Ecco dove il traffico diminuirà e dove aumenterà
Benvenuto semisvincolo, sostengono le autorità cittadine e cantonali, ma non è tutto oro quello che luccica. Se è vero che il traffico diminuirà lungo alcuni collegamenti, dall’altro aumenterà in modo importante (addirittura del 60%) sull’asse autostradale tra Bellinzona sud e l’opera da 65 milioni di franchi che verrà inaugurata parzialmente entro fine mese. Di conseguenza le immissioni foniche relative all’intero distretto sono destinate a crescere, seppur leggermente, nei prossimi due decenni. È quanto viene messo nero su bianco nel Programma d’agglomerato di quinta generazione (PAB5) che fornisce indicazioni chiare su quello che dovrà essere fatto - con orizzonte il 2040 - per incanalare gli automobilisti sulle arterie di ordine superiore (dunque A2 e cantonale di sponda sinistra) e disincentivare in questo modo i percorsi alternativi. Altrimenti i prospettati effetti benefici dell’infrastruttura attesa da mezzo secolo verrebbero meno.
Obiettivo: contenere le auto
Il semisvincolo si inserisce in un quadro in cui a farla da padrone, nel Bellinzonese, è ancora il traffico individuale motorizzato. La percentuale è pari a circa il 70% ed è in costante calo negli ultimi anni, complici le misure introdotte per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico (oggi pari al 12-14%); l’obiettivo è quello di portarla sotto il 60%. In questo senso nello «scenario auspicato» dal PAB5 i movimenti giornalieri all’interno dell’agglomerato dovrebbero diminuire nello spazio di tre lustri: dagli attuali 197.121 a 191.133. Oggi - sarà capitato pure a voi, cari lettori - nelle ore di punta si rimane spesso incolonnati nella strada cantonale di sponda sinistra (tra la capitale ed Arbedo a nord e tra Camorino e Giubiasco a sud); ciò che induce molti «furbetti» del volante a cercare dei percorsi alternativi e pertanto a creare traffico parassitario nei paesi. Il semisvincolo dovrebbe portare ad «un’importante riduzione del traffico» su queste ultime arterie secondarie e sulla cantonale tra Giubiasco e Bellinzona (con i mezzi che si sposteranno, però, sull’A2). Si procederà inoltre ad una riqualifica urbanistica di alcune arterie (ad esempio tra via Lugano e viale Olgiati) a favore della mobilità lenta e dei bus.
Le sfide all’orizzonte
Dall’analisi dei «piani di carico risulta evidente l’impatto» dell’opera sulle dinamiche di traffico nel centro dell’agglomerato. Che diminuirà nei seguenti punti: lungo la cantonale tra lo svincolo di Bellinzona sud ed il Borgo (-35%); in viale Olgiati; in via Lugano verso il centro della Turrita e in via al Ticino verso Sementina (-20/25%); tra lo svincolo di Bellinzona nord ed Arbedo (-5/7%). I veicoli aumenteranno per contro del 60% sull’asse autostradale tra lo svincolo di Bellinzona sud e la nuova infrastruttura. «La sfida per l’immediato futuro sarà quella di riuscire a gestire al meglio i forti volumi di traffico che entreranno/usciranno in/dalla Città utilizzando il semisvincolo, evitando un congestionamento della rete stradale del centro. Per quanto riguarda le periferie dell’agglomerato non si prospettano differenze rilevanti tra lo stato attuale e lo scenario trend», si afferma nel PAB5.
Rumore, su e giù
Fatti due calcoli, complessivamente l’incremento di traffico nel Bellinzonese entro il 2040 sfiorerà il 10%. Significa giocoforza più immissioni foniche, dunque. Di circa 2 decibel per la strada nazionale e di 3 dB per via Tatti in città (dove sorgerà il semisvincolo). Meno rumore, per concludere, sulla cantonale tra Giubiasco e la capitale nella misura di 4-6 decibel.
Da sapere
Ci siamo. Ma non immaginatevi chissà quali cerimonie. L’apertura parziale del semisvincolo di Bellinzona (la rampa in direzione sud), prevista entro fine mese dopo due anni e mezzo di lavori, non verrà celebrata in pompa magna dall’Ufficio federale delle strade, dal Cantone e dalla Città. Si preferisce aspettare inizio gennaio 2025, quando l’opera da 65 milioni di franchi ubicata all’intersezione dell’A2 con il ponte di via Tatti verrà messa in esercizio completamente. Grazie alla grande rotatoria sopraelevata si potrà accedere direttamente dall’autostrada al centro città arrivando da sud; così come si avrà l’opportunità di uscire dalla capitale sempre verso sud. Ci siamo, la (mini) rivoluzione è dietro l’angolo.