Che impresa contenere la spesa
Ci perdonerà, Platone, se non siamo d’accordo con lui. La democrazia dovrebbe essere un regime di temperanza, privo di eccessi e di atteggiamenti smodati. E dove vanno considerate le opinioni di tutti. A Bellinzona l’arte di governare, quando ci si focalizza sulle finanze, è spesso intrisa di dialoghi aporetici, quelli che tanto piacevano al filosofo greco: si discute, anche animatamente, ma poi il problema rimane lì, senza una soluzione concreta, ma con delle proposte o dei suggerimenti che vanno nella direzione auspicata. Se ne è avuta la riprova stasera, quando a tener banco nell’ultima seduta di Legislativo dell’anno è stato il preventivo 2023 - approvato con 38 sì a fronte di 8 no (provenienti in primis dal gruppo Verdi-FA-MPS-POP) e 2 astenuti (comunisti) - che presenta un disavanzo di 5,4 milioni di franchi con moltiplicatore stabile al 93%.
La destra chiedeva di abbassarlo di due punti, quale gesto nei confronti dei cittadini già alle prese con il rincaro dei prezzi; richiesta tardiva (avrebbe dovuto essere formulata sette giorni prima della seduta), ma per il futuro c’è apertura. Nei tre rapporti della Commissione della gestione si erano lette frasi quali «il Municipio non ha eseguito correttamente i compiti» o «una barca che fa acqua». Tutto lasciava presagire che alle parole seguissero i fatti, ossia delle ricette per far uscire la Città dalle sabbie mobili. Per far decollare la revisione della spesa intrapresa dall’Esecutivo due anni fa e da più parti ritenuta troppo blanda.
«Non ci saranno tagli»
Qualche spunto di riflessione c’è stato, certo, ci mancherebbe altro. Tuttavia l’interrogativo di fondo è tuttora sospeso nel cielo plumbeo sopra i castelli: cosa fare per contenere le spese in costante aumento e possibilmente aumentare le entrate? Il sindaco Mario Branda è stato categorico: «Il preventivo è un documento politico, programmatico, che presenta un grado di imponderabilità, con delle linee di indirizzo che non possiamo far altro che confermare. I progetti strategici previsti sono epocali per la nostra realtà. L’equilibrio finanziario non è qualcosa che può essere oggetto di un dibattito giocoso, fra coloro che credono che si possano ridurre le imposte (in futuro magari, anche noi lo vorremmo, ma non è un discorso da fare oggi) e chi chiede di spendere di più ‘intanto ce lo possiamo permettere’. Di fronte a molteplici richieste il Municipio ha risparmiato in alcuni ambiti. Son ben accetti altri suggerimenti. È chiaro che un deficit di oltre 5 milioni non è poca cosa, ma non è nemmeno enorme. Non ci sono, allo stato attuale, le condizioni per procedere a dei tagli. La crescita della spesa va rallentata, non si può limitare tout court. Siamo convinti che il gettito fiscale aumenterà perché negli ultimi anni l’andamento demografico è stato positivo. Bellinzona è l’unico polo del Ticino dove si è registrato un incremento della popolazione».
Finora si sono potute evitare misure drastiche e dolorose perché a consuntivo, da quando è nata la capitale aggregata, le cifre da rosse sono diventate nere. Ad eccezione del 2020, è successo nel 2021, forse capiterà lo stesso quest’anno e, allora, perché non sperare che accada pure nel 2023? Il Municipio è comunque pronto, qualora l’ennesimo miracolo non si verificasse ed il gettito fiscale non lievitasse secondo le previsioni, ad adottare dei provvedimenti (ricorrenti, straordinari o settoriali) per limitare i futuri deficit.
Radiografare i bisogni
Riavvolgiamo dunque il nastro e andiamo a riassumere le voci emerse dalla sala. Partendo da quella di Martina Malacrida Nembrini (Unità di sinistra): «Siamo contrari a qualsiasi taglio drastico e sosteniamo la concessione del rincaro e degli scatti salariali ai collaboratori comunali. La visione e la progettualità strategica devono essere legate anche alla socialità: servizi e prestazioni migliori per il benessere della cittadinanza. Manca altresì, tuttora, una politica familiare e giovanile». Le ha fatto eco il capogruppo PLR Tiziano Zanetti, secondo il quale «in seno alla Commissione della gestione non è stato facile trovare la quadratura del cerchio. Per quanto riguarda il mio partito, credo che sia soprattutto essenziale fare una mappatura dei bisogni e delle esigenze della popolazione. È inoltre centrale insistere sulla via degli investimenti: solo in questo modo le entrate potranno incrementare. Aumentare il moltiplicatore pregiudicherebbe quanto fatto finora. Semmai si potrebbe pensare di abbassarlo, ma non subito. Non bisogna, insomma, fare una caccia al risparmio, ma monitorare la spesa. La Città deve essere viepiù attrattiva».
Per l’omologo del Centro Gabriele Pedroni è indispensabile «un controllo sistematico della spesa che consentirebbe oltretutto di ottenere risparmi in determinati settori. Così il Municipio, in futuro, potrebbe prendere in considerazione una riduzione del moltiplicatore di un punto percentuale per un periodo di cinque anni». È d’accordo il democentrista Tuto Rossi: «Bellinzona è la città con il moltiplicatore più alto del Cantone. Non solo, pure gli altri quattro Comuni della regione hanno il tasso fiscale più basso».
«Sono dati inattendibili»
La parola è in seguito passata a Sacha Gobbi (Lega-UDC), che unitamente al collega Brenno Martignoni Polti ha presentato uno dei due rapporti di minoranza. L’esponente della destra ha affermato che «accoglieremo il preventivo quale ultimo atto di fiducia verso l’Esecutivo. È infatti assente la volontà di contenere la spesa, che continua ad aumentare. Non c’è, inoltre, una pianificazione a medio-lungo termine. Occorre, assolutamente, puntare all’equilibrio dei conti. Non tutti gli anni saremo salvati dalle entrate fiscali».
Concludiamo con Giuseppe Sergi (Verdi-FA-MPS-POP), che alle critiche contenute nella relazione ha fatto seguire il pollice verso al preventivo: «I dati contenuti nel preventivo sono inattendibili, poiché come ben sappiamo non trovano conferma nei consuntivi. E su tali cifre, le prime, costruiamo le nostre discussioni. Ecco perché contestiamo questa impostazione. Il Municipio si barcamena fra le necessità di coloro che non vogliono tagli eccessivi e quelle di chi vorrebbe invece il contrario».