Amalia Mirante cambia casa... con vista su Palazzo Civico

Con il risultato delle ultime elezioni federali messo in cassaforte, nelle stanze dei bottoni delle varie sezioni di partito o di movimento luganesi è tempo di riflessioni: le prossime Comunali si terranno il 14 aprile 2024, ossia tra quattro mesi e mezzo. Politicamente parlando, ormai dietro l’angolo. In casa PS, come noto, si fa i conti con un leggero calo di consensi e nelle prossime settimane verrà sciolto il nodo Cristina Zanini Barzaghi, la Lega dovrà fare i conti con l’ascesa degli alleati democentristi e il PLR, rimasto stabile alle Federali ma con i candidati luganesi che non hanno certo brillato, deciderà la settimana prossima se allearsi con i Verdi liberali.
Ci sarà anche Albertini
Ma c’è anche chi ha messo a referto un exploit degno di nota che non può non aprire qualche riflessione nell’ottica di una corsa al Municipio. In primis Amalia Mirante, eletta lo scorso aprile in Gran Consiglio nelle file di Avanti&MTL e con uno score di oltre 19 mila voti al secondo turno per l’elezione agli Stati.
Forte di questi risultati, l’economista ed ex municipale di Torricella-Taverne ha confermato al Corriere del Ticino che sarà della partita. «Salvo stravolgimenti dell’ultimo minuto, correrò con Avanti&MTL». A questo proposito, Mirante conferma che è prossimo il trasloco in un appartamento in riva al Ceresio. Con vista su Palazzo Civico? Quello che per ora è certo – risponde – è che «ci sarà una lista per il Municipio e una per il Consiglio comunale. Vogliamo essere protagonisti di queste elezioni e portare un po’ di aria fresca e una maniera differente di lavorare. Una politica «per» e non «contro»». Non dimentichiamo – aggiunge – che Ticino&Lavoro è presente da anni a Lugano e Giovanni Albertini sarà uno dei candidati di punta della partita.
Ma qual è, realisticamente, l’obiettivo finale del movimento: un posto in Municipio oppure un buon risultato in Consiglio comunale? La diretta interessata non si nasconde: «Un risultato non esclude l’altro, anzi. Non ci spaventano le sfide che sulla carta, per alcuni commentatori politici, appaiono difficili da raggiungere». Restando in tema di obiettivi, «in passato Lugano è stata la locomotiva del Cantone e ha tutte le possibilità per tornare ad esserlo». In che modo?, chiediamo. «È un po’ presto per svelare il nostro programma politico (ride, ndr)».
Con i Verdi che hanno «mollato» il PS e l’MPS che sarà della partita, in riva al Ceresio si apre inevitabilmente il discorso delle alleanze. «Ne parleremo al nostro interno proprio in questi giorni, ci sono diverse possibilità aperte», afferma Mirante.
Guardando ai dati di panachage delle ultime federali emerge un dato interessante: l’economista della SUPSI ha guadagnato moltissimi voti anche da altre aree politiche: 5.800 da chi ha votato Marco Chiesa (UDC e Lega), 2.400 da chi si è espresso per Fabio Regazzi (Centro), 2.700 da chi ha scelto Alex Farinelli (PLR) e 5.000 da chi ha votato Greta Gysin (Verdi e PS). «Questo è un enorme vantaggio, significa che rappresentiamo cittadini di aree differenti e che ci interessano le soluzioni buone a prescindere dall’etichetta politica». Ma quindi di che area politica è Amalia Mirante? «Sono sempre stata socialdemocratica», risponde. «Per me è centrale la presenza di uno Stato forte che sostenga i cittadini nel momento del bisogno così come di un’economia altrettanto forte che li renda autonomi. Oggi più che mai bisogna rafforzare la collaborazione tra Stato ed economia».
Chiudiamo con una provocazione: molti la definiscono «personalista» o «rompiballe», come replica? «Sono sciocchezze. L’unico giudizio che conta è quello dei cittadini».
Cumulo delle cariche? No
Un altro luganese protagonista di un exploit elettorale è il democentrista Paolo Pamini, eletto al Nazionale insieme a Piero Marchesi quasi al fotofinish, quando i risultati di Lugano hanno certificato il raddoppio dell’UDC. Il diretto interessato conferma però che non sarà della partita ad aprile. «Non posso vivere di politica», spiega il consulente fiscale. «Non avrei il tempo per svolgere un’attività professionale e contemporaneamente ricoprire due cariche politiche». Con l’elezione alla Camera bassa, Pamini ha stimato un impegno al 40%, con il restante 60 di attività lavorativa. «Se in futuro si aprisse la possibilità di entrare in Governo la coglierei, ma alle comunali non correrò». E come per Amalia Mirante, anche Pamini ha in agenda un trasloco. Da Lugano, però.