L'iniziativa

Ticino-USA, il primo raduno dell'associazione Vallemaggia Family Reunion: «Sentiamo le nostre origini»

Decine di discendenti di espatriati negli Stati Uniti si sono incontrati al «Vallemaggia Family Reunion» - Una «tre giorni» nella storia e nella cultura locale, alla scoperta della provenienza degli antenati partiti dalla Svizzera
Incontri e conferenze, ma anche cibo e musica rigorosamente «del posto»
Jona Mantovan
24.06.2024 06:00

Si chiamano Ferini, Coppi, Tognazzi, tanto per fare alcuni esempi. Per raggiungere la Vallemaggia, però, hanno dovuto affrontare un lungo viaggio: tutti loro (un’ottantina) sono partiti dall’altra parte del mondo, dagli Stati Uniti. Dalla California, perlopiù. L’occasione è stata il primo raduno dei discendenti di emigrati ticinesi, il «Vallemaggia Family Reunion» al centro scolastico bassa Vallemaggia (ai Ronchini di Aurigeno). Una «tre giorni» partita venerdì e conclusasi ieri, domenica, di immersione totale nella storia e nella cultura delle proprie origini, risalendo l’albero genealogico fino a trovare (e poi visitare) il nucleo del villaggio, o quel che rimane, dei propri antenati.

Un lavoro portato avanti dall’omonima associazione, che nell’arco di un paio d’anni ha contattato quante più persone possibile. Ma c’è di più. Come ha confermato al Corriere del Ticino Pietro Quanchi, municipale e presidente del patriziato di Maggia, l’evento è uno stimolo alla creazione di un centro di competenza dedicato al tema dell’emigrazione dal Ticino.

Come cento anni fa

Simona Bergonzoli, vicepresidente dell’associazione, osserva soddisfatta gli ultimi momenti. «Ci hanno sostenuto in molti. Dai Comuni ai patriziati, ma anche tanti privati e aziende», spiega entusiasta la 52.enne indicando uno striscione in alto, che oltre a riportare il nome della manifestazione mostra una foto in bianco e nero con un gruppo di persone in posa. «Si tratta di una riunione di migranti ticinesi nel 1924 a San Francisco». E così, 100 anni dopo e dall’altra parte dell’oceano, ecco lo stesso appuntamento «al contrario».

Un evento che ispira l’idea del Municipio di Maggia di creare il centro di competenza sull’emigrazione
Pietro Quanchi, Municipale e presidente del patriziato di Maggia

Dal Canada alla Nuova Zelanda

«Non pensavamo di avere così tanto successo già in questa prima edizione», aggiunge la nostra interlocutrice, che sottolinea l’importanza di aver coinvolto la società genealogica ticinese per aiutare a completare al meglio gli «alberi» delle varie famiglie, fra l’altro stampati in formato gigante e appesi in esposizione su una fila di pannelli. «Abbiamo partecipanti dal Canada, dall’Australia, persino dalla Nuova Zelanda e qualcuno dal Regno Unito. Tutti discendenti della Vallemaggia. Abbiamo contatti con persone molto interessate alle nostre iniziative pure dall’America del sud, dall’Argentina, dall’Uruguay. Purtroppo, però, nessuna di loro ha potuto raggiungerci. In compenso, tuttavia, c’è chi è arrivato portando i rappresentanti di almeno quattro generazioni», esclama.

Grandi e piccoli

È il caso della più piccola del gruppo. Emma Lahr, dall’Oregon, dieci anni. Accompagnata da Jamie e Ben. «Questo posto potrebbe essere più piccolo degli Stati Uniti in termini di superficie, ma si respira la stessa quantità di amore e di attenzione», ammette la ragazza di quinta elementare e per la prima volta in Europa, che tiene a precisare che «qui ci sono tante cascate, io adoro le cascate». Qualche metro più in là, ecco la «decana» del gruppo, Jeannette Tognazzi Sainz, 85 anni e autrice di un libro sulle origini della sua famiglia, completo di foto storiche, lettere e documenti. Non è il suo primo viaggio in Svizzera e neppure il suo primo raduno. Anzi: «L’anno scorso, a Los Alamos, ce n’è stato uno accanto al mio ranch. Eravamo più di cinquecento», racconta.

Casa Tognazzini

«Ci si scambia informazioni e contatti, sono tutti disponibili a a raccontarsi, alla ricerca delle loro origini», rileva Giuseppe Del Notaro, del comitato. A breve, partiranno delle navette verso i paesini della bassa valle, qualcuno anche per Cevio e Cavergno. «Vogliono toccare con mano i luoghi di provenienza dei loro antenati», dice il 74.enne.

Soddisfazione anche da Pietro Quanchi, municipale di Maggia: «quando si vede impegno per la comunità, c’è solo da da fare un plauso». Il 60.enne, rilancia il tema del destino dell’ex casa anziani di Someo, casa Tognazzini. «Potrebbe diventare la sede di un centro di competenza dedicato al fenomeno dell’emigrazione dal Ticino. L’idea scaturisce anche dall’intenzione di Giorgio Cheda, storico esperto sul tema, di cedere il suo archivio al Municipio di Maggia. C’è lo scoglio del voto in Consiglio Comunale e, prima ancora, un’autorizzazione scritta degli eredi. Ma spero che il progetto si concretizzi in quattro, cinque anni».

