Coprire l'A2? Non prima di un decennio
Ancora una decina d’anni, dai. Poi, forse, la ferita verrà parzialmente rimarginata. La possibile copertura (o interramento) dell’autostrada in territorio di Bellinzona è un tema che crea dibattito, come abbiamo avuto modo di appurare un anno fa con una serie di articoli e dando spazio alle numerose opinioni dei nostri lettori. Moltissimi favorevoli, alcuni contrari. I primi avranno tirato un sospiro di sollievo sfogliando il Programma d’agglomerato del Bellinzonese di quinta generazione (PAB5) in pubblicazione fino al 16 settembre prossimo. La misura è inserita fra quelle previste da Città e Cantone per risolvere una situazione che si trascina dagli anni Sessanta, quando cioè l’A2 venne realizzata a tappe. Il collegamento taglia in due la Città e quotidianamente è percorso da oltre 50 mila veicoli.
Ricucitura paesaggistica
La popolazione non ne può più e anche la politica nel recente passato non è stata con le mani in mano, promettendo delle azioni pure nella legislatura apertasi lo scorso 14 aprile. Tutti sono concordi che sia necessario metterci più di una pezza. Il provvedimento contenuto nel PAB5, nell’ambito degli interventi riguardanti il paesaggio, è quello relativo alla cosiddetta terrazza naturale di fronte alla frazione di Galbisio a parziale copertura dell’autostrada; la stessa opera è d’altronde parte integrante del Programma d’azione comunale che delinea la Città del 2040. Come premessa va ricordato che per poter picchiare anche solo un chiodo è indispensabile il nullaosta dell’Ufficio federale delle strade, che un lustro fa per bocca dei vertici ticinesi aveva ipotizzato un investimento di almeno un miliardo per far sparire dalla nostra vista l’A2. «La copertura permette la riduzione dell’inquinamento acustico delle aree insediate e delle aree di svago, una ricucitura paesaggistica e la disponibilità di superfici da destinare a diversi usi», si specifica nel documento in consultazione.
Quel grande parco verde
Quali le tempistiche? L’abbiamo preannunciato all’inizio. In primo luogo dovrà essere elaborato uno studio di fattibilità preliminare promosso dalla Città (tra il 2025 ed il 2027). Il rapporto comprenderà «il concetto paesaggistico, la stima del materiale necessario, le sinergie con progetti per il riuso dei materiali, i conflitti con altre funzioni del comparto, una stima finanziaria, le procedure necessarie, gli attori istituzionali da coinvolgere con le relative tempistiche e i passi successivi», si puntualizza. Le fasi seguenti del progetto e gli eventuali approfondimenti verrebbero concretizzati fra il 2028 ed il 2031. Nel tratto fra Gorduno e Moleno, per contro, si ipotizzano delle colline fonoassorbenti nell’ambito del riordino e della valorizzazione paesaggistica delle aree di svago della bassa Riviera lungo il fiume Ticino. Alla luce delle due iniziative, pertanto, si darebbe vita ad un grande parco verde fra Moleno e Gudo.
Benefici e opportunità
L’opera avrebbe naturalmente benefici per l’intero agglomerato, creando altresì delle opportunità. Pensiamo, ad esempio, alla riqualifica del fondovalle di Airolo con la possibilità di attività ludico-sportive, di favorire la biodiversità e di realizzare dei biotopi; in Leventina per la copertura dell’A2 saranno necessari 1,9 milioni di tonnellate di materiale di scavo provenienti dalla costruzione del secondo tubo del San Gottardo. «La misura pone le premesse affinché a medio-lungo termine vi sia la creazione di nuovi spazi liberi, la riduzione di immissioni foniche su zone ricreative di prossimità e la riduzione dell’effetto di cesura dell’autostrada», chiosa il PAB5.