati fra il 2028 ed il 2031. «Siamo aperti a discuterne, ma poi vanno considerate le basi legali», ha precisato Biaggio. Aggiungendo altresì che, in altri cantoni, come Zurigo, è stato fondamentale il contributo dell’ente pubblico. In Ticino l’esempio è quello della riqualifica del fondovalle di Airolo; un’iniziativa resa possibile, tuttavia, in virtù del materiale di scavo proveniente dalla costruzione del secondo tubo del San Gottardo (1,9 milioni di tonnellate) e grazie ai 50 milioni votati dal Gran Consiglio.

Il capodicastero Territorio e mobilità della capitale Mattia Lepori - che fra due settimane sostituirà Simone Gianini alla testa della CRTB - si è detto felice dell’imminente taglio del nastro dell’infrastruttura viaria. «C’è grande soddisfazione. Pensate che nel 1997 non avevo nemmeno un anno. L’iter è stato troppo lungo. La buona collaborazione che c’è stata fra gli attori interessati, in ogni modo, dev’essere la via da seguire per altri progetti sul tavolo», ha annotato il municipale, in carica da nove mesi e ottimista per natura.

La grande rotatoria

Il semisvincolo con la sua imponente rotatoria sopraelevata del diametro di 60 metri dimezzerà i tempi di arrivo a Bellinzona e valorizzerà il trasporto pubblico e la mobilità lenta, favorendo i collegamenti ciclopedonali e l’accesso alle fermate del bus. Via Tatti è percorsa giornalmente da oltre 8.500 mezzi (dati del 2022 pubblicati lo scorso ottobre dal Dipartimento del territorio). Un migliaio di veicoli in più transita da via Birreria a Monte Carasso, mentre restando in quest’ultimo quartiere El Stradún (la cantonale che «spacca» a metà il paese, per intenderci) è attraversato ogni dì da ben 15.300 automobili. Per togliersi l’ingombrante etichetta di arteria trafficata, si metteranno in cantiere degli interventi da quasi 7 milioni di franchi per la riqualifica della carreggiata che oltrepassa l’abitato moncarassese e quello di Sementina, trasformandola in un «asse urbano». Il Gran Consiglio ha dato via libera al credito il 21 gennaio scorso. Il cantiere per la tratta lunga 1,6 chilometri durerà 14 mesi.

Un complesso di più opere

«È un complesso di più opere, il semisvincolo. I primi riscontri dopo l’apertura parziale sono positivi», secondo Diego Rodoni, direttore della Divisione delle costruzioni. Da marzo a dicembre entrerà nel vivo l’attività di monitoraggio che prevede l’analisi dei flussi di traffico in transito sulla rete attraverso la centrale semaforica. Nei prossimi mesi all’ordine del giorno vi saranno «aggiornamenti periodici e riunioni di coordinamento. Dobbiamo capire se quanto è stato simulato corrisponderà alla realtà. Gli automobilisti sono abitudinari». L’insieme di opere comprende altresì la rinnovata via Tatti, l’accesso al posteggio di attestamento della Scuola d’arti e mestieri con uscita dei bus su via Luini nonché le passerelle di Monte Carasso e della Torretta e le ciclopiste a fianco di via Birreria e ai piedi di via Tatti.

Le misure fiancheggiatrici

Il compito delle misure fiancheggiatrici è quello di incanalare gli automobilisti sulle arterie di ordine superiore (dunque l’A2 e la strada cantonale di sponda sinistra) e disincentivare in questo modo i percorsi alternativi. Altrimenti i prospettati effetti benefici del semisvincolo di Bellinzona verrebbero meno. Sia il Cantone sia la Città implementeranno, a tappe, dei provvedimenti già dal 5 febbraio a favore del trasporto pubblico (in aprile aprirà il Vicolo Sottocorte per l’uscita dei bus, evitando così che restino incolonnati su viale Stefano Franscini) e della vivibilità dei quartieri. Il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori ha annunciato che verrà introdotto il senso unico nel tratto di via della Posta a Giubiasco fra viale Olgiati e l’incrocio in direzione della strada cantonale all’uscita da un immobile: «Come Municipio procederemo ai nostri monitoraggi e non escludiamo di eventualmente optare per ulteriori misure fiancheggiatrici».

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