Ticino

Centro, PLR e sinistra compatti: «Bisogna fare chiarezza»

I partiti reagiscono alle parole del presidente del Tribunale d'appello contenute nel rendiconto - Fiorenzo Dadò: «Parole preoccupanti» - Alessandro Speziali: «Tra i poteri dello Stato dev’esserci separazione ma anche rispetto» - Daria Lepori: «Ingerenza inconcepibile»
©Chiara Zocchetti

«Le parole di Bozzini non giungono nuove perché ne aveva già fatto cenno all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ma ora si esplicitano in tutta la loro portata», premette il presidente della Commissione giustizia e diritti, Fiorenzo Dadò (Centro). Evidentemente, aggiunge, queste parole «sono preoccupanti e non possono lasciare indifferente la politica, tantomeno la Commissione che si occupa di questi aspetti». Anche perché, «il tema della separazione dei poteri, anche dal punto di vista amministrativo e finanziario, assieme ad altre problematiche come la mancanza di effettivi e in parte anche di spazi, sono in questo momento la priorità». E la questione dell’indipendenza, aggiunge Dadò, «non è stata evocata solo da Bozzini, ma da più parti». Ora, come già previsto in agenda da tempo, lunedì prossimo la Giustizia e diritti incontrerà proprio il Dipartimento delle istituzioni e la Divisione. «Ovviamente tratteremo anche i contenuti del rendiconto del Tribunale d’appello. Ascolteremo il Dipartimento, e poi faremo le nostre valutazioni». Ad ogni modo, chiosa il presidente, «è nostra volontà come commissione affrontare queste e altre tematiche nella maniera più celere possibile, ma soprattutto con la massima serietà».

Una visione condivisa anche dal presidente dei liberali radicali. Le criticità sottolineate nel rendiconto preoccupano infatti anche Alessandro Speziali. «A questo punto è evidente che i problemi della Giustizia non sono esclusivamente una mera questione di mancanza di risorse», dice il presidente del PLR. «Siamo in presenza di vere e proprie frizioni, un malessere che purtroppo è sempre più evidente e che tocca vari organi della Magistratura». Ecco perché, aggiunge Speziali, «è giunto il momento di fare chiarezza: non possiamo permetterci che nella cittadinanza si insinui il dubbio di uno Stato malfunzionante. Le ruggini che si accumulano anno dopo anno vanno tolte». Per il deputato è quindi tempo di agire. «Per questo, come PLR, dopo il voto sullo stabile EFG abbiamo chiesto al Dipartimento delle istituzioni di intervenire non solo a livello logistico, bensì anche a livello organico e funzionale. E in assenza di una risposta concreta e tempestiva, il Parlamento non potrà che attivarsi nuovamente e intervenire. Tra i poteri dello Stato dev’esserci separazione, ma anche collaborazione e rispetto».

«Sono nodi che arrivano al pettine, dopo un po’ di anni che erano lì, sottotraccia», spiega dal canto suo il deputato della Giustizia e diritti Matteo Quadranti (PLR), da sempre attivo sulle tematiche riguardanti il settore. «Penso – aggiunge il deputato – che sia il momento in cui il tema dell’autonomia della Giustizia, da più punti di vista, possa essere affrontato senza tabù o chiusure di principio».

Di «ingerenza inconcepibile» parla invece il Partito socialista. Daria Lepori, deputata e già presidente della commissione Giustizia e diritti, è netta. «Il PS è convinto che la Giustizia debba poter disporre delle risorse adeguate per poter operare nel difficile contesto in cui si trova», spiega. «Il Tribunale d’appello, per legge, ha la facoltà di nomina per determinate figure professionali, e deve poterlo fare in totale autonomia». Bisogna dunque cambiare la LORD? No. Secondo il partito, quanto stabilito nel 2013 va mantenuto.

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