Progetto

Il Paradiso può attendere: un piano B per l’ex Eden

I proprietari hanno pubblicato una nuova domanda di costruzione preliminare in cui rivedono le volumetrie – La prima, presentata lo scorso agosto, era andata incontro ad opposizioni: così i promotori hanno corretto il tiro
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
04.05.2023 06:00

Ad oggi, l’unica certezza sul futuro dell’ex albergo Eden di Paradiso è che non ospiterà più le esercitazioni della Polizia cantonale. Non dall’oggi al domani, beninteso, ma sul tavolo c’è un progetto di massima per rilanciare i due edifici di quello che fino al 2018 fu un hotel a cinque stelle. O meglio, di progetti ce ne sono due: uno con una visione più «faraonica» e uno in forma, passateci il termine, più ridotta.

Sondare il terreno

Partiamo però dalle certezze: ci sono dei nuovi proprietari. Alla società con sede nel Principato del Liechtenstein che quasi 10 anni fa, nel 2014, aveva presentato un progetto per edificare due edifici con ampie vetrature incassando il «niet» del Cantone, da fine febbraio del 2022 è subentrata una società di Zugo. Arriviamo così allo scorso agosto, quando era stata pubblicata una domanda di costruzione preliminare (incentrata sulle volumetrie) dalla quale si potevano a grandi linee intuire le geometrie del progetto. Dalla relazione tecnica era emerso che l’Eden Lake Resort, questo il nome del futuro complesso, avrebbe avuto una destinazione residenziale e commerciale. Dunque, niente albergo.

L’idea era ristrutturare lo stabile in disuso che si affaccia sul Ceresio sopraelevandolo di un piano e ampliandolo verso il lago, e di demolire quello che si trova dall’altro lato della strada. Le nuove volumetrie erano però state contestate dal vicinato, in particolare l’innalzamento di circa sei piani della struttura affacciata sul Ceresio e l’avanzamento di quella a monte. Ed ecco dunque il «piano B»: negli scorsi giorni l’istante e il proprietario del fondo (due società con sede nello stesso edificio di Zugo) hanno presentato due nuove domande di costruzione preliminari: una riguarda l’edificio a monte, l’altra quello sul lago. Entrambe, va precisato, non contemplano ancora la destinazione d’uso. Anche in questo caso, la pubblicazione riguarda esclusivamente le volumetrie e l’intento è chiaro: sondare tutte le possibilità pianificatorie. Partiamo dall’edificio sul lago che ospita il bar (e la polizia...): a differenza della precedente e tuttora pendente domanda di costruzione – si legge nella relazione tecnica –, «l’istanza si fonda sull’ipotesi di demolire interamente lo stabilimento alberghiero esistente». Lo stesso verrebbe poi sostituito «da una piattaforma di un solo piano» sulla quale verrebbero costruiti «due edifici uniti da un collegamento». Parliamo di «due corpi lunghi 45, rispettivamente 25,67 metri, uniti da un corpo di collegamento di pari altezza, largo 14 metri e arretrato di 10 metri dal filo della facciata che dà sul lago».

Passando all’edificio principale tra viale Paradiso e via Bosia (che un tempo alloggiava la reception), anche la seconda domanda di costruzione ne prevede la demolizione. Diversamente dalla prima, tuttavia, «non è prevista la costruzione di un attico, e al centro del quadrilatero ci sarà una corte interna a livello del secondo piano. L’arretramento da via Bosia è infine fissato tenendo conto della futura espropriazione del marciapiede».

La passerella in attesa

A osservare da spettatore molto interessato c’è ovviamente anche il Comune. «Speriamo di arrivarne a una», commenta il sindaco Ettore Vismara, da noi raggiunto. D’altronde, l’edificio è in disuso da cinque anni e per Paradiso «sarebbe interessate che il progetto possa finalmente avanzare». Anche perché lo stallo rallenta anche un altro progetto, portato avanti proprio dal Comune, ossia la realizzazione di una passerella pedonale che passerà proprio davanti al futuro edificio (parte integrante del progetto di riqualifica delle rive). «Aspetteremo il progetto definitivo per l’ex Eden e poi discuteremo con i privati, in modo da rendere i progetti complementari», spiega il sindaco.

Il Municipio ha preferenza sulla versione più «voluminosa» e quella meno «invasiva»? «L’importante è che si rispetti il Piano particolareggiato», risponde il sindaco. Ma come spesso accade in ambito pianificatorio, non è escluso che la questione possa approdare davanti a un giudice. Fino a quel momento, le esercitazioni tra le sale del vecchio Eden potranno continuare.

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