Sui conti dell'Esercito pesano gli F-5 Tiger, Patrouille Suisse vicina al «grounding»

La Patrouille Suisse rischia sempre più di rimanere a terra. Un «grounding» per nulla paragonabile a quello di Swissair nel 2021. Eppure, un simbolo svizzero, che proprio quest’anno celebra i 60 anni di esistenza, potrebbe presto sparire. La flotta degli F-5 Tiger, utilizzati dalla squadriglia acrobatica, rimarrà in volo sino a fine 2027. Poi, probabilmente, la storia della Patrouille Suisse - così come la conosciamo - potrebbe finire. A ribadirlo ci ha pensato il Consiglio degli Stati: per 25 voti a 19 ha respinto una mozione del «senatore» Werner Salzmann (UDC/BE) che chiedeva al Governo di «mantenere la Patrouille Suisse come team di jet».
Aerei obsoleti
Cosa significa? La squadra di volo acrobatico vola sugli F-5 Tiger dal 1995. A differenza di numerosi altri team d’esibizione, la Patrouille Suisse utilizza un aereo da combattimento che viene impiegato attivamente dalle Forze aeree. Secondo il Consiglio federale, però, l’F-5 Tiger è «obsoleto sotto ogni aspetto: da un decennio non è più idoneo sul piano militare per la protezione dello spazio aereo o per il servizio di polizia aerea di notte o in condizioni meteorologiche avverse». Inoltre, gli F-5 non vengono più utilizzati nell’istruzione dei piloti e - in caso di conflitto - «non rappresenta più un avversario realistico per un jet di quinta generazione».
La messa a terra degli F-5 Tiger non equivale per forza alla fine della Patrouille Suisse. Attualmente, il Dipartimento della difesa (DDPS) sta infatti «esaminando la possibilità di proseguire l’attività della Patrouille Suisse con un altro modello di aereo. Un jet non rappresenterebbe tuttavia una soluzione praticabile, per motivi economici, operativi e di addestramento», ha spiegato il Consiglio federale nella sua risposta a Salzmann.
Motivi economici
Il problema di fondo, infatti, è principalmente uno: i costi esorbitanti. Già lo scorso venerdì, il DDPS ha reso noto di voler dimezzare già nel 2025 le esibizioni delle forze aeree svizzere. Oggi sono infatti cinque in totale i «team acrobatici» che partecipano ad eventi dimostrativi in Svizzera o all’estero. Tra questi c’è anche la più nota: la Patrouille Suisse. Da una stima del Governo, però, per l’ulteriore utilizzo degli F-5 (alle condizioni attuali) i costi per i prossimi 10 anni dovrebbero probabilmente ammontare a poco meno di mezzo miliardo di franchi. Una cifra che la Confederazione non è più disposta a spendere, anche perché la situazione finanziaria della Confederazione è tesa e anche l’Esercito deve investire in modo più mirato i fondi che gli vengono destinati per rafforzare la capacità di difesa. A maggior ragione in questi giorni che verrà discusso il preventivo della Confederazione per il prossimo anno (vedi a pagina 8), con ulteriori uscite per le forze armate pari a 530 milioni di franchi.
Imposta sul valore aggiunto
Il Consiglio degli Stati si è anche occupato del messaggio sull’esercito 2024: le Camere federali negli scorsi mesi hanno infatti deciso di aumentare di quattro miliardi di franchi (da 25, 8 a 29,8 miliardi) il limite di spesa per il periodo 2025-2028. L’obiettivo? Raggiungere entro il 2030 (e non il 2035) l’1% del PIL destinato alla spesa militare. Serviranno delle compensazioni in altri settori: ad esempio all’interno dello stesso Dipartimento della difesa, ma anche limitando la spesa per la cooperazione internazionale. In ogni caso, per la maggioranza degli Stati, questi tagli non devono essere affrontati nell’ambito di questo decreto. Hanno pertanto rimandato ogni discussione all’esame del preventivo 2025, levando ogni riferimento di questo tipo dal messaggio sull’esercito.
C’è però chi ha cercato una via di fuga: i fondi aggiuntivi necessari per gli investimenti negli armamenti potrebbero essere finanziati tramite un aumento dell’imposta sul valore aggiunto? La soluzione, presentata dal consigliere agli Stati Peter Hegglin (Centro/ZG), non ha fatto breccia nella Camera dei Cantoni. La proposta è stata respinta per 38 voti a 2 e 5 astensioni.