La polemica

«Sul restauro del Pretorio un ritardo ingiustificabile»

Il consigliere comunale Mauro Belgeri (Il Centro) chiede al Municipio di Locarno se sia vero che i lavori di ristrutturazione inizieranno solo nel 2026: «Quando termineranno e perché non sono partiti prima?» L’edificio è stato al centro delle discussioni del Patto della Pace, che quest’anno celebrerà il giubileo del centenario
Un’immagine della Conferenza per il Patto della Pace di Locarno scattata nel 1925; nell'adesivo in primo piano, Mauro Belgeri: avvocato e consigliere comunale del Centro di Locarno, 67 anni
Jona Mantovan
13.01.2025 06:00

Il palazzo del Pretorio di Locarno torna al centro del dibattito politico. In una recente interpellanza, il consigliere comunale Mauro Belgeri sollecita il Municipio a chiarire lo stato dei lavori di restauro, arrivando a chiedere se siano state fatte pressioni sul Cantone per accelerarne il processo. Nelle domande si sottolinea l’importanza di preservare il patrimonio storico della città e si fa riferimento al Patto della Pace, dibattuto proprio cento anni fa nel salone principale dell’edificio, patto che quest’anno celebra appunto il giubileo: «Corrisponde al vero che i lavori di ristrutturazione inizieranno non prima del 2026? Qual è il motivo del colossale ritardo e quando termineranno? Visto come sono andate le cose, non poteva restare agibile almeno la sala storica durante l’anno giubilare 2025?», si legge nel documento.

Affitti che pesano

Ma non è tutto. L’esponente del Centro evidenzia come «oltre alla non agibilità dello stabile l’anno prossimo, il contribuente continua a pagare pigioni per la locazione di uffici in altri stabili». Ed è proprio su questo punto che verte il primo quesito: «Perché il Cantone non ha predisposto il trasloco dei propri uffici in altri stabili a ridosso dei lavori di riattazione del Pretorio e non anni e anni prima, pesando così sui contribuenti con il pagamento di pigioni tutt’altro che indifferenti?». Gli altri interrogativi riguardano l’ammontare di tali affitti pagati al Cantone e a privati per la locazione degli uffici traslocati dal Pretorio «e la durata di queste locazioni extra muros». Il politico, che vorrebbe sapere anche quali siano i privati coinvolti, aggiunge poi «di non volersi più accontentare di risposte evasive». L’autore sostiene di aver cercato di evitare questa interpellanza dialogando con l’allora capodicastero Nicola Pini, oggi sindaco, già nel 2022.

«Nonostante le risposte cortesi, il problema non è stato risolto. In sintesi, la questione è di competenza cantonale e non si può intervenire. Anche l’idea di coinvolgere deputati in Gran Consiglio è stata scartata «probabilmente per non urtare la suscettibilità di qualche alto funzionario cantonale».

La colossale grandinata

Il testo riavvolge il nastro del tempo al 25 agosto 2023, quando una potente grandinata aveva dato «il colpo di grazia a un edificio che già in precedenza versava in stato precario» ricordando come - di conseguenza - l’aula penale per la Corte di appello e di revisione penale, dal 2025 e previa conferma da parte della Divisione della giustizia, sarà allestita al primo piano del Palexpo (ex Fevi).

Visto com’è andata, almeno la sala storica si sarebbe potuta rendere agibile durante i festeggiamenti
Mauro Belgeri, avvocato e consigliere comunale del Centro di Locarno, 67 anni

Il tema era emerso in un Messaggio municipale a novembre, per la precisione quello in accompagnamento ai conti preventivi del Comune e alla fissazione dei moltiplicatori d’imposta.

L’esperto di storia

Di recente, lo storico Francesco Mismirigo aveva sollevato una questione simile, proprio dalle colonne del Corriere del Ticino (vedi l’edizione del 19 dicembre): «Un centenario che stiamo trascurando», aveva dichiarato l’esperto, riferendosi proprio al Patto di Locarno del 1925 e in particolare all’edificio del Pretorio, quando capi di Stato e di governo si riunirono per allentare le tensioni manifestatesi dopo la fine della prima guerra mondiale. «E oggi, questo palazzo simbolo di un evento di importanza mondiale, che cos’è? Un rudere! E sono stupito del fatto che nessuno si sia reso conto che doveva essere pronto entro l’anno prossimo, accompagnato ovviamente da una quantità di contenuti degno dell’anniversario».

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