Payerne

Sull'A1 a bordo di un F/A-18: «Sì, avevamo la vignetta»

Il pilota ticinese Lukas Nannini ha preso parte all’esercitazione Alpha Uno delle Forze aeree svizzere – Il risultato è stato molto soddisfacente e partecipare a un evento che non si registrava dal 1991 «è un orgoglio»
© DDPS / CdT
Jenny Covelli
05.06.2024 21:00

«Tutto è andato secondo i piani, l’operazione è stata un completo successo». Così il brigadiere Christian Oppliger, sostituto comandante delle Forze aeree svizzere, ha commentato l’esercitazione Alpha Uno che si è tenuta oggi con gli aerei da combattimento sull’autostrada A1 tra Payerne e Avanches. Tra i piloti a bordo dei quattro F/A-18 c’era il ticinese Lukas «Bigfoot» Nannini, 35 anni, pilota e istruttore della squadriglia 17. «È stato speciale e unico», ci ha raccontato al termine del debriefing. «L’ultima esercitazione di questo genere si era svolta a Lodrino nel 1991. Io sono nato nel 1989 e atterraggi e decolli in autostrada non si vedono tutti i giorni».

Nannini ha partecipato al test nel pomeriggio. L’esercizio prevedeva il decollo a bordo dell’F/A-18 dall’A1 per poi atterrare a Payerne. «Siamo molto contenti della riuscita dell’esercitazione, che contribuisce al concetto di decentralizzazione. Il lavoro di squadra tra il personale di terra e di volo ha funzionato benissimo. Non bisogna mai dimenticare che il pilota non è l’unico ad avere a che fare con gli aerei da combattimento, dietro c’è il lavoro di tantissime persone».

Il decollo a 283 km/h

Se una pista è larga 40 metri, oggi i piloti delle Forze aeree hanno dovuto decollare e atterrare su un’autostrada larga 25 metri. La manovra, che avviene a una velocità di quasi 300 km/h, richiede da uno a due chilometri. «Io sono andato in aria a 283 km/h», precisa Bigfoot. «Per noi piloti quello che conta è la missione in aria. Dobbiamo assicurarla ed essere in grado di farlo dappertutto. È stato strano, ad esempio, sfrecciare vicino agli alberi ai bordi della strada, a cui non siamo abituati. Ma quello che cambia sono più che altro gli aspetti operativi e la gestione da parte del personale di terra».

La storicità dell’evento, comunque, regala emozioni. «L’A1 è un’autostrada che conosciamo, che percorriamo quotidianamente per andare al lavoro. Oggi, anziché essere al volante, eravamo a bordo di un F/A-18». Da buoni cittadini, i piloti hanno pensato di attaccare al finestrino dell’aereo la vignetta autostradale. «Sì, è una gag che abbiamo deciso in squadriglia», spiega con un sorriso Lukas Nannini. «Sapevamo che saremmo stati ripresi. Non volevamo mostrarci in autostrada come cittadini “indisciplinati”».

Un lavoro di squadra

Per l’esercito è importante essere preparati a qualsiasi tipo di scenario. Secondo il Dipartimento federale della difesa della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) questa esercitazione era necessaria poiché attualmente tutti i mezzi delle Forze aeree sono concentrati nei tre aerodromi militari di Payerne, Meiringen e Emmen, cosa che li rende vulnerabili ai sistemi d’arma avversari a lunga gittata. Oltre all’esperienza, il personale di volo e di terra che vi ha partecipato, porta a casa un ricordo: il badge dell’esercitazione. Chiaramente ispirato alla vignetta autostradale, ma con i colori della squadriglia 17: il bianco e il rosso. «Anche questa è stata una nostra idea a cui ho contribuito personalmente. Una sorta di gadget, per ricordare la peculiarità e l’importanza dell’evento».

© Lukas Nannini
© Lukas Nannini

Per i piloti che si sono addestrati al simulatore, la sfida non è così grande come si potrebbe pensare. Lo ha detto il brigadiere Oppliger e lo conferma Nannini: «L’esercizio ci ha consentito di allenare tutte le operazioni e prendere confidenza con le procedure che abbiamo definito. Sicuramente ci ha permesso di sentirci più sicuri. Soprattutto, di massimizzare l’allenamento, perché in cielo le ore di volo a disposizione sono limitate». Al simulatore è possibile esercitarsi con differenti condizioni meteorologiche, testare le procedure, trovare il potenziale di miglioramento. «Altre cose, invece, si capiscono e si testano davvero solo dal vivo».

L’esercitazione, per le Forze aeree svizzere, è stata un successo. «L’organizzazione è stata ineccepibile. Erano presenti anche molte forze aeree estere che si sono interessate a quello che facciamo», conclude Bigfoot. «Sono convinto che anche loro siano tornati a casa con una buona impressione. Se facciamo un paragone con l’estero, siamo molto preparati e questo è motivo di orgoglio. Lo spirito, dopo il debriefing, era davvero molto buono. Da pilota fa molto piacere aver partecipato a questo evento storico e aver potuto lavorare e definire alcune cose che si sono rivelate assolutamente funzionali. Siamo tutti molto contenti».

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