Lugano

«Ecco come risparmiare»

Firmati in Gestione i rapporti sul Preventivo 2024 e sul Piano finanziario – Le forze politiche di centro-destra pongono l’accento sul contenimento delle uscite, il fronte progressista invita a rivedere diritti di superficie e convenzioni
© CdT/Gabriele Putzu

La prossima seduta di Consiglio comunale di Lugano, lunedì, sarà incentrata sulle finanze pubbliche. Sul loro stato attuale e su come potrebbero evolvere nei prossimi anni. E, giocoforza, sulle diverse ricette politiche per farvi fronte. Partendo dal Preventivo 2024, il rapporto della maggioranza della Commissione della gestione (non firmato come già l’anno scorso da PS e Verdi, che presenteranno quattro emendamenti) chiede di approvare il messaggio municipale che prevede un disavanzo d’esercizio di quasi 9 milioni. Tre però le principali critiche sollevate. La prima: malgrado lo sforzo di contenimento dei costi in diversi Dicasteri, sembrerebbe che le uscite siano cresciute «senza che a ciò corrispondano nuovi servizi per i cittadini», cosa che porta la Commissione a definire «incomprensibile» questo aumento di fabbisogno. La seconda: la decisione di posporre alcuni investimenti già votati dal Consiglio comunale (in particolare la realizzazione del Parco Viarno). La terza: i contributi perequativi versati dalla Città sono ritenuti eccessivi. Essi corrispondono a 32 punti percentuali del moltiplicatore cittadino, ovvero a oltre il 40% dell’intero gettito fiscale. Qui la Commissione “arma” il Municipio, che già di suo sembra intenzionato a farsi valere con il Cantone: «Pur non mettendo in discussione il concetto di solidarietà perequativa», la Gestione propone infatti di inserire l’applicazione di malus per i Comuni beneficiari che non si adoperano per una gestione oculata della cosa pubblica, di fissare un tetto massimo perequativo che corrisponda a 25 punti percentuali del moltiplicatore, e fissarne un altro che sancisca che i contributi netti massimi versati a un Comune beneficiario non possano superare il 20-30% delle sue risorse fiscali. Infine, la Commissione chiede che il Municipio chiami alla cassa i Comuni viciniori affinché versino «una partecipazione ai costi di realizzazione e di gestione di opere e servizi di cui anch’essi fruiscono: i contributi di prossimità». Il pensiero, in questo senso, va innanzitutto al PSE.

Convergenze e divergenze

Concluso l’esame sui conti del 2024, con un orizzonte di breve periodo, la Commissione della gestione si è concentrata sul Piano finanziario 2023-2026, ossia sulle previsioni a lungo termine. E dai rispettivi rapporti (che non verranno votati) sono emerse le differenze politiche sulla strategia per affrontare l’evoluzione finanziaria nei prossimi anni. Visioni diverse, certo, ma anche convergenze. Una su tutte: i rapporti con il Cantone. Sia il rapporto di maggioranza sottoscritto da PLR, Lega, UDC e Centro (relatore Ferruccio Unternährer) che quello di minoranza di PS, Verdi e PC (relatore Carlo Zoppi) concordano sulla necessità di farsi sentire di più a Bellinzona sul tema dei contributi al Cantone e condividono le preoccupazioni sulle possibili conseguenze del moltiplicatore differenziato per le persone fisiche e giuridiche il cui impatto per la Città, a partire dal 2025, è tutto da verificare.

Veniamo ora alle differenze politiche evidenziate nei due rapporti. In estrema sintesi, la maggioranza commissionale pone (anche) l’accento sul contenimento delle uscite, invitando il Municipio a fare in modo che nel prossimo aggiornamento del Piano finanziario «lo sviluppo di spesa del personale sia supportato da un’oggettiva valutazione del fabbisogno del personale» stesso. In questo modo si avrà una visione chiara delle prospettive future di pianificazione e razionalizzazione del fabbisogno, aspetto quest’ultimo tanto più importante dal momento che si prende consapevolezza che la spesa per il personale di oltre 150 milioni rappresenta più del 31% della spesa di gestione corrente». Di contro, la minoranza si è detta preoccupata dallo «sforzo di contenimento della massa salariale e dall’annunciato blocco delle assunzioni» e ritiene che si debba lavorare anche sul fronte delle entrate. In particolare, si propone di approfondire alcuni scenari. Ne citiamo due: la fine della politica dei condoni su affitti per terzi e privati per usufrutto delle infrastrutture cittadine e dei suoi beni amministrativi; l’analisi delle convenzioni ad alto impatto economico, dei mandati esterni verso privati, dei contratti e diritti di superficie in essere con terzi per verificare se le condizioni fissate al momento della stesura siano ancora attuali e che gli interessi della Città siano salvaguardati. In caso contrario, a mente della minoranza commissionale gli stessi «andrebbero rinegoziati».

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