La Peptone è cresciuta in fretta
«Vogliamo mettere radici a Bellinzona perché crediamo che in futuro possa rivaleggiare con altri centri nel mondo. Per questo investiremo 20 milioni di franchi», ci aveva confidato lo scorso 27 luglio Kamil Tamiola, CEO e fondatore della start-up inglese Peptone specializzata nella ricerca sulle proteine che si è insediata all’ombra dei castelli in estate. Meno di un anno fa, insomma. Detto, fatto. Per la soddisfazione del Municipio cittadino che ha creduto fin dall’inizio nella società con sede a Londra e, in particolare, del sindaco Mario Branda, il quale all’assemblea del Partito socialista tenutasi martedì sera ha svelato che entro fine dicembre l’azienda arriverà a contare ben 50 collaboratori.
La soddisfazione del Municipio
«Uno sviluppo più rapido del previsto. A tal punto che ci hanno già assicurato che avranno bisogno anche del secondo piano, e non solo del terzo, dello stabile Fabrizia in via Vela. Sono contenti della scelta fatta e credono nelle potenzialità del polo biomedico», ha puntualizzato il primus inter pares della capitale. La ricerca sulle scienze della vita è uno degli assi di sviluppo sui quali la Turrita punta per garantirsi un avvenire il più roseo possibile. E la Peptone si sta pertanto rivelando la classica ciliegina sulla torta, le cui altre «fette» sono l’IRB, lo IOR, la Humabs BioMed, il Centro di competenze Life Sciences e i laboratori dell’EOC, solo per citarne alcune. In prospettiva, poi, c’è il nosocomio regionale alla Saleggina (inaugurazione nel 2031) che, chissà, potrebbe addirittura diventare ospedale universitario ed il quartiere alle ex Officine.
Complesso IOR: la Città c’è
La Città non si limita a fregarsi le mani. Come abbiamo anticipato il 12 maggio, per valutare l’impatto economico del settore è in corso uno studio voluto, altresì, per orientare le decisioni future. Una di queste, ha riferito Mario Branda, sarà la presentazione a breve di un messaggio all’indirizzo del Legislativo per «attrezzare» per la biofabbricazione il quarto piano dello stabile Fabrizia, rilevato dal Comune nell’autunno 2021 per 6 milioni. Ma non è tutto. La Città farà la sua parte (finanziariamente) pure per quanto riguarda la nuova sede dell’Istituto oncologico di ricerca in via Chiesa, accanto al moderno IRB, il cui investimento complessivo ammonta a 45 milioni. Il contributo comunale sarà legato alla possibilità di utilizzare l’auditorium di 250 posti a sedere per delle conferenze pubbliche.