La storia della famiglia Ferini

(Di Dario Ferini—Per gentile concessione dei familiari, traduzione dall'originale inglese)

Questa è una breve storia della vita di mio padre e mia madre. I loro luoghi di nascita erano nel Canton Ticino, in Svizzera. Descriverò come e quando sono arrivati ​​a Guadalupe, come si sono incontrati e poi si sono sposati, hanno messo su famiglia e hanno trascorso qui gran parte della loro vita.

Peter Ferini
Nato il 20 gennaio 1867 a Isone, Svizzera
Morto il 21 marzo 1939 a San Luis Obispo, California

Irene Coppi
Nata il 9 giugno 1882 a Someo, Svizzera
Morta il 23 aprile 1978 a Santa Maria, California

Mio padre, Peter Ferini, venne a Guadalupe nel 1887 quando aveva vent'anni. Andò a lavorare per Peter Pezzoni che aveva un caseificio nella sezione Bromila di Oso Flaco, nella contea di San Luis Obispo. Lì si trovava già il fratello Carlo Ferini. Papà ha lavorato lì per mungere le mucche per dieci anni. Veniva pagato un dollaro al giorno, più vitto e alloggio.

Dopo dieci anni, ha avuto l'opportunità di mettersi in proprio. Così comprò una mandria di mucche da latte da Jerry Donovan e prese in affitto un ranch dai LeRoy, una famiglia francese che aveva acquistato molti appezzamenti del Guadalupe Rancho dai proprietari originali. Questo ranch si trovava sul lato sinistro della Main Street, a ovest della città di Guadalupe.

Dopo aver gestito la sua attività lattiero-casearia per cinque anni, vendette le sue mucche da latte e questo terreno a Joachim Lanini, nonno di Roland Lanini. Poco dopo andò a San Francisco per curare un doloroso nervo sciatico alla gamba.

Nel 1901, il signor Tjetzen—direttore della Banca di Santa Maria—gli chiese se voleva acquistare un ranch che era in vendita vicino alla città di Guadalupe. Nel 1902 acquistò questo ranch che in precedenza era stato di proprietà di Davy Brown, che lo aveva donato ad Anne Wyman per essersi presa cura di lui durante i suoi ultimi giorni. Poco dopo aver acquistato il ranch, papà vendette 50 acri al signor Moretti perché sentiva di essersi contratto troppi debiti.

Fu una decisione di cui in seguito si pentì, quando la Union Sugar Co. affittò il resto dei 256 acri per un periodo di dieci anni a partire dal 1904. Nel 1905, mia madre, Irene Coppi, venne dalla Svizzera a Guadalupe con Pia Pezzoni e sua figlia Cora. Lavorò per un anno nella loro casa all'Oso Flaco come domestica. Mentre era lì, ha incontrato Peter Ferini.

Il 18 agosto 1906 lo sposò e andò a vivere nel ranch da lui acquistato. Poco dopo, hanno iniziato a mettere su famiglia. Dal 1907 al 1913 nascono Guido, Dario, Milo e Inez.

Guido Omero Ferini - nato l'11 agosto 1907

Dario Ferini - nato il 22 settembre 1909

Milo Ferini - nato il 13 agosto 1911

Inez Elsie Ferini - nata il 14 giugno 1913

Nell'estate del 1915, ci trasferimmo a San Luis Obispo, dove mio padre aveva acquistato un piccolo ranch. Si trovava appena fuori dai confini della città di San Luis Obispo, alla fine della Grand Avenue e adiacente a Cal Poly a ovest. La proprietà era prevalentemente collinare, ma aveva pochi acri pianeggianti. Era conosciuto come Dr. Hayes' Place e aveva una grande casa a due piani, con tutti i mobili nelle stanze.

Doveva essere una casa molto elegante ai suoi tempi. Ci siamo trasferiti a San Luis perché papà aveva un'ulcera e voleva vivere in un clima più caldo. All’inizio del 1916 i miei genitori completarono la famiglia quando nacque Rena. Io e i miei fratelli e sorelle abbiamo tutti frequentato la Court School, situata a Santa Rosa e Mill Street a San Luis Obispo, per la nostra istruzione elementare.

Rena Mae Ferini - nata il 28 febbraio 1916

Nell'estate del 1922, la famiglia tornò a Guadalupe e il ranch di San Luis Obispo fu venduto. Papà piantò quindi erba medica («alfalfa») nella proprietà a ovest di Simas Road, fece costruire una stalla per la mungitura e, dopo aver acquistato alcune mucche da mungere, ci dedicammo al settore lattiero-caseario. Poiché l'acqua era necessaria per irrigare l'erba medica e anche la proprietà a est di Simas Road, furono scavati due pozzi d'acqua e installate pompe. Successivamente, è stato installato più di un miglio di tubi di cemento per portare l'acqua sul lato ovest.

Nel 1925, Peter e Irene Ferini fecero costruire una nuova casa, che servì come loro residenza fino alla morte di papà, nel 1939. La mamma si trasferì un anno dopo in una casa in Miller Street a Santa Maria e vi risiedette fino alla sua morte, nel 1978.

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