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Dazi, Berna è nel gruppo dei 15: «La Svizzera si è mossa bene»

Il viaggio di Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin a Washington ha permesso di fare un passo avanti per ottenere condizioni più favorevoli con gli USA – Luca Albertoni: «Abbiamo appoggiato dall'inizio la strategia del Governo: ora ci sono le basi per trovare una soluzione»
© KEYSTONE/Peter Klaunzer
Luca Faranda
25.04.2025 21:43

«L’economia può anche adattarsi a cattive soluzioni o a leggi imperfette, ma ciò con cui non può convivere è l’incertezza». Da Washington, la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter è stata chiara. La Svizzera vuole ritrovare stabilità nelle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. E il primo, importante, passo è stato compiuto in questi giorni. Il viaggio Oltreoceano di Guy Parmelin e Karin Keller-Sutter è stato positivo: lo ha ribadito la presidente della Confederazione, annunciando che la Svizzera figura tra i 15 Paesi con cui gli Stati Uniti intendono trovare rapidamente una soluzione alla questione dei dazi.

A differenza della Norvegia, che si è presentata giovedì alla Casa Bianca con il primo ministro Jonas Gahr Störe e il ministro delle Finanze Jens Stoltenberg (l’ex segretario della NATO), il governo elvetico non ha avuto la possibilità di un faccia a faccia con Donald Trump. Un incontro con il presidente statunitense, per il momento, non è in agenda. Durante il viaggio a Washington, Parmelin e Keller-Sutter hanno tuttavia incontrato figure di spicco dell’amministrazione Trump, in particolare il segretario al Tesoro Scott Bessent.

Il Consiglio federale ha deciso di puntare sul dialogo per convincere gli Stati Uniti a concedere condizioni più favorevoli: i dazi al 31%, annunciati e poi sospesi per 90 giorni poche settimane fa, preoccupano sia la politica, sia il mondo economico elvetico. Entrambi si sono subito attivati: il Governo tramite colloqui, l’economia promettendo investimenti miliardari. In particolare il settore farmaceutico, con Roche e Novartis in prima fila.

«Gli investimenti fanno presa»

Ma come valuta l’economia ticinese il viaggio di Keller-Sutter e Parmelin? «Tutto dipenderà dai risultati concreti che saranno raggiunti, ma abbiamo appoggiato la strategia del Consiglio federale sin dall’inizio», ci spiega Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino. A suo avviso, il Governo non si è limitato a raccontare le buone carte che ha in mano, ma ha fatto capire la rilevanza che ha la Confederazione per la realtà statunitense. «Gli investimenti miliardari, ad esempio nella farmaceutica, fanno presa», sottolinea Albertoni.

Ora manca l’invito ufficiale alla Casa Bianca. «Non mi preoccuperei di ciò. Ci sono stati contatti diretti importanti ed è stato aperto un canale di comunicazione (tra Keller-Sutter e Trump c’è anche stata la telefonata di 25 minuti a inizio aprile, ndr). La Svizzera si è mossa bene e ora ci sono le basi per trovare una soluzione».

Preoccupazione, non panico

La presidente della Confederazione, a Washington, ha tuttavia avvertito: è improbabile che gli Stati Uniti rinuncino completamente a misure protezionistiche. Berna auspica di diminuire quel 31% promesso da Trump, ma difficilmente sarà azzerato. «Il 10% attualmente in vigore non credo che verrà modificato. Ma paradossalmente, vediamo questo 10% come una vittoria», sostiene Albertoni, ricordando che i dazi colpiscono tutte le aziende che hanno a che fare con gli USA. «E il Ticino non fa eccezione. Attualmente non c’è panico, ma c’è comunque una certa preoccupazione per chi lavora con gli Stati Uniti. Per alcuni, anche in Ticino, il mercato statunitense è estremamente importante».

C’è però anche un rischio negli attuali negoziati con l’amministrazione Trump: le concessioni che Berna sarebbe disposta a fare, potrebbero incoraggiare anche altre potenze economiche a esercitare pressioni sulla Svizzera per ottenere condizioni migliori.

Sono stati giorni fitti di impegni per la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il «ministro» dell’Economia Guy Parmelin: tra gli incontri di alto livello, ad esemnpio, figurano il segretario al Tesoro Scott Bessent, il rappresentante USA per il commercio Jamieson Greer e la segretaria dell’istruzione Linda McMahon. Quest’ultima ha elogiato le politiche svizzere che promuovono l’apprendistato e la formazione professionale. Parmelin, da Washington, ha annunciato una prossima visita in Svizzera da parte di McMahon. A Washington era presente una folta delegazione elvetica, tra cui la segretaria di Stato dell’economia Helene Budliger Artieda.
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