Votazioni

Nessun limite estremo all’economia: «È mancato anche un vero dibattito»

L’iniziativa popolare dei Giovani Verdi respinta dal 69,8% della popolazione e da tutti i Cantoni: in Ticino i voti contrari hanno raggiunto il 69,4% – Albert Rösti: «Non è un no alla protezione dell’ambiente» – Rocco Vitale: «Serve una politica che prenda sul serio i problemi e agisca di conseguenza»
© PETER KLAUNZER
Luca Faranda
09.02.2025 20:17

L’economia non verrà stravolta nel giro di dieci anni. Il risultato alle urne è impietoso: l’iniziativa «per la responsabilità ambientale» è stata affossata con il 69,8% di noTutti i Cantoni si sono detti nettamente contrari alla proposta dei Giovani Verdi. Ticino compreso: a Sud delle Alpi, il testo è stato seccamente respinto dal 69,4% dei votanti. La partecipazione si è attestata (solo) al 34,2%. A livello nazionale, l’affluenza alle urne è stata leggermente più elevata: 37,9%.

Cambiamento radicale

«Questo voto non è un no alla protezione dell’ambiente. Dobbiamo prenderci cura delle nostre risorse naturali, ma non in modo così rapido come avrebbero voluto i promotori», ha tenuto a sottolineare in conferenza stampa - al termine dello spoglio - il «ministro» dell’Ambiente Albert Rösti, ricordando che popolo e Cantoni hanno seguito la raccomandazione del Governo e del Parlamento. Per il consigliere federale, l’iniziativa avrebbe portato a un cambiamento radicale nel modo di vivere, con conseguenze sull’alimentazione, la mobilità e gli alloggi. La riduzione dei consumi avrebbe riguardato tutti, ricchi e poveri», ha ammonito Rösti secondo cui sarebbe stato difficile attuare l’iniziativa.

I sì solo da poche città

La proposta non ha fatto breccia da nessuna parte. Tutti Cantoni si sono opposti, con percentuali ben oltre l’80% a Svitto (84,6%), Nidvaldo (83,2%), Obvaldo (83,0%) e Appenzello Interno (82,9%).

Spulciando i vari Comuni, tuttavia, emerge che in alcune singole Città l’iniziativa è stata accolta: Losanna (58,0% di sì), Berna (57,7%), Friburgo (53,5%), Neuchâtel (50,6%) e Bienne (50,5%). Su oltre 2 mila Comuni, solo in una decina (perlopiù francofoni) il sì ha passato lo scoglio delle urne.

«Prendiamo atto del risultato netto, bisogna ammetterlo», ci spiega Rocco Vitale, membro di comitato dei Giovani Verdi Ticino, riconoscendo anche che nelle scorse settimane è mancato anche un vero dibattito pubblico. «È un peccato, c’è stato uno scarso interesse, ma almeno si è parlato del concetto di limiti planetari e di un sistema economico che consuma più risorse di quelle che la natura riesce a rigenerare. Anche la maggior parte di chi si è opposto non ha negato il problema», sottolinea Vitale.

Cambio di passo

A rendere il testo indigesto è stato anche il termine di dieci anni per l’attuazione dell’iniziativa, che chiedeva un cambio di passo per creare un’economia che rispetti i limiti planetari e che permetta alla natura di rigenerarsi: «Era chiaro anche a noi che l’obiettivo fosse estremamente ambizioso, ma abbiamo posto questo limite per sottolineare l’urgenza del problema. Il costo dell’inazione sta crescendo sempre di più. Ironicamente, chi ha criticato questo termine di dieci anni, tuttavia, non ha dato seguito al controprogetto proposto dai Verdi in Parlamento e che prevedeva di stralciare il limite di dieci anni», deplora Vitale.

E ora? «La svolta ecologica rimane un perno della nostra azione politica. In questa legislatura punteremo forse più su temi locali e cantonali e, sul piano federale, sui referendum e non su altre iniziative», precisa il giovane ecologista ticinese, ricordando tuttavia alcune raccolte firme che stanno impegnando i Verdi. In particolare, «l’iniziativa solare» che mira a installare impianti solari su tutti gli edifici idonei. A livello cantonale, questa proposta è stata respinta oggi nel canton Berna. Tra i temi «caldi», Vitale cita anche l’iniziativa «per un fondo per il clima» (il Governo la respinge) e quella per una piazza finanziaria sostenibile. A suo avviso, serve una politica che prenda sul serio i problemi ambientali e agisca di conseguenza.

Contro un muro

Il secco no all’iniziativa - sostenuta solo da PS, Verdi e organizzazioni ambientaliste - è stato accolto molto favorevolmente dai partiti borghesi e dalle associazioni economiche, che parlano di «proposta estrema» e di «iniziativa di impoverimento», che avrebbe messo in pericolo la prosperità e la competitività internazionale della Svizzera.

Gli elettori non hanno voluto portare il Paese a sbattere contro un muro, ha dichiarato alla SRF la direttrice generale di economiesuisse Monika Rühl. «Servono soluzioni pragmatiche».

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