La circonvallazione? «Può essere realizzata subito»
«Non condividiamo affatto che la circonvallazione ferroviaria di Bellinzona sia rinviata a data da stabilire». Il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori, al pari dei colleghi di Municipio, è categorico: la tratta in galleria fra Gnosca e Sementina, che consentirebbe ai treni merci di aggirare l’agglomerato, va realizzata in tempi brevi. E non dopo il 2050 come nelle intenzioni del Consiglio federale. L’Esecutivo della Turrita ha messo nero su bianco le sue argomentazioni e le ha indirizzate a fine ottobre alla Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità del Dipartimento del territorio (DT) nell’ambito della consultazione sugli adattamenti e sui complementi del Piano settoriale dei trasporti. Gli aggiornamenti sono relativi all’infrastruttura ferroviaria; i servizi cantonali competenti stanno ora raccogliendo tutte le prese di posizione. Le invieranno poi, entro il 16 dicembre, ai preposti uffici di Berna.
Aspetti strategici e tecnici
Nella scheda di coordinamento riguardante la Turrita la circonvallazione è stata rinviata dalle Camere federali sine die. Non si sa quando vedrà la luce, insomma. Anche se il Consiglio federale ha più volte sottolineato che se ne riparlerà nel 2050. Facendo due calcoli e considerando che l’iter che dovrà seguire l’incarto si prospetta tutto fuorché facile, almeno fino al 2065-2070 i pericolosi e rumorosi convogli continueranno a sfrecciare nel «cuore» di Bellinzona. Troppo per il Municipio. «Da un punto di vista strategico e tecnico non vi è nulla che in qualche modo possa mettere in dubbio l’inserimento del progetto nelle opere da realizzare a medio termine (entro il 2035; n.d.r.). E quindi da prendere in considerazione come progettazione di massima nel Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria (il cosiddetto PROSSIF elaborato di comune accordo fra Confederazione e Ferrovie; n.d.r.)», puntualizza Mattia Lepori.
La medesima richiesta, sempre secondo quanto abbiamo appreso, è stata avanzata dalla Pro Gottardo, l’associazione costituita nel 2016 per promuovere il completamento di AlpTransit. «La realizzazione della circonvallazione è una condizione necessaria affinché il centro cittadino, con la densificazione del tessuto urbano, non venga a trovarsi ancor più esposto ai gravosi problemi di sicurezza e di carico fonico», aggiunge il capodicastero Territorio e mobilità.
Il problema dei costi
Nella serata promossa lunedì scorso all’Mspace di Bellinzona dall’Unione cristiana imprenditori ticinesi - come riferito dal CdT il giorno seguente - il direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità Martino Colombo aveva a sua volta caldeggiato la costruzione dell’opera. Soprattutto alla luce dell’incremento del traffico merci che è causa, come già evidenziato in precedenza, di un importante impatto fonico e di potenziali pericoli. Non solo, già oggi le linee sono sovraccariche. L’alto funzionario del DT non aveva però nascosto che sarà alquanto difficile far muovere Berna dalla posizione assunta.
Quanto contenuto nella citata scheda è chiaro: l’opera andrà riconsiderata «al momento dell’elaborazione di una successiva fase di ampliamento» del PROSSIF. L’ennesimo tentativo, tuttavia, la Città ha voluto farlo. Il Municipio, nel recente passato, rispondendo ad un’interpellanza aveva sottolineato che andrebbe bene pure una circonvallazione «non completa». Le varianti per la galleria fra Gnosca e Sementina sono due: o un tunnel a doppio binario oppure due tubi a binario unico. Nel primo caso verrebbe a costare 2,5 miliardi (un importo che più passano gli anni più pare destinato a lievitare); nel secondo 1,5 miliardi. Servirebbe, secondo l’Esecutivo, un contributo straordinario rispetto al Fondo ferroviario.
Il collegamento con la Riviera
La tratta - della lunghezza di 11,5 chilometri - inizierebbe già a sud di Claro. Il segmento della Riviera (con portale nord nella zona della Giustizia a Biasca) sarebbe seguito, appunto, dall’altra galleria che prevede invece il portale sud a Sementina. «In linea di massima è data la possibilità di prevedere una fermata per i treni di lunga percorrenza nel nodo di Camorino, punto d’incontro tra la nuova tratta e la linea esistente Bellinzona-Locarno», puntualizza l’Ufficio federale dei trasporti.