La breve «nuova vita» delle balene, prima dell'addio definitivo
«Un ultimo periodo di libertà per le balene del nostro “Close up” prima della loro scomparsa». È con questa didascalia che Christian Rebecchi e Pablo Togni, in arte Nevercrew, accompagnano un video postato su Instagram. Il riferimento è al murale con le balene sulla facciata dello stabile di Viale Stefano Franscini 27 a Lugano, realizzato nel 2020 per Arte Urbana Lugano. «Negli ultimi mesi, l'edificio che prima copriva parzialmente il muro, rendendolo visibile nella sua interezza solo da determinate posizioni, è stato demolito e al suo posto ne verrà presto costruito uno più grande, che coprirà definitivamente l'opera».
Lo ricordiamo subito: non è una novità. La notizia della (futura) «scomparsa delle balene» nel cemento risale a quattro anni fa. Quando di fronte alla parete gialla dipinta dai due artisti ticinesi spuntarono le modine. Allora, il capodicastero Roberto Badaracco, aveva dichiarato: «A suo tempo abbiamo calcolato che se l’opera fosse rimasta esposta per due o tre anni, avrebbe fatto il suo effetto. La sua foto è circolata molto, e quella rimarrà sempre. Credo quindi che l’obiettivo a livello di arte urbana sia stato raggiunto». E, in effetti, l'opera di Rebecchi e Togni – che interroga sul rapporto tra uomo e natura, in particolare sugli effetti che il comportamento umano ha sull’ambiente, sugli animali e sulla società intera intesa come un sistema di elementi interconnessi – è (stata) vista e apprezzata.
«Una nuova vita per un po' di tempo»
«Nei confronti di quel dipinto c'è sempre stata grande attenzione, probabilmente anche grazie alla sua straordinaria visibilità data dal contesto in cui si trova», spiegano oggi i due artisti ticinesi. «Quando sono iniziati i lavori per abbattere il palazzo di fronte, che preludono alla costruzione di quello nuovo che andrà a coprire tutto, ci sono arrivati tanti messaggi e ci ha fatto molto piacere. Adesso è sicuramente un momento particolare, perché capita raramente che venga abbattuto un edificio di fronte a un dipinto e che quindi se ne modifichi la sua percezione in modo così netto. In un certo senso, per un po’ di tempo, gli viene data una nuova vita».
«Arte effimera»
«Con questa grande opera», aveva fatto notare a suo tempo la responsabile di Arte Urbana Lugano, Valeria Donnarumma, «il quartiere ha cambiato volto, le persone hanno alzato lo sguardo e potuto apprezzare qualcosa di diverso. È un lavoro di straordinaria qualità, e alla qualità ci si affeziona. La Street Art è effimera: una volta creata l'opera, essa appartiene allo spazio urbano e alla popolazione che lo vive e lo abita. Non vi è al momento nessuno strumento che ne permetta la conservazione sul lungo termine ed è anche per questo che si tratta di un’arte viva e in continuo movimento: si trasforma, nasce, muore, cambia, in continuità con lo spazio urbano».
Un concetto sposato da Christian Rebecchi e Pablo Togni: «Le opere murali mutano con i luoghi in cui sono realizzate, si trasformano con la città e in ogni situazione i cambiamenti sono parte del legame con il contesto. Abbiamo dipinto in situazioni in cui questi cambiamenti sono molto estremi, come nel caso di Varanasi, in India, dove per lunghi periodi il muro veniva letteralmente sommerso dalle acque del Gange, per cui siamo abituati all’idea che una volta realizzato, un dipinto murale diventi parte del luogo in tutto e per tutto». Chiaramente, a Lugano «viviamo la situazione in modo un po' diverso, perché rispetto alla maggior parte delle altre opere, che si trovano all’estero, questa è in casa nostra e per questo motivo la sentiamo più presente e percepiamo in modo più diretto le reazioni e i sentimenti della popolazione».
Ecco il vicino di casa delle balene
Ma qual è il nuovo palazzo che coprirà i famosi cetacei della Nevercrew? Il complesso, progettato dall'Atelier CG di Lugano, è composto da due blocchi. Uno affacciato su via Zurigo (già completato) e l’altro, appunto, su viale Franscini. Il piano regolatore, precisa Carlo Garzoni (Garzoni SA), prescrive la contiguità. È per questo che il murale delle balene verrà inevitabilmente coperto dal nuovo palazzo. Un edificio di sette piani – che «si distingue dalla media cittadina per le sue geometrie» – con 90 appartamenti in locazione, negozi al piano terra (uno è Fust), un giardino sul retro e un autosilo interrato. Alcuni appartamenti saranno arredati e includeranno una serie di servizi: dalla connessione wi-fi (pensando in particolare agli studenti del vicino campus di Viganello) alla possibilità di avvalersi di professionisti come baby-sitter (per le famiglie), infermieri e medici (per gli anziani).
I promotori del progetto in via Zurigo, nel 2021, avevano tentato di convincere i proprietari di un altro stabile (in quel momento in costruzione in via Canonica) a ospitare il disegno sulla loro parete. Un'idea poi naufragata per volontà dei condomini, spiega Garzoni.
«Non ci sono arrivate proposte concrete in relazione al "Close up"», concludono dal canto loro i Nevercrew, «ma in questi mesi stiamo discutendo diverse possibilità a Lugano e in Ticino. Ci sono poi persone che si stanno proponendo per provare a organizzare qualcosa che possa sostituire l’opera simbolicamente, ma non è così facile».