Il caso

«Alla nostra sicurezza non ci pensate?»

Valle Calanca, il Consiglio di Stato grigionese non intende costruire in tempi brevi due tunnel artificiali per scongiurare i pericoli naturali lungo la strada cantonale dove negli ultimi anni sono scese alcune frane – C’è delusione fra autorità e popolazione
La frana dello scorso 23 settembre caduta fra Buseno e Rossa. © Rescue Media
Alan Del Don
02.01.2024 06:00

«Alla nostra sicurezza non ci pensate?». C’è delusione, ci mancherebbe altro. Fra le autorità, ma soprattutto tra la popolazione e i proprietari delle case di vacanza. Per chi ha la Valle Calanca nel cuore la risposta del Consiglio di Stato grigionese giunta prima di Natale fa male. Dopo l’ennesima frana - quella caduta lo scorso 23 settembre fra Buseno e Rossa che aveva bloccato la carreggiata per un giorno: si era trattato del terzo scoscendimento in meno di un anno - oltre 1.700 cittadini avevano firmato una petizione chiedendo misure concrete e durature per ovviare alle bizze della natura. Un atto che era stato preceduto da un altro, ossia l’incarico (come viene definito in gergo) sottoscritto da una sessantina di granconsiglieri (prima firmataria la deputata dell’Alleanza del Centro e vicesindaca di Buseno Rosanna Spagnolatti) che auspica la costruzione di due gallerie artificiali. E ciò in quanto gli interventi messi in atto negli ultimi tre lustri «si sono rivelati inadeguati e insufficienti».

Quel ponte ad arco

«Gli sforzi per mettere in sicurezza le strade cantonali da pericoli naturali tramite provvedimenti edilizi devono essere concentrati su zone fortemente esposte ai pericoli siccome la realizzazione su tutto il territorio di impianti di protezione e/o di provvedimenti di protezione sarebbe impossibile e sproporzionata». Lunga premessa, quella del Governo, prima di arrivare al dunque. Ossia che in tempi brevi di tunnel non se ne parla.

Coira riconosce l’urgenza, osservando tuttavia che per la sicurezza della strada dai pericoli naturali tra il ponte ad arco sul fiume Calancasca (prima del bivio per Castaneda) e la galleria artificiale in zona Segheria a Buseno (dove nel 2008 ci fu un evento franoso) sono già state decise delle misure. «In una prima fase nel 2023 le misurazioni tramite interferometria radar per l’individuazione precoce del distacco di masse rocciose sono state estese ad altre zone. In tale contesto sono state rilevate diverse grandi masse rocciose instabili che saranno rimosse o messe in sicurezza nel 2024», puntualizza l’Esecutivo.

«Misure proporzionate»

Nell’anno appena iniziato l’Ufficio tecnico dei Grigioni procederà inoltre ad effettuare delle «modellizzazioni della caduta di massi. Sulla scorta di tali basi supplementari relative ai pericoli verrà esaminata la necessità di ulteriori misure edilizie di messa in sicurezza. In sede di valutazione delle misure da adottare non ci si può basare unicamente sui pericoli naturali. Piuttosto tali misure devono a loro volta essere opportune e proporzionate», ribadisce il Consiglio di Stato, ricordando che per un cantone di montagna come i Grigioni bisogna focalizzarsi sulle zone più a rischio.

Per i granconsiglieri non c’è però alternativa (nella tratta citata in precedenza ed in quella in zona Revetell, nel paese di Castaneda) alla costruzione delle gallerie artificiali. Già la scorsa estate, rispondendo ad una precedente interpellanza, il Governo aveva sottolineato che allo stato attuale la realizzazione dei manufatti è prematura, non scartando tuttavia a priori l’eventualità in futuro.

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