Sotto la lente

Cancro alla prostata: la speranza nasce a Bellinzona

Collaborazione fra la start-up inglese Peptone, con sede anche in città, e l’Istituto oncologico di ricerca per individuare dei farmaci che possano aiutare i pazienti con un tumore - Il focus sarà posto sulle proteine cosiddette intrinsecamente disordinate
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
05.01.2024 06:00

Si intensifica e si rafforza a Bellinzona la lotta al cancro alla prostata. La start-up inglese Peptone, specializzata nella ricerca sulle proteine con uffici al secondo ed al terzo piano dello stabile Fabrizia in via Vela dove si è insediata nell’estate 2022, e l’Istituto oncologico di ricerca (IOR) collaboreranno per sviluppare dei farmaci che possano aiutare i pazienti affetti dal tumore diagnosticato con maggiore frequenza negli uomini. Ogni anno in Svizzera emergono oltre 7.000 casi; fortunatamente la mortalità è in costante diminuzione «con una sopravvivenza complessiva a 5 anni dalla diagnosi superiore al 90%», come evidenzia l’Ente ospedaliero cantonale (EOC) sul proprio sito.

L’unione fa la forza

La sinergia è stata suggellata di recente con la stretta di mano fra Kamil Tamiola, CEO e fondatore di Peptone (la cui sede principale è a Londra), ed il professor Andrea Alimonti, il quale dal 1. gennaio è subentrato al collega Carlo Catapano alla direzione dello IOR. «La nostra collaborazione è un eccellente esempio di efficiente processo di trasferimento tecnologico e di un fiorente ecosistema di ricerca e biotecnologia in Ticino», rileva Tamiola, riferendosi ai passi da gigante fatti a Bellinzona dalle scienze della vita in un ventennio. Il focus degli studi della start-up è messo sulle proteine intrinsecamente disordinate e strutturalmente labili, che corrispondono a circa la metà delle proteine del corpo umano. Il lavoro dei ricercatori della società andranno ad arricchire le terapie scientifiche dello IOR con l’obiettivo, appunto, di individuare delle soluzioni per combattere il cancro alla prostata.

Scoperte e prospettive

«Recenti scoperte del mio team dimostrano che il cancro alla prostata avanzato è regolato da diverse proteine ​​intrinsecamente disordinate, molte delle quali possono anche controllare la risposta immunitaria. Mirare a queste proteine ​​è pertanto un approccio promettente», puntualizza Andrea Alimonti, il quale dal 2011 dirige il Gruppo di ricerca di oncologia molecolare dell’istituto cittadino. È inoltre professore ordinario di oncologia all’Università della Svizzera italiana di Lugano, di oncologia sperimentale al Politecnico di Zurigo e di farmacologia all’Università di Padova.

Eccellenze del polo biomedico

L’innovazione sarà dunque basilare negli studi sul tumore alla prostata di due fra i più importanti attori del polo biomedico della Turrita unitamente all’Istituto di ricerca in biomedicina e alla Humabs BioMed nonché ai laboratori dell’EOC. Da una parte c’è lo IOR, che in quattro lustri si è affermato a livello svizzero ed internazionale come uno dei centri oncologici più all’avanguardia con oltre 100 ricercatori ed una ventina di gruppi di lavoro. Dal canto suo Peptone si è specializzata nell’applicazione di approcci sperimentali biofisici avanzati nel trattamento delle proteine disordinate. Che, mancando di una struttura fissa, non sono trattabili con metodologie convenzionali. La speranza di tutti, naturalmente, è che in tempi brevi questa collaborazione possa portare dei frutti concreti.

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